Salvatore Savino *
Come purtroppo ho già visto in altre occasioni, sul Napoli si è abbattuta l’ennesima tempesta. Sembra proprio un destino infausto quello della squadra azzurra: non riesce mai a godere a lungo dei trionfi, consuma tutto e subito, con una enorme manifestazione popolare, fatta di cortei festanti, fuochi artificiali, strade imbandierate, ma, in un attimo, giunta alla mezzanotte, la Cenerentola partenopea scopre che la carrozza diventa una zucca, e gli abiti sfavillanti della festa appaiono come stracci consunti. Dopo lo scudetto del 2023, l’annus horribilis: cambi di allenatori, calciatori in discussione, classifica in campionato che non conduce nemmeno all’Europa meno prestigiosa. All’inizio di questa stagione, non sembrava che la situazione fosse quella di due anni fa: la riconferma, anche se piena di dubbi ed attese, di conferme e smentite, di Antonio Conte sulla panchina azzurra, doveva essere il punto di partenza per una stagione importante, con la conferma della leadership in Serie A, ed il tentativo di scalare qualche posizione Europea avanzando in Champions League. La società ha risposto a tutte le richieste del tecnico in sede di mercato, forse mancando solo l’arrivo di N’Doje, (i cui attuali risultati in Premier però non spingono alla disperazione) con l’esborso di una cifra enorme per le casse azzurre. Non è in questa sede che mi interessa fare valutazioni di bilanci, di entrate e uscite, o valutare se a questi grandi impegni economici siano corrisposte grandi entrate dalle cessioni eccellenti; ora si sta parlando solo del fatto che la società ha risposto affermativamente all’allenatore e alle sue richieste, e persino al verificarsi del brutto infortunio di Lukaku, il club ha subito preso Hoijlund, nonostante il costo elevatissimo dell’atleta. Questa l’introduzione del discorso che sorge adesso, quando, dopo 11 giornate di campionato, Conte in conferenza stampa dopo la debacle di Bologna, si è lasciato andare ad affermazioni molto forti sulla squadra, sui risultati, sul lavoro. Vorrei fare su questo alcune brevi riflessioni: Io ho sempre ritenuto che, come recita il proverbio, i panni sporchi si lavano in famiglia; di conseguenza, se Conte ha invece pensato di esternare pubblicamente alcune problematiche che dovrebbero restare all’interno dello spogliatoio, avrà avuto i suoi motivi, che non conosco e non posso conoscere. Provo a fare una valutazione della realtà, nell’unico interesse che mi sta a cuore, che è quello di chi, come me, tifa per il Napoli, perché, all’età che ho, so bene che tutti i calciatori e gli allenatori sono professionisti, che cercano di ottimizzare i propri guadagni, motivo per cui, oggi sono al Napoli, e, e su questo non ho dubbi, danno il meglio per la nostra maglia, ma domani, pensando giustamente a sè stessi, lo faranno per altri Club. Noi non cambieremo, perché noi abbiamo scelto il Napoli per amore, e non per professione. Per questo, da tifoso, le parole del tecnico devono portarmi a qualche riflessione, se non a qualche preoccupazione per il futuro a breve e a lungo termine. I fatti vanno valutati come tali, scevri da valutazioni che possono essere personali, e quindi diverse per ciascuno di noi, e i fatti dicono che: dal punto di vista della classifica, il Napoli è in pratica secondo a due punti dalle due capolista, ed è ancora in corsa per la classifica di Champions League, che oggi vedrebbe la squadra azzurra qualificata ai play-off. Nelle ultime sette gare, la squadra ha mostrato una brutta flessione, sia in termini di risultati, viste le tre sconfitte e i due pareggi, che in termini di gioco. La rosa azzurra, in questa prima fase di stagione, è stata decimata dagli infortuni, che sono stati davvero tanti, e tutti riguardanti la sfera muscolare: visti i numeri, non è più considerabile una circostanza sfortunata. Questi i fatti.
Ora: non ho le capacità per poter conoscere i motivi e le cause che hanno portato al verificarsi di questi fatti sopra elencati, ma posso provare a valutare delle ipotesi di soluzione, che hanno tutte una nota comune: Il tecnico è preposto alla preparazione atletica e fisica della rosa, anche grazie ad uno staff numeroso e di prim’ordine, che prevede anche un’equipe sanitaria di grande professionalità, motivo per cui solo lui quindi, insieme a questi professionisti, deve dare risposta a tutti questi infortuni muscolari, studiando e approfondendo se tra le concause possano esserci un’eccessiva mole di lavoro, sia in fase di preparazione che negli allenamenti quotidiani, o la poca rotazione, per cui alcuni calciatori hanno dovuto giocare tante partite e altri meno, e così via. Parimenti, è il tecnico a dover trovare e provare le soluzioni tattiche per migliorare la carenza di gioco e di occasioni da rete, così come addestrare la squadra a perfezionare la fase di non possesso, ed é ancora e sempre l’allenatore, con il pieno sostegno della società, a dover affrontare e superare i conflitti interni alla squadra, a gestire le incomprensioni, a dialogare con i calciatori per comprenderne le esigenze e le problematiche, i lamenti e le soddisfazioni. Se ci sono problemi interni, se qualche calciatore non si adegua alle regole del gruppo, se non prova con tutte le sue forze a disposizione a lottare per vincere, se ritiene di non sentirsi più parte del progetto, è proprio l’allenatore che deve affrontarlo e superarlo. I tifosi hanno il diritto ad avere una squadra che lotti sempre per vincere. Attenzione, non che vinca sempre, ma che sempre lotti per farlo. I tifosi hanno diritto a vedere la loro maglia indossata sempre da gente che desideri farlo, che abbia orgoglio nel portarla in giro per gli stati del mondo. I tifosi hanno il diritto di sognare, di riempire d’amore i loro idoli, ma hanno anche il diritto di essere ricambiati in questo amore. Questo non significa, come dicevamo, dover sempre vincere, ma significa, in ogni gara, avere la certezza di averci provato con tutte le proprie forze, fisiche ed emotive. Mister, io sono con lei, come dicevo la volta scorsa. Non dimentico la grande gioia che mi ha regalato con lo scudetto solo pochi mesi fa, e anche se mi ha lasciato confuso con le dichiarazioni del post Bologna, sono sicuro, come già detto prima, che avrà avuto le sue giuste motivazioni per farlo, e sono convinto anche che sarà lei a trovare le giuste soluzioni ai problemi che sembrano affliggere il nostro Napoli. Ho scritto nostro volutamente: Lei ha un altro passato, una storia di calcio che la lega ad un’altra squadra, che non è proprio vicina al cuore dei napoletani, ma sono certo che da quando vive qui, al di là della professione che la lega al Napoli, un po’ di Napoli e del Napoli le sono davvero entrate nell’anima. Dia forza a questa Napoli, che si è ricavata un angolino nel suo cuore, e ritorni a fare quel che ha sempre saputo e dimostrato di saper fare bene: vincere. Io ci credo Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli






