Europa League. Tra l’Inter e la finale c’è lo Shakhtar. Conte: “Grande squadra, ma niente paura”

Quando la prima finale europea dopo 10 anni dista soltanto 90’, i calcoli sono inutili e non servono molte parole. Antonio Conte vede un traguardo importante a portata di mano, e come lui tutta l’Inter, forse la più in forma tra le quattro formazioni rimaste in corsa per l’Europa League: “Stiamo arrivando alla fine di un periodo molto intenso per le partite fatte, il caldo, gli allenamenti – ha spiegato Conte alla vigilia -. Abbiamo lavorato tanto per poter arrivare in fondo sia in campionato che nelle altre competizioni cui abbiamo partecipato. Ci arriviamo con il giusto entusiasmo sapendo che andremo ad affrontare un avversario molto forte, la squadra più forte che affronteremo nel nostro percorso in Europa League. Il fatto di essere arrivati fino a qui, di aver finito il campionato a 82 punti e di essere arrivati in semifinale di Coppa Italia, sono tutte certezze che la squadra ha accumulato, le competizioni fatte le stiamo onorando mettendo il bastone fra le ruote a tutti. Arriviamo a questa sfida con entusiasmo, ma conterà molto non commettere errori perché affronteremo gente di qualità”.
Lo Shakhtar preoccupa Conte e non poco. Il 4-1 con cui ha liquidato il Basilea ai quarti ha fatto scattare il campanello d’allarme, perché si è vista una squadra dal tasso tecnico molto alto e che sa giocare in velocità: “Sarà una partita difficile contro un ottimo avversario – ha detto Conte -. Lo Shakhtar ha giocatori di qualità. Ricordo benissimo quando l’affrontai in Champions League con la Juventus, anche allora c’erano giocatori che magari non erano conosciuti ma di indubbio livello, a dimostrazione del fatto che hanno sempre avuto giocatori forti. Hanno una loro identità, hanno raggiunto un livello in Europa di tutto rispetto. La grande cosa che va riconosciuta a Castro è stata quella di convincere tanti giocatori di talento a lavorare per la squadra. Complimenti a loro perché avere giocatori di questo spessore in mezzo al campo, molto attenti in fase difensiva, è sintomo che hanno lavorato. Sono bravi a saltare l’uomo nell’uno contro uno, sono tanti brasiliani e come tutti i brasiliani amano giocare a calcio. Li affronteremo con grande rispetto, ma dimostrando che siamo in semifinale per una ragione e che venderemo cara la pelle per arrivare in finale”.
Ma guai a parlare a Conte di paura per gli avversari (“La parola paura non fa parte del mio vocabolario e non deve fare parte di quello dei calciatori”), meglio pensare di essere l’unica squadra italiana rimasta in corsa in Europa: “Ma noi non ci consideriamo i salvatori della patria – ha voluto precisare Conte -, siamo una squadra che ha cercato di fare il proprio cammino senza guardare gli altri. Una consacrazione internazionale per me? Sarei contento solo per il club se arrivasse un successo europeo. Non penso ad arricchire la mia bacheca personale ma quella del club che mi assume”.
A tifare Inter anche il presidente Zhang, con cui Conte avrà tempo e modo di parlare dopo il veloce incontro prima dell’ultimo allenamento: “Ci siamo incontrati e salutati, fa piacere a tutti che sia qui e stia vicino alla squadra. Per me e per i giocatori è un valore aggiunto in ogni situazione”. Prima c’è lo Shakhtar e una finale da conquistare.

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