Il calendario per la ripartenza del campionato di Serie A è quasi pronto ma i giocatori, attraverso il presidente Damiano Tommasi, rilanciano l’allarme: niente partite al pomeriggio. “Mi auguro che gli orari non diventino un problema – ha osservato il numero uno dell’Aic – Spero si facciano le cose con logica. Vanno tolti alcuni piccoli sassolini dagli ingranaggi: mi auguro si possa giocare dal tardo pomeriggio in avanti, non penso ci siano grossi ostacoli per trovare altri orari confermando i tre slot giornalieri”. L’Associazione Italiana Calciatori vuole assolutamente evitare il primo dei tre slot individuati dalla Lega Serie A, vale a dire le gare delle 17.15, spostando il fischio d’inizio ancora avanti. “Il tema riguarda la tutela della salute e il rispetto dello spettacolo – ha dichiarato Tommasi – In Spagna si giocherà dalle 19.15 in poi, penso si debba giocare dal tardo pomeriggio anche da noi. Vogliamo solo mettere nelle condizioni migliori chi deve garantire lo spettacolo sportivo, chi va in campo, e penso sia interesse anche degli organizzatori”. La Lega Serie A dovrebbe rendere noto il calendario domani e l’Assocalciatori teme di restare esclusa dal confronto. “Non so quanto e come si cercherà il nostro assenso sul tema, visti i passaggi fatti finora – ha rimarcato Tommasi – Difficilmente si cerca un confronto con chi deve andare in campo, ma bisogna garantire le condizioni migliori a chi deve assicurare lo spettacolo: i nostri non sono capricci”. Anche sulle discusse date della Coppa Italia con semifinali e finale (già programmata per il 17 giugno a Roma) a distanza di pochi giorni, il presidente dell’Aic chiede ascolto, stavolta al Governo: “Tre delle quattro squadre ancora in corsa (Juventus, Milan e Inter, ndr) hanno mostrato delle perplessità per i pochi giorni di tempo tra le semifinali e la finale – ha dichiarato Tommasi – Le gare di Coppa Italia obbligano le squadre a scendere in campo con le migliori formazioni possibili, obbligando i giocatori a disputare due match pochi giorni: per questo mi auguro che si trovi la soluzione per dare maggiore tempo di recupero”. Tommasi si è poi soffermato sul problema dei contratti in scadenza il 30 giugno, con un particolare focus sulla situazione della Serie B, un campionato in cui “la questione è molto sentita perché c’è un numero di casi maggiore. Non avere una regola comune sull’eventuale proroga degli accordi al 30 agosto è un punto interrogativo che preoccupa – ha sottolineato il presidente dell’Aic – Per garantire la stessa competitività della prima parte di stagione bisognerebbe tramutare gli auspici in una norma federale o in un accordo globale, ma oggi non ne vediamo la possibilità: lasciare tutto in mano alle trattative individuali potrebbe generare la situazione di società che, non avendo più nulla da chiedere alla stagione, si presentano in campo con formazioni ridotte, lasciando il peso delle partite mancanti a pochi giocatori”. Tommasi ha inoltre chiesto maggiore “controllo sull’applicazione dei protocolli per gli allenamenti. L’organo della Procura federale non è sufficiente, bisogna implementare i controlli medici perché, per ripartire tutti quanti nella stessa data e con le stesse condizioni, c’è la necessità che tutti i club permettano ai giocatori di allenarsi nel migliore dei modi”. Infine una battuta sull’auspicio, manifestato dal ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, di una diretta gol in chiaro delle partite di Serie A. “C’è un contratto firmato tra le televisioni e la Lega – ha ricordato Tommasi – L’accordo va tutelato, ma d’altra parte credo sia legittimo da parte del Governo cercare di evitare assembramenti permettendo ai tifosi di poter seguire le partite a casa. Penso si possa trovare una sintesi se broadcaster, Lega e Governo si siederanno insieme. Penso sia normale cercare soluzioni eccezionali in casi eccezionali”.