Protocollo inapplicabile: la Lega alza le barricate

Tutto da rifare. Il vertice tra la Figc, la Lega Serie A e i medici del calcio per discutere del protocollo per la ripresa degli allenamenti di squadra, tenuto questa mattina, ha certificato che i protocollo attuale è inapplicabile. I club lo hanno comunicato ufficialmente alla Federazione chiedendo la modifica almeno in tre punti fondamentali: la questione della quarantena di squadra in caso di positività di un calciatore, la modalità del ritiro precampionato e la responsabilità del medico sociale. Adesso la palla palla al presidente federale Gravina che contatterà ora il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, per sottoporgli i dubbi delle società e vedere quale sarà la reazione. Già nella giornata di giovedì era emerso un fronte di squadre che giudicavano il protocollo difficile da applicare: ci sono innanzitutto questioni logistiche, visto che non tutti i club avrebbero gli spazi necessari per affrontare le due settimane di ritiro blindato con le regole imposte dal Comitato Tecnico Scientifico. A questi problemi vanno aggiunti i dubbi riguardanti le due settimane di quarantena forzata per tutto il gruppo, che in caso di giocatore positivo farebbero inevitabilmente fermare di nuovo il campionato. Il documento era stato in un primo momento presentato dalla Figc al Governo e poi modificato dal Cts con una serie di linee guida per limitare il rischio contagio. La Federazione aveva accettato le modifiche incassando il via libera di Spadafora e Speranza per gli allenamenti di gruppo, ma poi, alla prova dei fatti, le regole sono subito apparse troppo rigide ai diretti interessati. Cioè i club di A. La strada per la ripresa del campionato continua a essere piena di ostacoli, tanto che la data della ripartenza proposta potrebbe slittare dal 13 al 20 giugno. E in tutto questo, il ruolo principale spetterà al premier Giuseppe Conte, cui spetterà l’ultima parola.

 

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