Anoir Assou
Il Derby della Madonnina inaugura il ritorno del campionato dopo la sosta con una sfida che vale la vetta. Inter prima, Milan terzo a due punti: un equilibrio sottile che anticipa un confronto ad altissima tensione. I nerazzurri arrivano da tre vittorie consecutive e dal convincente successo contro la Lazio, mentre il Milan di Allegri si presenta con uno score eccellente nei big match – vittorie su Napoli e Roma, pari con la Juve – ma sorprendentemente fragile con le squadre di bassa classifica, segno di una proposta tattica molto reattiva e meno brillante contro difese chiuse.
Per l’Inter, la sosta è stata un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: pesante il ko degli Azzurri contro la Norvegia (5 titolari interisti), ma Chivu ritrova quasi tutti gli effettivi, ad eccezione di Dumfries, fermato da un problema alla caviglia. Al suo posto agirà ancora Carlos Augusto, scelta che testimonia la scarsa prontezza di Luis Henrique, ancora troppo timido nelle apparizioni stagionali. In avanti si rivede Thuram, finalmente recuperato dopo più di un mese: il ballottaggio con Bonny – in grande crescita – resta aperto, anche se la coppia con Lautaro sembra destinata a ritrovare la maglia da titolare.
Dall’altra parte, Allegri ritrova Rabiot, suo uomo-chiave già ai tempi della Juventus, e si affida al carisma senza tempo di Modric, risultato il migliore finora del centrocampo rossonero, nonostante i 41 anni. Con Fofana a completare il reparto, il Milan punterà a sfruttare la fisicità e soprattutto la velocità degli esterni: Leao e Pulisic, tornati disponibili insieme, rappresentano la vera minaccia per una difesa nerazzurra che deve ancora sciogliere il dubbio principale. Chivu sceglierà la forza in marcatura di Acerbi o la velocità di Bisseck per limitare un reparto offensivo che vive di strappi, dribbling e imprevedibilità ?
La chiave della partita potrebbe essere tutta lì: Inter che cercherà il dominio del gioco tramite pressing feroce e palleggio verticale; Milan pronto a punire ogni errore con ripartenze lunghe e attacchi a campo aperto. In mezzo, il confronto dei confronti: Calhanoglu contro Modric, due giocatori diversi, 10 anni di differenza, ma entrambi rappresentano il faro del centrocampo delle rispettive squadre.
Un derby che arriva presto, forse troppo presto per trarre conclusioni, ma che può già indirizzare le ambizioni delle due milanesi.






