Nations League. Luis Enrique: “Italia forte, ma cercheremo di vincere”

Nella foto: Mancini Luis Enrique (Foto Gino Mancini)

Massimo Ciccognani

MILANO E’ un Luis Enrique carico quello che si presenta in conferenza stampa alla vigilia della semifinale di Nations League tra Italia e Spagna. Il nodo spagnolo, è la mancanza di un centravanti. Luis Enrique non è d’accordo. “No, ci sono sempre 6-7 attaccanti in lista. Questi calciatori possono giocare sia al centro che sulle fasce, sono un allenatore molto offensivo e questo rimane sempre il nostro obiettivo. Non guardo al singolo, agiamo da squadra in attacco e in difesa. Cercheremo di adattarci ai nostri avversari, proveremo a costruire più occasioni da gol, di mantenere il pallino del gioco e di segnare. E’ una gara molto stimolante, c’è una bella posta in palio”. 

Il ct spagnolo ne ha per tutti. Non legge, non ascolta… “No, non leggo nulla perché credo di conoscere il calcio molto meglio di voi e ho più informazioni rispetto a voi. So come voglio far giocare la squadra, non leggo i giornali da tanti anni perché ciò che scrivete non mi interessa. Sinceramente non vi guardo, non vi ascolto e non mi interessa molto ciò che viene detto sulla Nazionale. La lista è la solita, sono i 23 giocatori più pronti per affrontare questa Nations League, il tempo mi dirà se ho ragione”. 

Alla vigilia dell’europeo era pronto a scommettere sulla Spagna, dicendo che non c’erano nazionali più forti. Poi, è arrivata l’Italia. “Non lo so se oggi l’Italia è più forte, ma come al solito sarò ambizioso e cercherò di vincere la gara fin dall’inizio. Col mio staff abbiamo riflettuto, è vero che ci sono molte defezioni ma ci sono tanti giocatori convocabili per la nazionale spagnola ed è qualcosa di molto positivo per noi e spero di poter tradurre questa ambizione in prestazioni importanti. Per noi essere qui è un premio. Facciamo parte delle quattro squadre migliori ed è qualcosa di stimolante per noi. Vogliamo migliorarci, è un premio per le nostre prestazioni. Bisognerà essere ambiziosi, cerchiamo di migliorarci e vogliamo goderci questo momento”. 

Dell’Italia si aspettava però la crescita. “Vedendo la squadra sì, me l’aspettavo, hanno fatto una striscia senza perdere 37 partite, significa che fai tante cose bene, poi il calcio dipende da tanti fattori, il loro è il miglior stile di gioco per come vedo io. Adesso l’Italia è una delle squadre più forti d’Europa e del mondo. Credo che Mancini sia stato molto intelligente, lui ha scelto i giocatori più adatti a questo stile di gioco ma lui ha vinto tanto ovunque e questo dimostra quanto sia forte in quanto allenatore. Magari il Barça di Guardiola ha vinto quindi si cerca di copiarlo, ma per quanto mi riguarda cerco di mettere in pratica le mie idee. Cosa temo degli azzurri? Temere è una parola molto brutta, gli allenatori e i giocatori non temono nulla. Dobbiamo pensare a come affrontare l’Italia quando avrà il pallone, sanno giocare da dietro, sanno fare bene tante cose, cercheremo di fare la nostra partita, non aspetteremo di subire gol, cercheremo di giocare alla nostra maniera, poi vedremo. Non so cosa succederà domani, noi cercheremo di fare la nostra partita e avere di più il pallone rispetto a loro, dobbiamo essere più cattivi. Domani quando inizierà la partita sarà il momento giusto per capire cosa fare”. 

L’ultimo dei convocati è Sergi Roberto, uno che conosce bene. “Direi a memoria, perché l’ho fatto esordire. Conosco le sue qualità, può fare sia l’interno di centrocampo che il terzino destro, può anche giocare da regista e per me in quanto allenatore è un calciatore molto interessante. E’ sempre stato molto disponibile, ha un ottimo carattere. Gavi titolare? Non lo so, l’ho visto allenarsi solo ieri. Questa sera sarà l’allenamento della vigilia, non si lavorerà molto sulla parte fisica e non vogliamo svelare troppi dettagli agli avversari ma fin qui mi ha confermato ciò che già conoscevo di lui. Ci vuole pazienza, non bisogna avere fretta, dobbiamo aspettarci che giocherà 50 o 100 partite con la nostra selezione. Eric Garcia? Lo vedo bene, lo vedo in forma. Non c’è nessun giocatore di alto livello che non è mai stato criticato durante la sua carriera. Fa parte del gioco”.

Nella lista dei convocati, mancano i tre italiani, Fabian Ruiz, Luis Alberto e Brahim Diaz. “Farei di tutto per parlare di chi non è in nazionale, ma non è giusto. Tutti e tre stanno facendo benissimo, Fabian è venuto in Nazionale tante volte. Ma non è giusto dire pubblicamente ciò che non mi piace dei singoli giocatori, il mio compito è trovare i giocatori più adatti al mio stile di gioco e tutti e tre possono tornare in Nazionale. Tutti e tre potranno tornare ma poi io devo scegliere”.

Dell’Italia gli piace tutto, chissà, forse un giorno… “Per me è un piacere immenso parlare dell’Italia perché la amo dopo aver passato un anno a Roma, mi piace molto il clima, il cibo, la lingua italiana. Ma anche la nazionale italiana. Ci assomigliamo, tutte e due le squadre cercano di fare un gioco propositivo. Hanno vinto meritatamente contro l’Inghilterra, cercheranno di rimanere imbattuti”. 



TMW – Fabian Ruiz, Brahim Diaz e Luis Alberto, cosa devono fare di più per essere convocati?


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