Stefano Sale *
E’ accaduto tutto quello che non doveva accadere. Se Inter e Lazio erano le partite chiavi per capire chi sei, adesso invece dobbiamo rivedere tutto, per come siamo caduti nel burrone. Ma facciamo un passo indietro. Non era ridimensionamento prima. Dopo Inter e Lazio ci eravamo solo “normalizzati”. La Roma deve pensare ad arrivare quarta, obiettivo prefissato di inizio stagione. E non sarà facile, ci sarà da battagliare per arrivare in Champions. Il problema è che l’ottimo inizio ed il terzo posto a ridosso della vetta, avevano fomentato parte della tifoseria. Scudetto, Circo Massimo e così via. Sognare è bello, sognare è lecito, per carità. Ma serve più equilibrio con i giudizi. Da noi si passa dalle stelle alle stalle in pochissimo tempo. Di questo periodo ogni anno la Roma fa la stessa fine, si affloscia, si sgonfia, scompare e fa figure barbine. Ogni anno cambiano gli interpreti, dirigenti allenatori e giocatori ma lo spartito non cambia. Magari non era il caso fino a due giorni fa, visto che eravamo ancora in corsa su tutto. La prestazione dei nostri è stata vergognosa con la Lazio, tutti, nessuno escluso. Sufficienza, presunzione e zero cattiveria. Così abbiamo perso. Fonseca ha sbagliato tutto ed è il primo responsabile, ma poi bisogna pure dire che la Roma finora ha fatto un buon campionato per quello che siamo, a parte le tre batoste prese. Ma se la sconfitta con la Lazio ci ha dato un colpo durissimo, che nessuno si aspettava, il tracollo con lo Spezia rappresenta invece lo specchio di quello che sta succedendo adesso intorno alla Roma. E’ ora di fare chiarezza, una volta per tutte. La Roma ha una buona squadra negli 11 titolari, ma non una rosa all’altezza per fare il salto di qualità. Basta esaltare certi giocatori dopo solo qualche buona partita. Tutti fenomeni. E’ questo il nostro grande limite. Lo devono dimostrare nel tempo, con la continuità. Ma va tutto bene, cercavamo di voltare pagina per rialzarci subito, la doppia sfida con lo Spezia per risalire la china. Vinciamo e torniamo a sorridere, dicevamo, basta pero’ che poi non cominciamo subito con la stessa solfa e con l’esaltazione. Calma e sangue freddo. Obiettivo quarto posto e giochiamocela per le coppe. Si può anche perdere, ma con onore, basta che dai il fritto. Invece, ecco il patatrac. La partita di coppa con uno Spezia rimaneggiato si trasforma in una cosa inverosimile. Soliti blackout, gol clamorosi mangiati, cartellini rossi al minuto, nefandezze arbitrali, goffaggini, sostituzioni, cambi, incomprensioni, regolamenti, tutti in bambola. Come nel caso Diawara. Quindi, siamo fuori dalla Coppa Italia. Certo, se Borja Mayoral avesse messo dentro il possibile 3-2, oggi avremmo parlato di una Roma distratta che concede tanto ma che poi ribalta la partita e passa il turno. Ma coi se e coi ma non si va mai avanti. Ancora una volta nessun dirigente che si presenta, che dia spiegazioni, che ci metta la faccia, che chieda scusa. Niente. Invece solo la presenza di commentatori di fede laziale in TV a prenderci in giro, a dare lezioni. Totti o De Rossi invece ce l’avrebbero messa quella faccia, subito, a difendere i nostri interessi, i nostri colori. Al posto di Giordano, Di Canio, Orsi o Marchegiani avremmo visto magari uno come Sebino Nela a commentare in RAI o a Sky. Adesso qualcuno dirà che siamo ancora in piena corsa per il campionato ed Europa League. Ok, ma fino a quando? Rimettere in piedi la barca sembra molto difficile in questo momento e finché volano stracci a Trigoria la questione non si risolve. E poi, questa stessa Roma sarà in grado sabato di battere lo stesso Spezia, stavolta pure coi titolari in campo? Speriamo. Ma se non fosse così, con lo sprofondo totale bisogna cambiare subito, dare una scossa. La mia ipotesi suggestiva sarebbe De Rossi allenatore, Totti Direttore Tecnico e Zibì Boniek come Direttore Generale. Gente che conosce l’ambiente, che si faccia rispettare, che impone regole, che difenda la Roma quando serve, che ci metta la faccia, appunto. Se Pirlo può fare il maestro a Torino senza alcuna esperienza, con Nedved e Paratici accanto, non si capisce perché a Roma non si potrebbe fare un progetto simile così a lungo termine. Zibi poi è un grande professionista già Presidente della Federazione Polacca, coi colori giallorossi stampati sul petto. Intanto è appena arrivato Tiago Pinto, poverino, stroncato da due partite inverosimili, adesso si trova subito a discutere coi Friedkin sul da farsi. Sul mercato la società dovrà per forza intervenire, un giocatore alla Papu Gomez servirebbe come il pane, leader e gia pronto per prendersi la squadra sulle spalle. Se ha 33 anni poco importa, basta guardare Ibra e Mandzukic al Milan. La ripetizione con lo Spezia sabato è lo spartiacque. Fonseca se non vince sarà esonerato al 99%. Ultima chiamata, ultima chance. Allora, testa bassa e pedalare. Parlate poco, chiudete i social, fate i professionisti, siete tutti ben pagati e privilegiati. Chiediamo impegno e sacrificio per questa maglia. Con umiltà e rispetto. Basta poco. Grazie.
*Roma Club Dublino, tifoso Roma