Il calcio in Italia sta andando in una direzione opposta rispetto a tutti gli altri sport. E’ l’analisi di Giovanni Malagò, presidente del Coni, in una intervista a “Radio Radio”: “Io sto a casa, tranne una-due volte a settimana che per causa di forza maggiore devo andare al CONI con tutte le precauzioni possibili. Queste mie giornate le passo al telefono, collegato via skype o per chat con l’universo che ho l’onore di rappresentare a tutti i livelli. Oggi lo sport, abbastanza alla spicciolata ma in modo quasi unanime, sta andando verso la cancellazione della stagione agonistica. E’ un dato di fatto, è sotto gli occhi di tutti. Il calcio, invece, vuole andare avanti e si mette in una situazione diversa rispetto alle altre discipline”.
Non si è fatta attendere la replica del presidente della Federcalcio Gravina: “Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline – dice all’Ansa il presidente Gravina – il calcio ha una sua specificità, lo è per dimensione, per partecipazione e per impatto economico”.
E intanto arriva una nuova puntualizzazione da parte del ministro per le politiche giovanili e sport, Vincenzo Spadafora. “E’ indispensabile che, anche per il perdurare della situazione emergenziale, la ripresa delle sedute di allenamento non avvenga almeno fino al mese di maggio”, ha scritto il minisyro in una lettera ai presidenti di Coni e Ciop, rispettivamente Giovanni Malagò e Luca Pancalli. “Nella profonda convinzione che i nostri atleti e le nostre atlete, normodotati e disabili, torneranno a vincere e onorare presto il Tricolore, dentro e fuori i campi di gara, vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo affinchè la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio – continua Spadafora -, nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici”.
del lockdown”.