Daniele Oliviero
Nella lunga notte di Bilbao, cattedrale di un calcio passionale e profondo come quello basco, una luce bianca illumina tutta la città. È quella del Tottenham che fa sua l’Europa League superando lo United per 1-0. Ma è stata una finale insolita; al San Mames sono scese in campo due squadre che condividevano lo stesso sentimento. Una cocente delusione per entrambe per una lunga e travagliata stagione che ha portato Red Devils e Spurs, rispettivamente 16 e 17 posto, ad affrontarsi in maniera quasi inaspettata. Come inaspettato è stato il gol che ha portato il Tottenham a sollevare un trofeo dopo 17 anni, un autogol nato da un tocco di Brennan Johnson. I Red Devils hanno combattuto fino all’ultimo minuto, ma non è stato sufficiente per salvare una stagione orribile, iniziata con uno scandente Ten Hag, proseguita con le speranze deluse di Amorim e il suo posizionamento da squadra salvezza, e conclusa con ciliegina sulla torta di perder la prima finale della sua storia contro chi non vinceva un titolo europeo dal 1984. Orrore su orrore per lo United, estati invece per il Tottenham di Postecoglu, che si è preso una bella rivincita dopo tutte le critiche. Due squadre scese con il morale sotto le scarpe ma almeno, alla fine dei conti, solamente una ha potuto aprire il paracadute salvavita, mentre l’altra è andata a schiantarsi al suolo per finire all’inferno.
La finale di Europa League
Spinge forte sul pedale del pressing il Tottenham con Solanke che recupera palla e serve Richarlison ma il suo tentativo viene respinto. Ma è dei Red Devils la vera prima occasione con Diallo che recupera palla e fa la barba al secondo palo. Sono proprio i ragazzi di Amorim a prendere in mano la partita con possesso palla, recuperando palloni pensati e neutralizzando la fase offensiva avversaria . Ma i Red Devils devono accontentarsi solo delle statistiche perché ai fatti ci pensano Gli spurs che prima di andare a riposo si portano in vantaggio. È un autogol a sbloccare la finale: taglio in mezzo di Sarr a trovare Johnson che sporca quanto basta per il tocco finale di Show. Esulta l’inglese, anche se il gol non è il suo, ma conta invece che sblocca la gara e fa mettere una mano sul trofeo al Tottenham.
Tornano più infuocati dagli spogliatoi i Red Devils e nella ripresa partono all’arrembaggio verso la porta di Vicario, che protegge bene sulla punizione di Fernandes ma meno sulla seconda, per fortuna che dietro c’è Van De Ven che salva tutto sulla linea. Amorim richiama rinforzi in attacco e fa entrare Zirkzee e Garnacho, che si mette subito in mostra con una poderosa frustata di destro spedita in angolo. Passano i minuti e l’assalto si fa sempre inteso, ma gli Spurs sono solidi là dietro, anche grazie a Vicario che nello scadere del recupero salva su un colpo di testa di Show. Ultima azione, corner sulla destra per lo United, raccoglie Casemiro la parabola e sforbicia all’indietro, prende la rete ma è quella esterna. Rilancio lungo dal fondo, ma non c’è più tempo. Finisce la finale, e il Tottenham torna a spolverare la bacheca.
Un campionato da incubo per la squadra di Postecoglu ma con un trofeo alzato nel finale. Una consolazione mica tanto magra.