Stefano Sale *
Un fulmine a ciel sereno. Notizia che offusca la bella vittoria sulla Juve, il gol di Florenzi e il battibecco con Ronaldo. Notizia che esce quando la Roma deve ancora giocarsi l’Europa, a due partite dal termine. Daniele De Rossi lascia la Roma. Anzi no. Non gli rinnovano il contratto come giocatore. Come Totti un paio d’anni fa. Daniele, 35 anni, tanti infortuni, ma sopratutto un ingaggio che pesa. La societa-azienda Roma, ha tutto il diritto di prendere le proprie decisioni – come fece con Totti – ma ancora una volta è il modus-operandi di Pallotta e co. che lascia perplessi chi di emozioni vive, cioè noi tifosi. Non siamo a Madrid che scarica Raul e Casillas, ma poi ricompra campioni e alzano trofei. E nemmeno a Torino, dove di sbarazzano di Del Piero e tanti altri ma poi continuano a vincere scudetti. Siamo a Roma, dove il vanto si chiamano Totti e De Rossi, città famosa per il Colosseo ed i suoi tifosi, non per le vittorie sul campo. Allora, privarsi di loro è come privarsi del nostro orgoglio. È qui dove questa società sbaglia. O forse è proprio qui l’inghippo? Una stagione fallimentare che sta quasi per diventare un incubo. Due anni fa la faccenda Totti fu accollata al nuovo arrivato Monchi, che poi chiedeva aiuto al Capitano, oggi è il nuovo Fienga a prendersi le responsabilità, ma Daniele non si è piegato. Preferisce continuare altrove che finire come il numero 10 senza un ruolo preciso e senza potere decisionale. Proprio il vecchio capitano, neanche si è seduto al suo fianco in occasione della conferenza stampa, tutto defilato da una parte. Che stia pensando di dimettersi? O aspetta una nuova proprietà araba? Chissà. Per ora dico solo grazie a Daniele! Come due anni fa con Francesco, anche stavolta ci sarò, a Roma – Parma per salutarlo come merita. Uno di noi.
* Roma Club Dublino, tifoso Roma