ANCELOTTI SALUTA IL REAL

“Como no te voy a querer”

Lascia il tecnico della storia: 15 trofei vinti in sei anni. Nessuno come lui. IL Bernabeu in lacrime

Massimo Ciccognani

MADRID E’ proprio vero, “como no te voy a querer”, come posso non amarti. Chiedere a Carlo Ancelotti, il simbolo, l’orgoglio calcistico italiano nel mondo. Oggi ha salutato il Bernabeu, l’ultima con il Real prima di imbarcarsi per la nuova avventura alla guida della nazionale brasiliana. Una giornata che ha fatto commuovere anche l’erba del Bernabeu, il cuore a battere mentre sui mega schermi dello stadio ripassavano i momenti d’oro di Carletto alla guida dei Blancos. Carlo Ancelotti è il migliore, e lo dicono i numeri. Quindici trofei vinti sulla panchina del Real in sei stagioni, il tecnico più vincente nei 123 anni di storia madridista: 3 Champions League, 3 Mondiali per Club, 3 Supercoppe Europee, 2 Liga, 2 Coppe del Re, 2 Supercoppe di Spagna. Carletto qui a Madrid ha scritto la storia, a modo suo, con quel fare sempre pacato che ha conquistato tutti. Dire addio al Real non è stato facile. Già prima del via della sfida contro la Real Sociedad (2-0 con doppietta di Mbappé, ndr), il popolo madridista lo aveva accolto con una mega striscione “Gracias Carletto” e il suo nome, insieme a quello di Luka Modric che ha dato addio al calcio, a fare da colonna sonora alla febbre del sabato sera di Madrid. Peggio, a livello emozionale, è andata alla fine, quando è stato il Real Madrid ad omaggiare il tecnico della historia. Un passaggio tra emozioni, ricordi indelebili e tante lacrime, mentre sui megaschermi del Santiago andavano in onda le immagine che hanno scritto la storia, accompagnata dalla note di “A Te” di Lorenzo Jovanotti. Ha pianto un intero stadio, compreso il presidente Florentino Perez, legato in maniera indissolubile a Carletto. E dopo dieci minuti, ecco che compare lui, Carlo Ancelotti, avviarsi verso il centro del campo. Passo lento, gli occhi lucidi, microfono in mano. “Mica facile parlare, qui, oggi, ci provo” – ha iniziato Carlo – E’ stato straordinario vivere questa storia con voi, ed è una storia indimenticabile”. La voce che si spezza, un nodo alla gola, le lacrime e lo stadio ad applaudire dopo aver compreso il profondo disagio del tecnico. “È stato un onore, è stato un piacere allenare questo club, questa squadra. Voglio ringraziare innanzitutto il mio caro presidente, Florentino. È stato fantastico, grazie per questi momenti. È stato straordinario vivere tutto questo con voi, è stata una storia indimenticabile, perché nessuno può dimenticare i tre gol di Karim contro il PSG, nessuno può dimenticare i due di Rodrygo contro il City, né l’assist di Luka. E nessuno può dimenticare i due gol di Joselu. E nemmeno io posso dimenticare ogni giorno passato qui. E concludo con ‘Hala Madrid e niente di più’. Vi voglio bene”. L’ovazione del Bernabeu. Sipario.