Mourinho: “Non è la vittoria della svolta, ma della mentalità”

Esultanza Jose' Mourinho ( ph: Fornelli/Keypress )

Josè Mourinho si gode la sua Roma. Il successo sul Torino, segue quelli con Genoa e Zorya. “Secondo me è stata una grande partita. Dopo penso che siamo partiti da una base difensiva molto solida. Abbiamo abbassato il blocco un po’ perché è difficile pressare alto il Torino. Abbiamo fatto uno sforzo tremendo. Tutti i giocatori, dico. Anche Tammy e Zaniolo. Qualche volta i giocatori bravi si nascondono un po’ per questo lavoro duro, ma loro hanno fatto un grande lavoro. Sono molto contento, sono tre punti importanti contro una squadra che è difficile da battere”. 

Ma guai a parlare di partita della svolta. “Celebrare la vittoria, sì. Celebrare la vittoria per 4-0 con lo Zorya no. Questa l’abbiamo lottata fino all’ultimo secondo perché la vittoria di una squadra senza Veretout, Cristante e Pellegrini. Abbiamo perso i tre giocatori che giocano sempre in Serie A. La squadra ha trovato la soluzione. Non io. Si mettono a disposizione per fare ruoli non loro. Diawara lavora ogni giorno per avere queste chance. Kumbulla entra al 94′ solo per marcare Milinkovic e lo fa col sorriso. Non è la partita della svolta, ci saranno sempre le sconfitte nella stagione per questo dico che non è della svolta. E’ della creazione di un certo tipo di mentalità. Mi piace vincere 4-0, ma queste mi piacciono ancora di più”.

Col nuovo modulo, altra Roma, avviata verso una strada diversa dalla precedente, ma sicuramente effocare. “Noi abbiamo i nostri limiti, questo è ovvio. Allo stesso tempo stiamo imparando tutti a fare dei problemi una forza. A non piangere mai, vogliamo sempre una soluzione. Sono contento che tra due ore sono a casa, ma dopo inizierò a piangere perché Pellegrini sarà fuori qualche settimana. Abbiamo giocatori con uno spirito molto buono. A parte il disastro di Bodo non ho mai avuto sensazioni negativi. Oggi siamo quinti, vediamo a fine stagione”.

Sul rigore concesso e poi revocato, sorride. “Abraham rigorista definitivo? Veretout non era qui. Pellegrini era il secondo, ma stava fuori. Tammy era il terzo. Aspettava questa opportunità da tanto, ma mi hanno detto che c’era un fuorigioco dieci minuti prima, ma era così. Veretout resta rigorista? Dipende da lui, se non perde fiducia per me è lui. Se dopo due errori decide di lasciar passare qualche tempo non è un problema”. 

Zaniolo e Abraham in campo tutta la partita. Mourinho spiega il perché. “Ho pensato di farli riposare, ma ho pensato che avevo bisogno di Kumbulla per marcare Milinkovic. Zaniolo e Abraham sono forti fisicamente sulle palle inattive. Chi avevo in panchina sono giocatori di una dimensione fisica diversa. Serviva uno sforzo in più per i tre punti nonostante i crampi di Tammy. I miei analisi sono molto bravi, uno di loro ha lavorato con me all’Inter e poi ha lavorato con Juric, per noi era più facile leggere il gioco del Torino”.

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