Al Belgio non c’è mai fine: Danimarca piegata

Robert Vignola

La Danimarca prova a conquistarla, il Belgio la ribalta. Dei piccoli regni sul mare del Nord, quello scandinavo ha solo un lumicino a cui aggrapparsi, quello fiammingo-vallone è praticamente certo della qualificazione.

Si comincia con una grande maglia numero 10 della Danimarca in campo, targata Eriksen, e col secondo gol più veloce della storia degli Europei. Poulsen trova l’angolino basso ed esulta in un abbraccio di gruppo. Subito Mertens, addirittura di testa, cerca la reazione ma i danesi ribattono con Maehle che impegna Courtois, e poi ancora con Wass. Stranamente il dominio resta danese anche se la mira manca: alla mezz’ora la serpentina di Damsgaard è ubriacante e, a portiere battuto, il pallone esce di centimetri.

Finito l’intervallo, Roberto Martinez dalla panchina belga cambia subito qualcosa: De Bruyne per Mertens (e i fatti gli daranno ragione). Già dopo dieci minuti il trentenne appena entrato serve Hazard in maniera tale che appoggiarla in rete è gioco da ragazzi. L’1-1 congela un po’ i bollori danesi, che pure dovrebbero vincere per rientrare in gioco. Il Belgio è guardingo e non accetta troppi rischi, anche la girandola dei cambi non smuove troppo lo scacchiere di centrocampo. Così, al 69′, riecco De Bruyne che aggancia e completa il ribaltone. Hjulman si gioca le disperate carte di Cornelius e Jensen ma il Belgio ha trovato la quadra: e quando Braithwaite avrebbe un paio di palloni potenzialmente pericolosi, li spreca o è sfortunato, come quando all’87’ la traversa respinge la sua inzuccata. Giusto al 90′, anche Jensen da buona posizione non inquadra la porta e la Danimarca deve così arrendersi: con un Lukaku in cerca ‘autore, ci ha pensato De Bruyne a trascinare il Belgio.

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