Salvatore Savino *
Settembre è da sempre il mese che identifica la malinconia: le spiagge d’improvviso si svuotano, e sui colori variopinti degli ombrelloni aperti scende un velo di tristezza. Il sole ormai tramonta sempre più presto, e non si vedono più i ragazzi sul lungomare prepararsi per la serata in discoteca. Tolte le primissime partite di agosto però, settembre è per noi tifosi il momento di rivedere il calcio vero, il campionato, il nostro Napoli, e quest’anno ancora di più, visto che la stagione precedente si era conclusa come tutti sappiamo. Il tifoso vive l’estate come un tempo di attesa, ma pieno di amore, con il cuore pronto ad emozionarsi per un nuovo acquisto, per una pronta riscossa, una nuova passione. Diceva La Rochefocauld : “l’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi “, e la passione dei tifosi non ha eguali. È la passione dei bimbi che giocano nei cortili, che indossano le magliette dei campioni, sognando di diventarlo anche loro, dei grandi che tanti anni fa impazzivano nell’attesa che dai pacchetti di figurine Panini, appena comprate in edicola, apparisse finalmente la mitica e introvabile immagine del portiere Pizzaballa, vero e proprio top player delle compravendite di figurine, che avvenivano clandestinamente nei corridoi della scuola, con l’occhio attento ad evitare che le professoresse se ne accorgessero e le sequestrassero. I tempi sono cambiati adesso: gli stessi scambi economici si fanno durante le infuocate aste del Fantacalcio, quando tifosi ed appassionati, vestendosi da manager e tecnici, preparano le loro rose per affrontare il campionato. Settembre è anche il mese delle ripartenze, e non mi riferisco alla recente abiura di Spalletti rispetto al suo dogma di calcio, che, affidandosi ad un sano e vecchio contropiede all’italiana, ha meritatamente espugnato il Parco dei Principi. Mi riferisco invece alla ripartenza della vita quotidiana, alla riapertura delle scuole, al traffico che per qualche settimana avevamo dimenticato, ai buoni propositi che tutti ci siamo prefissati e ripromessi nelle chiacchierate sotto gli ombrelloni. Nulla di nuovo sotto il sole, recita l’Ecclesiaste, uno dei libri della Bibbia, evidenziando come tutta la natura e la vita rispettino il loro scorrere quotidiano. Rientrando nel nostro argomento principe, anche nel calcio e sul Napoli non si riscontrano apparenti novità: il Napoli, forse per la prima volta nella sua storia, dopo aver scelto un tecnico di grande valore e di altrettanto costo, ha operato sul mercato spendendo cifre che apparivano fuori parametro fino a due mesi orsono, ma immediatamente sono partiti gli strali di chi non è mai d’accordo, di chi per principio deve trovare l’aspetto negativo: “va bene, ma lo ha dovuto fare per riparare agli errori dell’anno prima”, oppure “sì, però la gestione di Osimhen è stata sbagliata”, e così via. Ora: la critica è sempre o quasi giusta e accettabile, ma dovrebbe sempre essere costruttiva, volta a migliorare, e non fatta per partito preso e per scelta preventiva, altrimenti non si crescerà mai. Parliamo invece ad esempio dell’assetto che la squadra potrebbe prendere in campo, sulla scorta dei tanti calciatori nuovi. Sin dalle prime sedute del ritiro, apparivano abbastanza evidenti alcuni aspetti: ad esempio, le azioni e gli schemi offensivi prevedevano la figura di un centravanti boa, che facesse salire la squadra, che finalizzasse le innumerevoli sovrapposizioni sulle fasce, con relativi cross, che sapesse far da sponda per gli inserimenti dei compagni al centro. In pratica, il Napoli sembrava allenarsi con Lukaku, anche se fisicamente il belga non c’era ancora. Va detto che il cuore del mercato, i calciatori che potrebbero sparigliare le carte in tavola, i due “Braveheart” scozzesi, McTominay e Gilmour, sono arrivati da pochissimi giorni, per cui non è ancora facile capire come Conte vorrà utilizzarli. Di certo, si tratta di due giocatori di altissima qualità, con caratteristiche diverse, ma entrambi capaci di migliorare notevolmente i valori medi del gruppo. La partita di Cagliari, difficilissima come sempre, a partire dalle condizioni ambientali, considerando che la gara col Napoli viene attesa in terra sarda come la sfida dell’anno, con una acrimonia sportiva che trova le sue origini nello spareggio salvezza tra Cagliari e Piacenza, nel quale i tifosi azzurri parteggiarono per gli emiliani guidati da Mutti, che poche settimane dopo sarebbe diventato allenatore del Napoli, non è un ostacolo facile. Pensate le stranezze del calcio: Il Piacenza di Mutti si salva, mandando il Cagliari di Mazzone in serie B. Mutti diventa poi l’allenatore del Napoli, ma dopo pochissime partite viene esonerato, e indovinate chi lo sostituisce? Proprio il grande Carletto Mazzone, che però, in quell’infausta stagione, durerà poco, abbandonando davanti ad una realtà tecnica e societaria ingestibile. (Ah! Se si avesse memoria di quello che abbiamo sofferto a Napoli, quante parole inutili in meno si direbbero…) il Napoli retrocesse in serie B, e due anni dopo anche il Piacenza. I motivi che spingono i cagliaritani a ritenere quella con il Napoli la gara dell’anno, sono quindi datati, forse anche ingiustificati, visto il tempo trascorso e anche la vicinanza “Geo sportiva ” che dovrebbe invece avvicinare le due tifoserie, ma tant’è, ed è quindi un clima particolarmente ostile quello che attenderà la squadra di Conte sull’isola di Sardegna. Dal punto di vista strettamente tecnico e tattico, il mister salentino dovrebbe poter contare sulla rosa al completo, e di conseguenza sfruttare al meglio tutti gli uomini di cui dispone. Il dubbio che anima il pre-partita è soprattutto su quale sarà l’assetto del centrocampo: il sistema con due centrali metterebbe fuori inizialmente due dei quattro calciatori del ruolo: Anguissa, Gilmour, Lobotka e McTominey, in rigoroso ordine alfabetico. Come si regolerà Conte? Proseguirà con questo assetto, limitandosi ad una rotazione interna, o propenderà per un assetto diverso con tre centrocampisti? Ed ancora: quanto influiranno i giorni vissuti nelle rispettive nazionali? Anguissa in pratica avrà un solo giorno di allenamento in gruppo: per le dinamiche dello spogliatoio, prevarrà “l’anzianità di servizio” o la preparazione della gara durante la settimana? Queste le scelte fondamentali che dovrà fare Conte in questa ore che precedono la partenza per Cagliari. Il dato certo è che il Napoli, ad oggi, ha comunque una rosa di livello molto, ma molto superiore ai sardi, e quindi, nonostante tutte le difficoltà logistiche ed ambientali di cui sopra, gli azzurri devono provare a portare a casa i tre punti, anche in vista della trasferta successiva di cui non voglio ancora parlare. Come dicevo all’inizio dell’articolo, settembre è anche il mese delle malinconia, e per questo vorrei dedicare un pensiero a due personaggi che, in modi diversi, hanno caratterizzato la vita, i sentimenti e le passioni diverse, mie e, sono certo, di tanti di voi che mi leggete e per questo vi sono grato. Uno dei due è stato a Napoli per una sola stagione, ma è stata sufficiente per entrare per sempre nel cuore dei tifosi napoletani, per la sua classe, il suo eterno sorriso, il sinistro magico che gli aveva permesso di giocare in una magica Fluminense, con Carlos Alberto e Rivelino, e che avrebbe dopo pochi mesi aperto le porte all’altro meraviglioso mancino, questa volta di terra argentina. Un brasiliano sorridente e dalla tecnica sopraffina, che ci lasciò tragicamente un 15 settembre di quasi trent’anni fa: ciao, grandissimo José Guimaraes Dirceu. L’ altro personaggio non appartiene al mondo del calcio, ma alla musica, alla poesia, all’amore, per tante generazioni un mito: il poeta maledetto, di cui tutte si innamoravano e che tanti hanno conosciuto ed apprezzato. Di lui, tra le migliaia, scelgo una frase che lo rappresenta pienamente: “Emozioni: il fiato corto e il cuore che batte a mille, sono il vero significato dell’esistenza”. Oggi sarebbe il suo compleanno, e allora tanti auguri a Franco Califano. Abbiamo detto che settembre è anche il mese giusto per ricominciare, ed allora immaginiamoci tutti insieme, di nuovo sugli spalti, accanto al nostro Napoli, pronti ad abbracciarci, a gioire per nuove vittorie e nuovi trionfi, e vi saluto con un testo di un moderno cantautore, Gazzelle: “Settembre è un mese perfetto per ricominciare, ma è tutto più bello se lo vedo da qui, sì, i miei occhi con i tuoi…”. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli