It’s coming home? No, It’s coming to Rome

Nella foto: Campioni (Foto Gino Mancini)

Massimo Ciccognani

Chi vince scrive la storia, gli altri possono solo leggerla. E noi, la storia, l’abbiamo scritta. Tranquilli, è tutto vero. Siamo campioni d’Europa e il cuore a battere d’orgoglio come nel 34 a Roma, nel 38 a Colombes in Francia, nel ’68 a Roma, nell’82 a Madrid, nel 2006 a Berlino e, appunto, nel 2021 a Londra. Quattro mondiali e due europei. Un trionfo scritto a pelo d’erba, quella di Wembley, tempio del calcio britannico, in una notte difficile, davanti ad un pubblico tutto inglese. Mancini non se ne è mai preoccupato, dicendo che l’urlo dei seimila italiani voleva sentirlo alla fine. Detto e fatto. It’s coming home? No, it’s coming to Rome. La coppa è tornata a casa, ma quella nostra. Loro, gli inglesi, avranno pure inventato il gioco del calcio, ma noi italiani, siamo quelli che meglio hanno imparato a vincere. Quattro mondiali e due europei, contro un solo mondiale degli spocchiosi e irriguardosi britannici che pure nel ’66 vinsero tra le polemiche contro la Germania per un gol fantasma. E’ andata come doveva andare, ha vinto la squadra più forte, quella che dall’11 giugno all’11 luglio, ha saputo esprimere il miglior calcio. Già, l’11 luglio. Corsi e ricorsi storici. La divisa della nostra nazionale, era molto simile a quella indossata dagli azzurri nell’82. E poi la data, quella dell’11 luglio. Non poteva andare diversamente. 

Sbancato il tempio del calcio britannico in una notte di agonia per il Principe William e per il Premier Boris Johnson, ma anche per la Regina Elisabella che aveva mandato messaggi di incoraggiamento a Southgate e ai suoi, tutti convinti che la coppa sarebbe rimasta lì. D’altra parte, gli ingredienti per una vittoria inglese davanti a sessantamila tifosi indemoniati che hanno spinto con la voce i Leoni d’Inghilterra, c’erano tutti. Tutto bello, ma non avevano fatto i conti con l’Italia. Il gol a freddo, segnato quasi dagli spogliatoi, poteva sembrare l’inizio dell’apoteosi. Ma l’Italia non si mai scomposta, ha tenuto botta, ripreso la partita con la forza dei nervi distesi per dominarla fino alla fine. I rigori sono stati l’epilogo di una notte da regina, che non è Elisabetta, ma è l’Italia, quella dal cuore forte, dalle gambe sempre toniche, dalla testa che in alcuni momenti della partita serve più delle gambe. 

E’ il capolavoro di Roberto Mancini. Ci ha creduto fin dal primo giorno che ha messo piede a Coverciano. Ci ha creduto e ha vinto, ridando alla nazionale un gioco bellissimo,vittorie e tanto orgoglio. E’ tutto vero, e non bisogna avere paura di svegliarsi. Non è stato un sogno, siamo campioni d’Europa. Le lacrime del Mancio, appoggiato alle spalle di Vialli, significano che questa squadra ha un’anima e un cuore così grande. E’ azzurro il cielo sopra Londra, con la pioggia che era caduta incessante durante la gara, come se il cielo stesse piangendo per quello che non doveva essere. Poi, la vittoria azzurra e il cielo, finalmente sereno. Ha vinto l’Italia di un uomo speciale, Roberto Mancini. Nessuna stella, solo la solidità di un gruppo fantastico che ha fatto tutta la differenza del mondo. E quelle lacrime versate sul prato di Wembley, sono la sintesi perfetta, di quello che è la nostra Nazionale. Cuore, gambe e testa. Siamo campioni d’Europa grazie a questo gruppo, che abbraccia tuttoil cuore della Nazionale, nessuno escluso, perché tutti hanno lavorato con la stessa unità d’intenti. Quella di arrivare a Londra e vedere la Regina, stavolta materializzata in una coppa dal sapore speciale. Grazie Italia, la vostra storia è già leggenda.

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