Il tempo nella clessidra sta per terminare. Domenica tutti i riflettori saranno puntati sul derby della Madonnina che mai come negli ultimi anni avrà una valenza nelle posizioni nobili della classifica. Uno scontro fondamentale per la qualificazione in Champions League. Il Milan, dopo una strepitosa cavalcata, è attualmente terza a +1 sull’Inter a 50 punti. In queste sfide di caratura internazionale, dal prestigioso immenso e dal fascino encomiabile, gli uomini di maggior spessore sono chiamati alla notte magica. Se è vero che molto spesso queste partite così in bilico vengono decise da fuoriclasse, è vero anche che a volte l’uomo che non ti aspetti sale in cattedra e si prende la scena. Non va però mai dimenticato che quando ci sono in palio obiettivi così importanti, bisogna far leva ancor di più sulle proprie migliori armi.
MILAN Grinta e coraggio Due ingredienti fondamentali nel credo tattico di Gattuso. Il suo 4-3-3 nel corso del tempo è migliorato qualitativamente ma non hai mai perso di vista questi elementi nella base e nella struttura della squadra. Va comunque evidenziato un aspetto non da poco. Per ambire a grandi traguardi deve esserci quella giusta spregiudicatezza ed incisività in zona offensiva. Aspetto spesso mancato nella prima parte di stagione ai rossoneri. Il mercato di gennaio ha portato vigore, linfa e gol. Gli uomini del cambiamento sono stati senza dubbio Piatek e Paqueta. Il Milan aveva disperatamente bisogno di un “nove” cattivo e determinato dentro l’area, sempre nel vivo nel gioco che riuscisse a capitalizzare anche solo una palla gol. Piatek in tal senso ha stupito tutti in quanto ha dimostrato che gli acuti con il Genoa non erano stati casuali e non dipendevano solo dalla “fortuna del principiante”. Il polacco ha fatto vedere una personalità notevole superando brillantemente la pressione della maglia rossonera addosso. Come detto, un altro a rispondere presente è stato Paqueta. Il suo adattamento al calcio italiano è stato velocissimo dimostrando di essere un calciatore brasiliano quasi atipico: guizzi tecnici ma anche intelligenza tattica e sostanza nella mediana nei recuperi. I riflettori del derby saranno puntati anche su Donnarumma (a 20 anni al settimo derby) chiamato al riscatto dopo l’errore decisivo dell’andata e alla coppia di esterni Suso e Chalanoglu. Lo spagnolo vuole uscire da un periodo non facilissimo ed è nota la sua confidenza con il gol nel derby mentre il secondo pupillo di Gattuso, ha nelle corde gli strumenti per spaccare la partita grazie soprattutto ad un tiro micidiale.
Punti deboli I tasselli su cui bisognerà necessariamente insistere è il far emergere tutta la qualità a disposizione in mezzo al campo per innescare le punte e proporre una maggiore spinta con i terzini . Tasselli che sono un pò mancati negli ultimi due big match contro la Roma in campionato e con la Lazio in Coppa Italia e nelle sfide con Sassuolo e Chievo. Questo tema è avvalorato dalla forza dei centrali difensivi dell’Inter che quando sono in giornata riescono a neutralizzare ogni tipo di azione: chiedere in questa stagione a Kane, Suarez e (al momento) a Ronaldo a secco con i nerazzurri. Ecco perché essere più lucidi e dinamici nella costruzione deve diventare un punto di forza e non un limite per non rischiare di mettere pochi palloni a Piatek.
INTER Fisicità e qualità Per riprendere il terzo posto è necessario ripartire dalla conoscenza e dalla consapevolezza delle proprie capacità. L’Inter di base è una squadra tecnica e fisica e quando è riuscita a far combaciare questi due aspetti i risultati sono stati notevoli. Anche in questo caso, per ruggire, ci sarà bisogno di un uomo in particolare vista l’assenza di Icardi: Ivan Perisic. L’esterno croato, nonostante il suo essere discontinuo, ha dimostrato nelle grandi occasioni (vedi il Mondiale e le sfide con la Juventus), di saper spaccare le partite quando è in giornata. Chiaramente in questo contesto non vanno dimenticati Politano, Lautaro e Keita. Il primo è uno dei volti più splendenti della stagione il secondo ha fatto vedere di saper reggere la pressione e di avere gli attributi. Per quanto riguarda Keita invece rientra da un pesante infortunio ma il suo brio può essere decisivo. Il derby per il Toro può essere l’occasione per prendersi definitivamente la scena. Elencate queste caratteristiche, è chiaro che appurata la tecnica nerazzurra, bisognerà puntare ancor di più sull’uno contro uno rischiando anche qualcosa di più. Le verticalizzazioni saranno fondamentali per spezzare l’organizzata difesa del Milan. E’ chiaro ovviamente che viste le problematiche, avranno un ruolo primario i senatori della difesa: Handanovic, Skriniar e de Vrij.
Cosa non va Dopo l’eliminazione dall’Europa League, il morale è caduto vertiginosamente. Tralasciando le dinamiche extracalcio già citate, l’Inter nel 2019 è stata eliminata dalla Coppa Italia, dall’Europa ed ha perso il terzo posto. C’è stata un’involuzione nel gioco. Come per i cugini rossoneri, gli interisti spesso diventano troppo prevedibili nel gioco quando non sono in giornata. C’è però una grande differenza. Il Milan sa rimanere in partita e cogliere l’attimo mentre l’Inter spesso non riesce a mantenere la “calma” per colpire al momento giusto. La sconfitta con il Bologna ne è un perfetto esempio. A centrocampo l’assenza di Brozovic peserà in quanto non ci sono giocatori con quelle caratteristiche. Per questo motivo Vecino è chiamato agli straordinari: aiutare in fase di copertura ma mettersi anche a disposizione in fase di costruzione. In questo momento l’unica cosa che conta è vincere per questo Spalletti dovrà infondere stimoli e motivazioni ai suoi giocatori.