Sabato a San Siro c’è Inter-Roma, altro crocevia della stagione giallorossa. Lo sa benissimo Claudio Ranieri che ritorna in uno stadio che è stato suo, ma con l’orgoglio stavolta di sedere sulla panchina della sua squadra. “Già mi fa effetto essere l’allenatore della Roma, se è San Siro o un altro stadio non mi cambia nulla. Essere tifoso e allenare la propria squadra è motivo d’orgoglio. Andare a giocare contro l’Inter che è vicino ad entrare in Champions League, per noi è una bella sfida. Io credo che un’eventuale battuta d’arresto non cambierebbe il nostro umore. Un risultato positivo, invece, potrebbe darci ancora di più una spinta per il futuro. Far bene significherebbe molto, perdere non ci cambierebbe molto il nostro voler arrivare fino alla fine, lottando su ogni pallone”. Da avversario troverà Spalletti che è stato il tecnico del recente passato giallorosso. “Non valuto mai il lavoro dei miei colleghi, li stimo tutti perché facciamo un mestiere bello e complicato allo stesso tempo. Ogni città ha le sue differenze e dipende anche dal momento storico in cui vai a lavorare in quella piazza. Sicuramente Spalletti conosce Roma e sta imparando a conoscere Milano, io ho avuto poco tempo per ambientarmi lì, ho avuto la sfortuna di perdere giocatori importanti come Motta e Coutinho. All’inizio era andata bene, ma quando Motta è andato al PSG, la squadra non aveva più quel punto di riferimento”. La Roma nell’anima, anche se è difficile essere profeti in patria. Ranieri però non è d’accordo. “Io mi trovo bene qui a Roma. A me brillano gli occhi per due squadre: la Roma ed il Cagliari. Il Cagliari è stato il mio trampolino di lancio, ho fatto dalla Serie C alla Serie A con loro e sono molto affezionato alla squadra sarda. Mi sento un professionista che alcune volte ha avuto delle possibilità di lavorare in determinati contesti, più o meno semplici in base ai momenti storici di ogni contesto in cui ho allenato. Sono molto soddisfatto della mia carriera che ancora non è finita, chissà cosa mi aspetterà domani”.

Si parla anche di futuro, magari il sogno Conte o lo stesso Ranieri, soprattutto con un progetto vero alle spalle. “Menomale che mi considerate. Non spetta a me stabilire queste cose, io devo lavorare per portare la squadra più in alto possibile. Noi allenatori siamo sempre gli ultimi a sapere le cose, io penso a fare quello che devo fare fino a fine anno, poi ci penserà il presidente al futuro. Sapete tutti che dipenderà molto dal piazzamento, l’ho detto fin dall’inizio: arrivare in Champions o non arrivarci cambia molto i piani futuri”. Quella che si presenta a Milano è sicuramente una Roma più sicuro e convinta nei propri mezzi. “Dobbiamo sempre essere giudiziosi. A me piace giocare attaccando, dando emozioni al tifoso. Sono un allenatore pratico, vedo cosa ho, cosa possono fare i miei giocatori e non voglio rischiare. In questo momento dobbiamo essere pratici. Come possiamo dare emozioni ai nostri tifosi? Lottando su ogni palla, cercando sempre di vincere le partite”. E poi il tema formazione, anche se Ranieri svela nulla, soprattutto se sarà Nzonzi a giocare accanto a Cristante oppure Pellegrini. “Io decido la sera prima della gara. Ho visto tutti i ragazzi pronti e vogliosi di giocare. Lorenzo ha un passo più rapido di Steven, ma Nzonzi è un punto di riferimento per giocare la palla ad uno o due tocchi”. Nessun dubbio invece sulla prima punta. “Far giocare insieme contro l’Udinese Dzeko e Schick non è stata una prova, sono partito con due punte per le condizioni della squadra e per i cambi che sapevo già di dover fare. Per sabato sera farò tutte le considerazioni del caso, sapendo che andiamo a giocare contro una squadra che corre, pressa e lotta, per questi motivo dovrò mettere in campo giocatori pensando a tutta la gara”. Ma potrebbe esserci un Zaniolo più accentrato rispetto alle precedenti uscite. “Credo che Zaniolo non stia in un momento migliore. Secondo me, il suo ruolo ideale è la mezzala, più che il trequartista o l’esterno, per le sue caratteristiche fisiche e tecniche. È un ragazzo di 19 anni, potrà fare anche altro in futuro, ma in questo momento è una mezzala per me”. Contro l’Inter potrebbe anche essere 4-3-3, magari con Kluivert o Under a destra, ma anche qui nessuna certezza. “Sto vedendo tutti bene in allenamento. La sera prima dovrò capire chi mi potrà dare 90 minuti sicuri”. La sua forza è quella di aver restituito fiducia al gruppo. “Questo mese e mezzo ha portato me e la squadra ad avvicinarci sempre di più. Le due vittorie ci ha dato delle risposte importanti, non prendere gol e saper soffrire per vincere ci ha dato consapevolezza. La partita di San Siro sarà importante in caso di vittoria, in caso di sconfitta non ci toglierà nulla, dovremmo comunque dimostrare ai nostri tifosi di combattere fino alla fine”.