Massimo Ciccognani
E’ la Roma che voleva Di Francesco. Pratica, attenta, cinica, concreta. Si sbarazza del Viktoria Plzen in un match niente affatto facile, messosi subito bene dopo appena due minuti e mezzo grazie al ritrovato Edin Dzeko che poi firmerà il raddoppio prima dell’intervallo. Under e Klivert, le altre due bocche da fuoco giallorosse, a firmare il poker romanista. Una bella Roma, con ancora tanto lavoro da fare, ma sulla via della completa guarigione. Non ci sono Manolas, De Rossi e Pastore e Di Francesco rimodella la formazione affidandosi allo stesso modulo del derby: 4-2-3-1. In mezzo c’è Juan Jesus accanto a Fazio con il recuperato Kolarov a sinistra e Florenzi riportato sulla linea di difesa, Cristante in mediana accanto a Nzonzi, Under e Kluivert alle spalle di Edin Dzeko con Lorenzo Pellegrini a galleggiare tra le linee. Plzen frastornato dall’avvio spumeggiante della Roma. Il cronometro dell’Olimpico segna appena 2’48”, il tempo a Kolarov di disegnare un assist al bacio per Dzeko e mancino mortifero del bosniaco: Kozacick non può far altro che inchinarsi e raccogliere il pallone in fondo alla rete. Una bella Roma che forte del vantaggio, tiene il campo con grande autorità , prende in mano il boccino del gioco lasciando al Viktoria le briciole di una frazione dominata sul piano del gioco dalla formazione giallorossa. Ci provano Limbersky, barvo nelle percussioni sulla fascia sinistra e Hrosocky a provare a scuotere i cechi che provano a cambiare l’inerzia della partita, prima con il bomber Krmencik poi con con colpo di testa di Kozacik, fuori di poco. Ma la Roma è lì, sorniona, padrona del gioco e del campo. Cristante va decisamente meglio rispetto al recente passato, dalle parti di Nzonzi non si passa, Pellegrini si posta a spasso avversari per tutto il campo, creando spazi per gli inserimenti di Under e Kluivert, bravi anche nella fase difensiva. Under fa tutto da solo, prende palla sulla trequarti, converge verso il centro saltanto avversari fino a trovare lo spiraglio per battere a rete: la traversa gli nega un gol bellissimo. Solo Roma e Plzen in affanno, incapace di reggere l’onda d’urto romanista. E così arriva anche il raddoppio, con un lancio millimetrico di Under che pesca in area Dzeko. Il bosniaco è bravo a controllare di petto e scaricare di  destro sotto la traversa: 2-0. Che poteva essere 3-0 se Kozacik non avesse compiuto un autentico miracolo sulla percussione di Florenzi che solo davanti al portiere ceco ha colpito a botta sicura. Non cambia la musica nella ripresa, sempre Roma pronta a chiudere la partita. Pellegrini sempre più a suo agio e un Dzeko rivitalizzato che ha continuato a giocare di squadra, oltre che a sboccarsi (serviva solo quello) in fase realizzativa. Plzen alle corde, possesso prolungato dei giallorossi e a stretto giro arriva il terzo gol con Under: sponda di Dzeko, assist di Pellegrini e rasoiata di sinistro del baby turco. Bello il gol ma ancor di più la coralità e i tre tocchi con i quali i giallorossi hanno sfondato nella retroguardia ceca. Dzeko palla al piede è una minaccia costante per una difesa, quella ceca, che non riesce ad imbavagliarlo e deve superarsi ancora Kozacik nel deviare in angolo a botta sicuro sul bosniaco, servito da uno splendido suggerimento di Kluivert. L’olandesino è bello a vedere e il dio del pallone gli regala il giusto premio per una prova maiuscola. L’onnipresente Pellegrini innesca ancora Under, mancino velenoso, Kozacick ci mette una pezza, ma sul tap in è pronto il figlio d’arte che firma il poker. E ultimi quindici minuti con in campo anche Luca Pellegrini, Zaniolo e Schick al posto di Kolarov, Pellegrini e Under. Il Plzen è un pugile suonato, la Roma rallenta, abbassa il ritmo ma ogni qualvolta affonda, fa male all’avversario che avrebbe preso anche il quinto gol sul colpo di testa del solito Fazio partito però in fuorigioco. Ma la manita è solo rimandata e arriva in pieno recupero, ancora con Edin Dzeko che si porta a casa il pallone e la Roma la prima vittoria in champions. E finisce 5-0. Vittoria doveva essere e Viktoria è stata.