L’Italia crolla ma risorge: troppo tardi, passa la Germania

Nella foto: la disperazione di Moise Kean (foto Michele Finessi/Image Sport)

Massimo Ciccognani

DORTMUND Una partita pazza, neppure nel peggiore degli incubi. Dall’inferno alle porte del paradiso, ma senza aprire quella porta che avrebbe portato alle semifinali. A Dortmund finisce 3-3 dopo un primo tempo assurdo, con gli azzurri umiliati, offesi e strapazzati da una Germania che l’ha travolta sul piano del gioco, del ritmo delle occasioni, della qualità chiudendolo sul 3-0. Poi un’altra Italia nella ripresa, capace di riprenderla con la doppietta di Kean e il rigore di Raspadori e con un rigore grosso come una casa non concesso su Di Lorenzo che avrebbe riaperto i giochi. Finisce qui, perché il 3-3 finale aumenta il rammarico per essersi svegliati troppo tardi. Italia fuori dalla Nations e alle qualificazioni mondiali, girone da cinque con Norvegia, Estonia, Israele e Moldova.

Così in campo Quattro cambi per Spalletti nel ritorno contro i tedeschi. Atteggiamento tattico 3-5-2: davanti, accanto a Kean, c’è Daniel Maldini. Dietro, due novità: Gatti a destra e Buongiorno centrale, a completare il reparto Bastoni, davanti a Donnarumma. In mezzo c’è Ricci al posto di Rovella, con Tonali e Barella ai lati. Sugli esterni, confermato Udogie a sinistra, avanzato sulla destra Di Lorenzo. Dal canto suo Nagelsmann resta fedele al suo 3-4-2-1 con Kleindienst punta di riferimento. Alle sue spalle Musiala e Sané. In mezzo Kimmich, Stiller, Goretzka e Mittelstadt. Dietro, davanti a Baumann, ci sono Schlotterbeck, Tah e Rudiger. Al Signal Iduna Park fischia il polacco Marciniak.

Troppa Germania L’atteggiamento azzurro prevedeva una fase di contenimento per arginare il probabile assalto tedesco. In realtà non c’è stata partita, con gli azzurri che si sono consegnati ai più tonici e aggressivi avversari. Azzurri che hanno fatto fatica ad uscire dal pressing tedesco, con gli uomini di Nagelsmann che hanno lavorato gli azzurtri ai fianchi per poi colpirli alla prima occasione. Imbucata di Kleidienst messo giù da Buongiorno. Calcio di rigore che Kimmich ha trasformato alla sinistra di Donnarumma. La Germania ha insistito, battuto il ferro caldissimo, Kleidienst ha esaltato le doti di Donnarumma che si è difeso in angolo. Dalla bandierina è arrivato il raddoppio: azzurri a parlottare tra loro, palla a Musiala che l’ha messa dentro senza contrasto. Ma non è finita perché prima dell’ìintervallo è arrivato anche il 3-0, con Kleidienst. E buonanotte ai suonatori.

La riprendono Kean e Raspadori  Spalletti rimescola le carte: dentro Frattesi e Politano per Gatti e Maldini con Di Lorenzo a scalare in difesa. Ed è altra Italia che si fa subito vedere, prima con Frattesi, poi con Kean che recupera un pallone al limite, gran conclusione e palla in rete: 3-1. Dentro Raspadori per Tonali, l’Italia non ha più nulla da perdere e ci prova. E ancora Kean, dopo aver puntato Tah, la piazza col destro: 3-2 a venti dalla fine. Marciniak concede il rigore agli azzurri dopo che Di Lorenzo viene steso in area, poi va al monitor e revoca la decisione in quanto Schlotterbeck ha sfiorato la palla prima di toccare il capitano del Napoli. Ma il rigore, è apparso evidente e avrebbe potuto cambiare il corso della partita. Rigore poi assegnato al novantesimo e trasformato da Raspadori per il 3-3 finale. All’Italia restano tanti rimpianti per quel che poteva essere e non è stato, per quel primo tempo di paura e di singhiozzi che ha indirizzato la gara. Peccato.