Champions, la Juve sfida i campioni del Chelsea. Allegri con rebus attacco

Nella foto: Massimiliano Allegri

Augusto Riccardi

TORINO La Juve affronta allo Stadium i campioni in carica del Chelsea nella seconda di champions, cominciata com piede giusto con la vittoria di Malmoe. Ma domani non sarà facile perché Allegri si ritrova a dover reinventare l’attacco primo di Morata e Dybala. “Ho le idee confuse… Scherzi a parte, è stato un buon allenamento. C’è Rabiot, Ramsey è out. Ci vorrà una partita tecnica. Sono solidi, Tuchel ha fatto un grande lavoro. Sono forti in contropiede, sono forti nelle palle inattive. Sarà un bel test lì, magari domani sera non lo prendiamo. Servirà una gara con pazienza, sarà difficile trovare varchi e dovremo esser bravi a stare in campo”.

Tanti dubbi, a cominciare dal tipo difesa. Magari a tre. “E’ il primo dubbio che ho. Però come ho già detto la difesa a tre è una questione relativa”.

In attacco invece scelte quasi scontate. “L’unica punta di ruolo è Kean, metterò i due o tre davanti a seconda delle caratteristiche. Domattina deciderò la formazione. Bernardeschi a volte gioca da fantasista ma non è il suo ruolo. Ha delle grandi potenzialità inespresse: con la Sampdoria ha fatto una buona partita come ha fatto quando è stato chiamato in causa. Tutto parte da quello che ha nella testa, dalla cattiveria nel giocare le partite quando hai la palla. Rabiot è a disposizione. La formazione? Ve ne dico tre: Szczesny, Locatelli, Alex Sandro. Arthur? E’ ancora molto indietro. Sono stati fatti dei test: nella sosta faremo due amichevoli, proveremo a rimetterlo in condizione nel minor tempo possibile. Danilo domani gioca. Bentancur è cresciuto molto, domenica poteva tenerla bassa e segnare. Da solo non può fare la regia di una squadra però, ha bisogno di una collaborazione. Locatelli sotto questo punto di vista gliela può dare. Manuel adesso non è pronto per farla da solo, insieme se la dividono. Quanto a Kean, deve giocare e segnare. Una cosa che sa far bene è far gol. Calcia bene, attacca bene la profondità, chiude bene l’azione. Deve migliorare quando deve giocare con la squadra, a livello di tecnica individuale. Da Chiesa mi aspetto quel che sta facendo ora e ancora meglio. Ha fatto molto bene, per arrivare qui e fare un’annata come lo scorso anno non era facile. Dopo questo Europeo dove ha segnato dei gol decisivi, è nella condizione di non esser più il ragazzo che tutto quel che fa, va bene. Il margine d’errore s’è assottigliato. Ecco perché questa stagione per lui è più difficile”.