Robert Vignola
L’Udinese scaccia le streghe ed anzi riporta il Bologna in quella zona di classifica dove non ai rimpianti per i punti persi occorre aggiungere la consapevolezza di doversi guardar dietro. Le zebre friulane hanno imparato a soffrire e questa è forse la migliore lezione da dare ai loro avversari.
Gli episodi salienti. Un Bologna che sa farsi apprezzare meglio nei primi minuti porta Santander al tiro, subito dopo l’Udinese sfiora però il vantaggio: Nestorovski, lasciato solo in area batte di testa e trova il colpo di reni di Skorupski a sbarrargli la via del gol. Gli ospiti comunque non si spaventano e producono numerose mischie in area, mentre Tudor si affida alla reattività di Fofana e Okaka per innescare veloci contropiedi. Ed è proprio Okaka a sbloccare la gara al 26′, capitalizzando con una pregevole girata di testa il cross di Larsen, bravissimo a centrare il pertugio tra Bani e Denswil. La reazione rossoblù si concretizza in un paio di conclusioni fuori misura di Sansone e Orsolini.
Ripresa che si apre con la sostituzione di Orsolini con Skov Olsen e di Sansone con Palacio, con Tudor che risponde mettendo sulla scacchiera Lasagna (l’escluso eccellente del giorno) in vece di Okaka. Il nuovo entrato si crea ma poi gestisce male una ripartenza. Altri cambi: Larsen deve mollare ed entra l’ex De Maio, mentre Mihajlovic dà ordine ai suoi di inserire addirittura Destro per Dzemaili. Si vede tuttavia poco, a parte una conclusione di Santander di testa a lato. Ormai nel finale Walace prende il posto di Fofana e l’Udinese sente ormai il profumo della vittoria, non rischia quasi mai ed anzi dà l’idea di poter approfittare degli svarioni di un avversario assai poco ispirato. È Bani sugli sviluppi di un corner il primo a impegnare davvero Musso al 92′. Troppo poco per uno dei peggiori Bologna della gestione Mihajlovic (espulso pure Soriano, per proteste, a partita già finita), mentre l’Udinese legittima il secondo successo stagionale con una ripresa di grande attenzione e un po’ di mestiere.