Infantino difende la Var: “Aiuterà il calcio a crescere”

di MASSIMO CICCOGNANI
Al centro del dibattito del mondiale per club che oggi gioca l’ultimo atto, c’è la VAR, la moviola in campo, che la Fifa ha voluto applicare proprio in questa edizione del mondiale giapponese. E a dirla tutta, nonostante qualche perplessità, la Var piace, eccome. Due casi risolti con il sostegno della tecnoclogia, il rigore che ha permesso al Kashima di andare in vantaggio contro il Club Nation e poi la convalida del gol di Cristiano Ronaldo in Real-Club America. L’arbitro aveva ritenuto il portoghese in fuorigioco, ma le immagini in tempo reale hanno dimostrato il contrario. C’è ancora da lavorare molto, ma Gianni Infantino, che si è presentato in conferenza con i suoi assistenti principali, l’ex milaniostra Marco van Basten e l’ex arbitro internazionale Massimo Busacca, non può che essere soddisfatto del primo impatto. “Diciamo che i risultati sono molto positivi – ha spiegato con cognizione di causa Infantino – Certo, siamo all’inizio e anche noi dobbiamo conoscere bene determinate tematiche, dobbiamo impratichirci, ma il primo risultato è decisamente positivo. La cosa importante che deve essere sottolineata è che l’arbitro in una ventina di secondi è stato in grado di prendere la decisione giusta ma soprattutto assicurare alla partita giustizia e trasparenza”. La Video assistan referee, secondo la Fifa, non deve scavalcare l’arbitro, ma lo deve aiutare a non sbagliare laddove ci sia una situazione di oggettiva difficoltà nel valutare. Infantino ha parlato di interferenza minima e massimo beneficio per mettere in evidenza quelle situazioni sfuggire all’occhio umano ma non a quello delle telecamere. “Partiamo dal presupposto che l’arbitro è chiamato ad un compito molto difficile dal punto di vista professionale ed anche un piccolo errore è un errore e spesso potrebbe essere decisivo per cambiare il corso di una partita. E noi dobbiamo lavorare affinchè tutto questo non accada più. In pochi secondi dobbiamo capire cosa è realmente accaduto e indirizzare il direttore di gare nella direzione giusta. Se non ci fosse stata la Var, probabilmente il Kashima non avrebbe usufruito del rigore che ha sbloccato la partita e probabilmente non l’avrebbe vinta. E se una squadra perde una Coppa del Mondo per un errore è molto grave e questo per la regolarità delle partite e dei campionati non possiamo più permettercelo”. Adesso c’è un anno di sperimentazione ppi, la decisione definitiva. “E’ compito dell’Ifab deciderà come sarà il futuro della Var. La decisione definitiva sarà presa a marzo del 2018 quando valuteremo con tutte le federazioni se il sistema ha prodotti reali benefici. Noi siamo convinti di si. Per adesso iniziamo con le sperimentazioni, valuteremo caso per caso e prenderemo di comune accordo la decisione migliore”. Anche Zidane, tecnico del Real Madrid, si è detto cautamente ottimistra. “Non possiamo fermare la tecnologia, ma ci vuole tempo, ma in campo non ci deve essere alcun dubbio, ma penso che piano piano la Var diventerà uno strumento importante per garantire la regolarità delle partite”. Soddisfatto anche Massimo Busacca, responsabii degli arbitri Fifa. “Diciamo che il primo approccio è andato bene perché in occasione del gol di Ronaldo la decisione è stata giusta. L’assistente ha avuto un piccolo dubbio sulla posizione di partenza del portoghese ma è stato bravo a non fermare il gioco chiedendo alla Var di poter rivedere l’azione e le immagini hanno dimostrato che òla posizione era regolare. So è perso qualche secondo, è vero, ma pensate che se avesse interrotto il gioco avrebbe privato Ronaldo di un gol regolarissimo. Accetto le critiche, sia di Zidane che di Modric. Noi vogliamo poche interruzzioni e la chiamata della Var solo in casi estremi, solo se l’arbitro commette un errore importante. Stiamo lavorando e ci vorrà tempo ma l’obiettivo è avere la Var al mondiale del 2018: “Con più telecamere in campo ci sarà anche più prevenzione e le simulazioni saranno ridotte all’osso. Ora andiamo avanti con i test, ma il futuro è appena cominciato”. Già, proprio come voleva da una vita Aldo Biscardi che ha sempre sostenuto l’adozione della moviola in campo. Oggi è anche la sua vittoria.

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