Supercoppa Italia, verso Milan-Juve. Conceicao: “Tante assenze, ma niente alibi”

Nella foto: Sergio Conceicao (foto Daniele Buffa/Image Sport)

Paolo Dani

L’esordio per Sergio Conceicao sulla panchina del Milan non è certo dei più agevoli. Subito la Juventus nella semifinale della Supercoppa Italiana a Rijadh. Il tecnico appare sereno e lo confermato le sue parole alla vigilia della sfida contro i bianconeri. “Ho trovato una squadra umile, che vuole imparare e capire cosa vuole il nuovo allenatore. Questo è fondamentale, è la base per un lavoro di qualità. Abbiamo avuto poco tempo per lavorare, chiaramente, ma ho voluto essere subito incisivo per essere competitivo già da domani e vincere subito”.

Inizio come detto in salita, contro la Juventus. “Avrei voluto avere più giorni per lavorare e tutti i giocatori disponibili, ovviamente, ma sapevo quello che avrei trovato quando mi hanno chiamato. Non può essere un alibi. Dobbiamo affrontare la sfida a testa alta, abbiamo ancora un paio di allenamenti per prepararla al meglio e cercare di vincerla”.

Non tradisce emozione anche nel ritrovare dalla parte opposta della barricata, il figlio Francisco. “Non sono emozionato, sono solo raffreddato e stanotte ho avuto 39 di febbre. Il nostro lavoro è cercare di migliorare nei campi in cui penso sia possibile farlo. Il momento non è bello, dobbiamo cambiarlo e possiamo farlo solo lavorando. Le parole non contano, in questi grandi club contano solo i risultati”.Francisco? A casa sono suo padre, domani sarà solo un avversario e vale lo stesso per lui. Voglio solo batterlo, così come vuole farlo lui. Spero che sarò io a essere più felice domani. Francisco ha delle caratteristiche di giocatore irriverente e di tecnica, che capisce bene il gioco. È uno con cui si può lavorare bene, può fare una bella carriera in Italia. La Juve ha tanti giocatori di qualità, giovani e che lavorano bene. Noi dobbiamo capire come smontare la loro organizzazione difensiva. Dovremo essere compatti e aggressivi, solo così il calcio funziona. La sola tecnica serve a poco.

Idee chiare su quello che lo attende. “Non voglio fare il visionario, penso solo a ottenere risultati. Facciamo un lavoro fantastico e difficile, siamo famosi e guadagniamo tanto, dobbiamo avere la fame per sfruttare il talento che Dio ci ha dato. Rischi? Se non volevo rischi non facevo questo mestiere, ma allenare il Milan è solo un onore e un orgoglio”.

Su formazione e mercato (Tomori) inutile provarci. “Non ho avuto il tempo di pensare al mercato. Non voglio individualizzare le cose, lui fa parte del gruppo come tutti gli altri, conta solo questo. Non siamo al completo, abbiamo tante assenze, ma non cerco alibi. Rappresentiamo uno dei club più importanti del mondo, con tifosi ovunque. È una grande responsabilità e faremo del nostro meglio”.