Liga tra riduzione stipendi e possibile ripartenza

 

 

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dal nostro corrispondente

Daniele Orieti

MADRID Continua la situazione di stallo nella Liga come per tutti gli altri campionati europei, per quanto la possibilità di poter tornare al calcio giocato, con le società spagnole molto preoccupate per la situazione economica da affrontare in questi mesi a venire. Il Real Madrid è l’unica delle grandi di Spagna ad aver garantito, fino a oggi, la totalità degli stipendi ai propri tesserati e a tutti i dipendenti che si aggirano intorno alle 800 persone. Dopo qualche giorno di trattativa con i propri giocatori, di comune accordo, hanno deciso un taglio del dieci per cento dello stipendio, fino al massimo del venti, in caso non si dovesse terminare la Liga, mantenendo lo stipendio invariato per tutti i dipendenti. La società ha voluto far capire ai propri tesserati il livello di difficoltà anche economia che sta toccando a molti spagnoli, anche per mantenere un piano economico solido societario per affrontare il futuro.  Per il momento solamente otto società hanno richiesto aiuti allo Stato Spagnolo, richiedendo di fatto la sospensione momentanea dei contratti, e il Barcellona dal canto suo ha trovato un accordo con i propri giocatori del taglio dello stipendio del 70 per cento. Il momento attuale dei blaugrana, preoccupa non poco il presidente Maria Bartomeu, in quanto la squadra catalana ha il tetto ingaggi più alto al mondo arrivando addirittura all’enorme cifra di 245 miliardi di euro netti all’anno, con una media di 13 milioni di euro per ogni singolo giocatore. Con la sospensione delle varie competizioni e i mancati ingressi di denaro, la squadra campione di Spagna ha dovuto richiedere al Governo spagnolo la messa in Erte dei propri dipendenti per abbassare almeno in parte i costi della società per i prossimi mesi. Intanto la Federazione Spagnola sta cercando e pensando a varie soluzioni per poter riprendere la stagione, dalla più estrema, quindi a porte chiuse, o iniziare in estate ma con il pubblico presente, per ora sembrerebbe la più remota, o addirittura la chiusura della stagione ma con una perdita di quasi mille milioni di euro. In un audio pubblicato da Ser, tra il presidente della federazione e il responsabile del sindacato dei giocatori, si puoi ascoltare il tentativo di un accordo tra le parti sugli orari in cui poter giocare, divise tra le 18, poi la seconda partita alle 19 e la terza alle 20, per poter trasmettere le dirette, ma per l’orario ci sarebbe il problema del calore estivo, in più c’è la richiesta da parte dei giocatori di poter riposare fino a 72 ore tra una partita e l’altra. Sicuramente anche senza un calendario ben studiato e con la situazione sanitaria in tutta Spagna una decisione sulla data esatta per tornare al calcio giocato sembrerebbe ancora, purtroppo molto lontana.

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