Scopriamo le 32 finaliste al Mondiale di Russia

GRUPPO A

Alexander Golovic, punta di diamante della Russia

 

 RUSSIA. Il paese ospitante ha l’obbligo di fare bene davanti ai propri tifosi. I russi hanno ottenuto il loro miglior risultato nel 1966 quando si piazzarono quarti, tra i pali c’era il mitico Yashin. Attualmente in nazionale c’è un basso tasso tecnico sopratutto nella zona nevralgica, Golovin a parte: il talentino del CSKA è seguito da mezza Europa per la sua grande visione di gioco e la sua velocità palla al piede. La favorita nel girone A è sicuramente l’Uruguay mentre Arabia Saudita ed Egitto sono avversari più abbordabili. Si punterà sull’esperienza del numero uno Akinfeev e appunto su Golovin. In zona offensiva nel 4-5-1 o nel 3-5-2 una maglia da titolare se la prenderà Smolov che ha all’attivo ben 52 gol in 73 presenze con il Krasnodar (in un campionato a dir la verità non proprio competitivo) e 12 centri in 31 presenze con la nazionale. Il ct  Cherchesov avrà il compito di  realizzare “l’impresa” viste le difficoltà: superare i gironi, risultato che nell’ultimo Mondiale non è stato conseguito neanche da don Fabio Capello.

ARABIA SAUDITA. Nazionale che è cresciuta negli ultimi anni, la testimonianza di questo percorso formativo è rappresentata dalla qualificazione a Russia 2018: i sauditi hanno battuto nell’ultimo turno del girone il Giappone capolista superando l’Australia al secondo posto e staccando uno dei quattro pass della sezione asiatica per accedere ai Mondiali. Le dimissioni di Bert van Marwijk è stato un colpo basso visto che l’ex allenatore dell’Olanda (finalista con gli orange nel 2010) aveva la giusta esperienza utile per sopperire ai molti limiti tecnici-tattici. Il neo tecnico Pizzi dovrà essere bravo quanto meno a non far rimpiangere van Marwijk. Come detto il fatto di essere stati inseriti nel girone più “debole” potrebbe essere un vantaggio anche se i sauditi sono gli sfavoriti contro le altre compagini del raggruppamento. In una delle nazionali più anziane spicca Al-Mullawad 23 anni ed in forza al Levante che potrebbe essere l’arma in più soprattutto a gara in corso grazie al suo spiccato senso del dribbling. La stella rimane Al-Sahlawy: 102 gol in 174 partite da quando gioca per l’Al-Nassr.

EGITTO. La qualificazione ottenuta in extremis contro il Congo grazie al rigore siglato da Momo Salah ha permesso agli egiziani di partecipare ad un Mondiale dopo ben 28 anni. Proprio Salah è il giocatore simbolo: una stagione strepitosa rovinata solo dalla finale di Champions dove il numero 10 dei Faraoni è uscito in anticipo per infortunio. Il cammino dell’Egitto dipenderà soprattutto dalle sue condizioni fisiche, averlo a completa disposizione sarebbe senza alcuna ombra di dubbio un valore aggiunto. In difesa spazio alla coppia difensiva del WBA Hegazy e Gabr. All’esordio si parte subito forte: di fronte ci sarà l’Uruguay, match che vede subito opporsi le favorite del girone. Altro dato a favore dei Faraoni riguarda il ct: se è vero che Cuper è da sempre etichettato come l’eterno secondo, è vero anche che l’ex allenatore dell’Inter sa trasmettere le giuste motivazioni oltre a conoscere ormai a 360 gradi il mondo del calcio.

URUGUAY. Campioni nel mondo nel 1930 e nel 1950, l’Uruguay ha intenzione di ripetere lo splendido cammino del 2010 quando sfiorò la finale. In Brasile invece gli uruguagi sono stati eliminati agli ottavi contro la Colombia. La più forte delle altre concorrenti del girone ha in rosa tanti giocatori forti e abituati ai palcoscenici internazionali. Il punto di forza è il tandem offensivo Cavani-Suarez due degli attaccanti più forti in circolazione . Difesa solida  formata dai due Atletico Madrid Godin e Gimenez. Una squadra solida, quadrata ma a tratti anche spettacolare. Nel 4-4-2 chiavi del centrocampo affidate alla coppia “italiana” Vecino e Bentancur. Se vogliamo trovare un difetto lo si riscontra sulle corsie esterne dove anche i ricambi non sono quelli delle grandi nazionali.

GRUPPO B

Ronaldo e Ramos, avversari al mondiale

 SPAGNA. L’epopea della Spagna si è interrotta nel 2014: dopo due Europei consecutivi ed il primo storico Mondiale nel 2010 è arrivata la delusione della prematura eliminazione in Russia. Una delle maggiori candidate al trionfo si schiererà con il 4-3-3: classe cristallina in ogni zona del campo. La Roja potrà inoltre contare sul giusto mix di esperienza e qualità: Sergio Ramos, Piquè, Iniesta e Silva avranno il compito di guidare ed indirizzare il talento dei vari Isco e Asensio. Lopetegui che ha a disposizione giocatori provenienti dai top club europei ha dovuto rinunciare a gente come Morata. Davanti i muscoli e la forza di Diego Costa mentre a centrocampo lo spazza neve Sergio Busquets è pronto a dare ordine e pulizia alla manovra. Le Furie Rosse dovranno aggiungere all’estetica, all’eleganza e alla classe la concretezza e l’efficacia, elementi essenziali nelle gare secche.

PORTOGALLO. I lusitani si presenteranno al prestigioso appuntamento da campioni d’Europa in carica trainati ovviamente da Cristiano Ronaldo reduce dalla vittoria della sua quinta Champions League. Insieme alla Croazia rappresenta l’outsider del torneo. Portoghesi e croati se ben con peculiarità differenti sono un tassello indietro rispetto alle favorite ma grazie alle loro qualità individuali e collettive possono mettere in difficoltà chiunque. Occhi su Guedes ala in forza al Valencia nella scorsa stagione, classe 96 e tanta eleganza che ha già dimostrato di avere personalità. Davanti a Rui Patricio la coppia collaudata ed esperta Pepe e Fonte, mentre a disegnare gli assist ci sarà Moutinho supportato dagli spunti di Bernardo Silva e di Bruno Fernades in grande spolvero. Fari puntati anche su Andrè Silva, non positiva la sua prima stagione italiana considerato però da CR7 un buon partner d’attacco e soprattutto un grande prospetto.

MAROCCO. La qualificazione è arrivata grazie alla vittoria contro la Costa d’Avorio che ha permesso ai marocchini poter tornare nel palcoscenico dei Mondiali dopo 20 anni di assenza. Gli africani sembrano maggiormente accreditato rispetto all’Iran per ostacolare le due super favorite iberiche. Nel 4-2-3-1 del ct Renard spicca Ziyech: 25 anni può giocare in più ruoli in attacco, il giocatore dell’Ajax interessa a tante squadre  in primis la Roma. Dietro ci sarà Benatia che dovrà essere bravo a compattare la difesa visto la forza degli avversari. La differenza è infatti troppa con le iberiche, giocare però senza pressioni e con la mente “sgombera” potrebbe essere un fattore positivo visto che c’è tutto da guadagnare per i marocchini.

IRAN. La cenerentola del girone almeno sulla carta. Poca esperienza e poca qualità in rosa ad eccezione di qualche individualità. In panchina siede però Carlos Queiroz che ha un curriculum di tutto rispetto: assistente di Ferguson allo United, allenatore del Real Madrid (2003/2004) e soprattutto ct del Portogallo per 7 anni. Ha quindi contribuito a far crescere l’ambiente lusitano inoltre ha portato l’Iran alla sua secondo qualificazione Mondiale consecutiva. Nei gironi per accedere a Russia si è messa in risalto una squadra organizzata in ogni settore del campo, ora però arrivano avversarie ben diverse.  L’esordio sarà contro il Marocco, un risultato positivo potrebbe dare fiducia fin dall’inizio, aspetto di notevole importanza in una competizione Mondiale.

GRUPPO C

Griezmann guida l’attacco della Francia

 FRANCIA. Possiamo tranquillamente mettere i francesi tra le favorite. Una delle squadre più giovani del Mondiali ma paradossalmente più esperte considerato che la maggior parte dei talenti gioca nei migliori club europei. Davanti l’affidabile Lloris ci saranno i centrali del Real e del Barca, Varane e Umtiti. Centrocampo completo con Pogba, Kanté e Matuidi. Nel tridente grande scelta per Deschamps: Mbappé, Giroud e Griezmann sono destinati a prendersi con una maglia da titolare ma la panchina è formidabile: sono pronti a spaccare la partita giocatori come Dembelé e Thauvin. Nell’ultimo Europeo perso in finale i francesi hanno dimostrato di saperci fare contro corazzate come la Germania, ora servirà maggiore incisività per una squadra giovane ma con una forza, un potenziale ed una energia pazzesche.

 AUSTRALIA. Una squadra fisica, dinamica ma poco tecnica. Anche in questo caso conteranno molto le linee guida dell’allenatore: Bert van Marwijk dovrà esser bravo a guidare i canguri il più avanti possibile. L’Australia è una nazionale che storicamente è difficile da affrontare sopratutto per il loro senso di sapersi unire e compattarsi. Servirà ben altro contro la Francia e contro la Danimarca per provare a passare il turno. Ci sarà anche Tim Cahill a 38 anni giocherà un altro Mondiale con i Socceroos. Piccola curiosità, come allenatore in seconda ci sarà Mark Van Bommel l’ex centrocampista del Bayern Monaco aiuterà Bert van Marwijk, un punto di riferimento per i giocatori capaci di dare consigli utili e preziosi visto che in carriera ha anche sfiorato il Mondiale nel 2010.

PERU’. Movimentato il pre Mondiale dei Peruviani. Prima la paura dell’esclusione per una proposta di legge (che alla fine non è stata approvata) che sarebbe andata contro i regolamenti FIFA. Poi il caso Guerrero un totem in patria squalificato per doping. Il Perù alla fine della fiera parteciperà a Russia 2018 con il capitano Guerrero che guiderà l’attacco a ben 36 anni. Il capitano peruviano ha fatto di tutto per la sospensiva del provvedimento doping, Lloris e Kjaer capitani di Francia e Danimarca hanno inviato lettere alla FIFA per far partecipare el Depredador. Questo per far capire la “garra” e la dimensione del personaggio. La prima partita contro i danesi influenzerà molto il cammino. Ci saranno anche Farfan reduce da una stagione molto positivo e il classe 91 Cueva. Il Perù durante il girone di qualificazione ha dimostrato di saper mettere in difficoltà squadre blasonate e forti. Guerrero e compagni sono pronti a sfoggiare la loro grinta.

DANIMARCA. La Danimarca campione d’Europa nel 1992 è stato uno dei capitoli più belli e curiosi della storia del calcio. Lontani dai quei vecchi fasti il calcio danese non ha attraversato anni non esaltanti. Negli ultimi anni però il calcio nordico ha cambiato visione mettendo in atto progetti per far crescere ambienti e settore giovanili. I danesi si presentano all’appuntamento Mondiale con la loro solita fisicità questa volta condita anche da talento. Uno su tutti Eriksen trequartista del Tottenham autentico trascinatore nelle qualifiazioni. Nel 4-2-3-1 degli scandinavi troviamo una difesa solida composta da Christensen del Chelsea e Kjaer, sotto osservazione Dolberg altro talento dell’Ajax.  In porta ci sarà Schmeichel che di miracoli con il suo Leicester ne sa qualcosa.

GRUPPO D

Leo Messi stella dell’Argentina

ARGENTINA. Fari puntati ovviamente sull’Albiceleste. Sarà ancora Leo Messi ad avere l’arduo compito di guidare i suoi verso un’altra finale dopo quella in Brasile persa contro la Germania. Sampaoli ha tra le mani una squadra ricca di talento ed di eccelse individualità. Il tallone d’Achille è la fase difensiva, se è vero infatti che ci sono giocatori esperti come Otamendi e Fazio è vero anche che la retroguardia ha dimostrato più volte di non essere impenetrabile soprattutto contro le grandi nazionali. E’ chiamato ad una reazione Gonzalo Higuain dopo aver steccato la finale nel 2014 e le finali nel 2015 e nel 2016 in Copa America contro il Cile. Il Pipita è infatti continuamente bersagliato dai tifosi dell’Albiceleste per i numerosi errori nelle partite decisive. Dal punto di vista psicologico l’Argentina viene da anni complessi: 3 finali perse in 4 anni.  Come detto le speranze sono riposte nel capitano, nel simbolo di questa squadra Lionel Messi, il Mondiale sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera stratosferica.

CROAZIA. La mina vagante della competizione è sicuramente la Croazia. Centrocampo di qualità e muscoli che poche squadre possono vantare: Modric e Rakitic su tutti. Sulle corsie esterne spazio ai guizzi di Perisc, all’imprevedibilità di Pjaca e agli spunti di Rebic in netta crescita nell’ultima parte di stagione. In zona offensiva a guidare l’attacco ci sarà Mario Mandzukic. Il giocatore della Juve ha dimostrato di esserci quando serve e di non temere nessuna difesa al mondo, la sua abnegazione e la sua grinta sono un esempio per tutti. Punti di debolezza? La Croazia è sempre sembrata una squadra in rampa di lancio ma quando c’era bisogno di fare lo step successivo questo non è avvenuto: al Mondiale del 2014 fuori clamorosamente ai gironi mentre ad Euro 2016 fuori contro il Portogallo agli Ottavi. Dal punto di vista difensivo la squadra di Dalic sotto l’aspetto tattico e della velocità lascia qualcosa a desiderare.

ISLANDA. Una squadra sulla cresta dell’onda: dopo i quarti di finale ad Euro 2016 persi contro i padroni di casa della Francia è arrivata la prima storica qualificazione ad un Mondiale. L’Islanda rappresenta al meglio il percorso di crescita del calcio nordico in questi ultimi anni, non solo dal punto di vista del gioco ma anche delle strutture e delle accademie calcistiche. Ovviamene non essere abituati a palcoscenici cosi importanti può pesare ma la determinazione e l’entusiasmo non mancano . Il modulo sarà un classico 4-4-2 dove spicca il giocatore dell’Everton Sigurdsson.  di  Un’Isola (la più piccola ad essersi qualificata nella storia ad un Mondiale) di 335.000 abitanti è pronta a stupire ancora una volta. Prepariamoci ad assistere al meraviglioso rito “Viking Thunder-Clap” autentico marchio di fabbrica.

NIGERIA. Velocità e rapidità sono le armi migliori delle Super Aquile. Si punterà sul 4-2-3-1 da non escludere il 4-4-2. Tra i giocatori con maggior personalità troviamo Obi Mikel che è pronto a fornire palloni in corsa per le frecce Musa e Moses. A disposizione anche Simy autore di un gran finale di stagione nel Crotone oltre agli altri Premier League Iwobi dell’Arsenal e Iheanacho del Leicester. A differenza degli islandesi una squadra meno organizzata ma più dinamica. Nel 2014 gli africani riuscirono ad arrivare fino agli Ottavi eliminati poi dalla Francia, questa volta però avranno un girone molto complesso. Storia romantica e straordinaria che riguarda il portiere Uzoho, due partita in Liga con il Deportivo per poi essere mandato nella seconda parte di stagione a giocare in terza divisione. A neanche 20 anni giocherà il Mondiale da titolare.

GRUPPO E

Il Brasile punta forte su Neymar

BRASILE. A detta di molti la squadra più completa. Qualità individuali eccelse da Neymar a Coutinho, due attaccanti meravigliosi come Gabriel Jesus e Roberto Firmino ma anche una difesa esperta ed autorevole formata da Thiago Silva e Miranda e la protezione garantita da Casemiro. La squadra con la miglior coppia di terzini formata da Danilo a destra e da Marcelo a sinistra. La stella è O’Ney che appena è tornato dal lungo infortunio ha subito segnato nell’amichevole contro la Croazia, il suo feeling con la nazionale verdeoro è sempre stato eccezionale non solo in termini di gol. In Brasile è rimasta la delusione ed il rammarico soprattutto per il 7 a 1 in semifinale contro la Germania: in quella gare Neymar non c’era per l’infortunio subito ai quarti contro la Colombia e chissà come sarebbe andata con il numero 10 in campo visto che stava disputando un ottimo Mondiale. I tempi sono maturi per conquistare il sesto Mondiale della storia.

SVIZZERA. Obiettivo portare a casa un risultato importante visto che la nazionale nei prossimi anni dovrà riaprire un nuovo ciclo considerata l’età media della squadra. Tante conoscenze dal calcio italiano in rosa: dai terzini Lichsteiner (nuovo giocatore dell’Arsenal) e Ricardo Rodriguez al centrocampo: Freuler, Behrami e Dzemaili. A supportare le movenze dell’unica punta Seferovic ci sarà Shaqiri che deve riscattarsi dopo la retrocessione con lo Stoke e l’esuberante ma tecnico Xhaka. Una squadra come detto solida e preparata tatticamente che vuole l’acuto in campo Nazionale. In panchina il ct Petkovic ex Lazio. La tigna svizzera potrebbe rivelarsi un ostacolo per il Brasile alla prima giornata.

COSTA RICA. Autentica rivelazione nel 2014, primo posto nel girone davanti Uruguay, Italia ed Inghilterra. Il pareggio in extremis al quinto minuto di recupero contro l’Honduras ha permesso ai costaricani di qualificarsi. L’obiettivo è quindi ripetere quanto fatto nell’ultimo Mondiale. Il giocatore più importante è il portiere Keylor Navas del Real Madrid ma anche Ruiz, Oviedo e Borges sono tasselli fondamentali. L’imprevedibilità di Campbell sarà un aspetto prezioso. Al centro della difesa Gonzalez che comanderà il corposo 5-4-1. Punto di forza? Ottima capacità nel saper imbrigliare la manovra avversaria.

SERBIA. I serbi avranno subito un match fondamentale nella prima giornata contro la Costa Rica visto l’equilibrio nel girone. Nel 4-2-3-1 i 3 dietro la punta sanno mettere in difficoltà chiunque. Ljajic talento discontinuo ma che quando è in giornata diventa devastante, Milinkovic-Savic uno dei migliori centrocampisti in circolazione capace di abbinare alla sua grande fisicità abnegazione e qualità ed infine Tadic che ha nelle corde buone giocate nello stretto. Dietro conterà soprattutto lo stato di forma di Kolarov: il terzino della Roma è il giocatore più carismatico. A centrocampo la coppia Matic-Milivojevic.

GRUPPO F

Toni Kroos, anima della Germania di Low

GERMANIA. Tra le prime 3 favorite insieme a Brasile e a Spagna. Gli attuali campioni del Mondo proseguiranno con il loro consueto 4-2-3-1 di Low che ha lasciato a casa (tra non poche critiche) Leroy Sane. Per il ricambio generazionale una squadra rispetto all’ultimo Mondiale meno forte ma che comunque rimane tra le favorite. Basti pensare che lo scorso anno la Germania B composta da giovani e guidata da Goretzka conquistò  la Confederations Cup. Una delle difese migliori con Neuer che è stato recuperato dopo 8 mesi di assenza, bisognerà comunque valutare le condizioni del portiere del Bayern. Una maglia da titolare dovrebbe prendersela Timo Werner del Lipsia gran prospetto ma che non ha ancora la giusta esperienza internazionale. Le giocate di Kroos e Ozil saranno fondamentali. Punto a favore è la pragmatismo e l’efficacia che contraddistingue i tedeschi capaci sempre di arrivare fino in fondo.

MESSICO. Nazionale che ha raggiunto il giusto grado di maturità e che dal punto di vista tecnico supera almeno sulla carta Svezia e Corea del Sud. Mix di giovani e giocatori esperti che si bilancia. Nel 4-3-3 il Chicharito Hernandez si posizionerà al centro dell’attacco con accanto Corona e Lozano giocatori brevilinee che fanno del dinamismo la loro miglior arma. Occhio ai fratelli Dos Santos e a Carlos Vela, tutti calciatori che avrebbero potuto fare una carriera diversa per il loro gran potenziale. Non mancano gli immensi Rafa Marquez e Guardado che dalla panchina e dal campo stesso avranno il compito di bilanciare la spregiudicatezza offensiva. I messicani non vogliono porsi limiti anche per questa edizione è stata raggiunta la settima qualificazione consecutiva ad un Mondiale.

SVEZIA. La squadra che ha eliminato l’Italia allo spareggio non vuole fare solo una comparsa. Senza il giocatore svedese più forte di sempre ossia Zlatan Ibraihmovic, le responsabilità vanno al giocatore con maggior classe Forsberg del Lipsia. Neanche un convocato figura dal campionato svedese. I gialloblu fanno della fisicità e della difesa arcigna il loro punto di forza mentre le debolezze si riscontrano nella velocità e nel palleggio. Il girone Germania a parte è comunque alla portato degli svedesi che l’ultima volta che hanno partecipato ad un Mondiale è stato nel 2006 quando arrivarono fino agli ottavi.

COREA DEL SUD. La nazionale obiettivamente più debole del girone. Il miglior risultato per i coreani risale al 2002 quando eliminarono tra mille polemiche e decisioni arbitrali assurde prima l’Italia e poi la Spagna. Il modulo dovrebbe essere il 3-5-2 che si trasforma nel 3-4-1-2 in fase offensiva. Il giocatore simbolo è Son del Tottenham forte nel dribbling che è abituato a giocare contro difese forti e preparate tatticamente. Uno dei problemi maggiori della rosa è infatti i campionati poco competitivi dove giocano i nazionali coreani.

GRUPPO G

Edin Hazard è l’anima del Belgio

BELGIO. Tra le favorite e le mine vaganti si colloca il Belgio che potenzialmente non ha nulla da invidiare alle corazzate. 3-4-2-1 la disposizione in campo un modulo spregiudicato che può diventare letale se vengono abbinati sacrificio e protezione. Courtois tra i pali, in difesa Kompany, Vertonghen ed Alderweireld. De Bruyne sarà il perno della squadra, le sue accelerazioni e le sue progressioni palla al piede potrebbero essere decisive. Davanti uno dei tridenti migliori formato da Mertens, Lukaku ed Hazard. Il ct Martinez che ha suscitato scalpore per l’esclusione di Nainggolan dovrà essere bravo ad amalgamare i suoi. Le possibilità per superare i quarti persi contro l’Argentina all’ultimo Mondiale sono davvero elevate.

PANAMA. Considerata la cenerentola del Mondiale il Panama si è qualificata in modo rocambolesco. I Canaleros nell’ultima giornata del girone sono riusciti a ribaltare il risultato vincendo 2 a 1 contro la Costa Rica ma il gol del pari è stato convalidato dall’arbitro quando il pallone non aveva attraversato la riga di porta. Nella prima giornata si parte subito forte ci sarà il Belgio. Il Panama dovrà mostrare orgoglio e carattere visto che non ci sono paragoni con le altre nazionali. La Tunisia è un’avversaria utile per fare almeno un punto ad un Mondiale, obiettivo che risulterebbe storico in patria.

TUNISIA. Il sorteggio poteva essere decisamente più favorevole. La Tunisa non ha giocatori capaci di decidere le partite per questo sarà importante l’unione e la compattezza del gruppo. Anche lo storico delle Aquile di Cartegine è pessimo: partecipazione solo a 4 Mondiali nei quali non si è mai passato il primo turno. Il calciatore di maggior qualità è il numero 10 Khazri reduce da una buona stagione con il Rennes. L’esordio contro l’Inghilterra.

INGHILTERRA. Soutghate ha rivoluzionato la nazionale e la mentalità inglese. Spazio ai giovani e al gioco frizzante magari meno esperienza ma più dinamismo. Il conservatorismo inglese è stato messo da parte. Infatti uno dei punti cardine ossia la difesa a 4 è stato sostituito dalla difesa a 3. Il peso dell’attacco sarà tutto sulle spalle dell’uragano Harry Kane, l’attaccante del Tottenham vuole consacrarsi anche a livello internazionale. Dietro di lui le fiammate di Sterling e gli inserimenti di Dele Alli uno dei migliori nello sfruttare gli spazi. Occhio a Rashford che ha sempre segnato all’esordio nelle competizioni che ha giocato. I tre leoni dopo le cocenti delusioni degli ultimi anni vogliono il rilancio. La rivelazione potrebbe essere la nuova Inghilterra meno “rigida” ma più imprevedibile.

GRUPPO H

Robert Lewandowski guida l’attacco polacco

POLONIA. Lewandowsky e Milik sono pronti a dare del filo da torcere. Due attaccanti che si completano e sanno mettere in difficoltà ogni tipologia di difesa. Fisico e muscoli ma anche velocità e rapidità elementi che fanno da corollario al loro gran senso del gol. Nota dolente l’infortunio di Camil Glik un punto ferma in questa nazionale. Zielinski a centrocampo vorrà una maglia da titolare per farsi conoscere anche in ambito internazionale. Insieme alla Colombia è la favorita del girone. Questa volta i polacchi hanno tra le mani una ghiotta occasione per arrivare il più in fondo possibile.

SENEGAL. Nel 2002 nell’unica partecipazione ai Mondiali il Senegal arrivò ai quarti. Da allora risultati poco entusiasmanti. I motivi per sorridere però ci sono grazie a giocatori che sono cresciuti e si sono affermati nei grandi campionati. Mane l’uomo simbolo a segno anche in finale di Champions con l’ex Lazio Keita e Niang sull’esterno. In difesa Koulibaly a proteggere gli africani. Uno dei gironi più equilibrati. Sarà importante dosare bene spregiudicatezza, entusiasmo ed equilibrio.

COLOMBIA. Ripetere quanto di buono fatto in Brasile, questo l’imperativo per la Colombia. I Pekerman ha scelto Cambiasso in panchina per traghettare i suoi. Davanti per i Caffetteros el Tigre Falcao è pronto a ruggire in quello che potrebbe essere il suo ultimo Mondiale. Pronti a subentrare Bacca, Muriel e Zapata. El diez James Rodriguez vorrà proporre le giocate fatte vedere nel 2014 dove ha espresso tutto il suo repertorio. Da ricordare uno dei gol più belli nella storia dei Mondiali, quello realizzato da James nell’ottavo contro l’Uruguay. In porta fiducia rinnovata ad Ospina mentre Quintero e Cuadrado completeranno la parte offensiva. Sulla carta sono i più forti del girone ma guai a sottovalutare le altre squadre.

GIAPPONE. Nel 4-3-3 che proporranno i nipponici spiccano Kagawa ed Osoko direttamente dalla Bundesliga la seconda patria calcistica del Giappone. Importanti saranno anche gli spunti di Okazaki del Leicester. Nei titolari anche due vecchie conoscenze della Serie A ossia Nagatomo e Honda un vero e proprio idolo. Il Giappone appare un pizzico indietro rispetto alle avversarie del girone, tuttavia i nipponici come anticipato hanno giocatori dotati di tenacia che hanno acquisito la giusta esperienza.

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