Enrico Rossi
Nel personaggio e nel clima derby, Gasperini ci si è calato perfettamente. Dopo l’inattesa sconfitta contro il Torino, la Roma è attesa domani, ancora una volta all’ora di pranzo, alla sfida più eccitante, il derby contro la Lazio. E l’importanza Gasperini la tratteggia nel corso della conferenza della vigilia. “I derby che restano sono quelli che vinci. Quelli che pareggi non te li ricordi, quelli che perdi li dimentichi velocemente: alla fine, le uniche cose che rimangono sono le vittorie. Cosa serve in queste partite? Devi essere micidiale negli episodi, devi avere grande attenzione e concentrazione, pathos, cuore. Sono cose che abbiamo noi e gli avversari, devi essere bravo nel portare gli episodi dalla tua parte ed essere molto preciso quando hai situazioni a favore, ma questo contraddistingue tutte le partite dove c’è grande equilibrio. Sono le situazioni fondamentali in partite di questo tipo che cambiano il risultato da una parte e dell’altra, al di là delle situazioni tattiche. Non è usuale si giochi così presto, di solito i derby vengono disputati più avanti. Però è anche una fase in cui le squadre sono più concentrate sul costruirsi, sul migliorarsi, quindi va bene così. Il calendario ha stabilito questo: magari avrebbe potuto esserci un’altra partita, ma il derby porta più tensione e alza subito l’attenzione sul campionato”.
Massimo rispetto per la Lazio. “Parliamo di un’ottima squadra, con un grande allenatore che ha fatto bene ovunque sia stato. Non ha fatto mercato quest’anno, ma non ha venduto nessuno: è rimasta praticamente la stessa dell’anno scorso, che già aveva raggiunto risultati molto buoni, tolti forse gli ultimi due mesi. Mi preoccupa, lo riconosco, ho rispetto per il valore di questa squadra, sia come collettivo che per alcuni singoli giocatori. È una partita assolutamente di livello. E’ una grande sfida, dove cerco di portare l’esperienza accumulata nella mia carriera dentro una squadra e in una piazza come Roma. È ciò che mi ha spinto e motivato a intraprendere questa strada. Sono molto convinto della bontà della scelta. È chiaro che ora devo guardare al presente e cercare di ottenere il massimo da quello che abbiamo. Probabilmente dovrò anche uscire dalla mia zona di comfort, quella in cui ero abituato a fare un certo tipo di calcio, con una rosa e caratteristiche diverse. Ma anche questo rappresenta una sfida ulteriore: dovrò cercare di percorrere altre strade, di trovare nuove soluzioni, pur mantenendo sempre i miei principi, cioè avere una squadra propositiva che cerchi di ottenere il risultato attraverso il gioco, il calcio e lo scontro sportivo, che è ciò che richiede una partita. Con Sarri ci affrontiamo da tantissimi anni. Ci incontrammo già in Serie C, io con il Crotone e lui credo con l’Arezzo. Poi, se non sbaglio, anche in Serie B, col Pescara, nel 2003-2004. In comune abbiamo probabilmente il percorso: anche lui ha fatto una carriera partendo dalla gavetta, allenando tante squadre nelle categorie inferiori, si è formato e ha portato alcune sue squadre a diventare un esempio di gioco. Io sono partito dal settore giovanile: tutto quello che ci siamo conquistati, fino ad arrivare a giocare questo derby insieme a Roma, è frutto del tempo e dei risultati ottenuti”.
Stop alle parole, la palla passa al campo.