Da Palermo a Skopje, il comun denominatore si chiama Macedonia del Nord e un ricordo amaro da cancellare. Nicolò Barella, lo sa benissimi, “Parlo per me e dico che a Palermo ho sentito troppo il peso di quella partita, tutti noi pensavamo di non meritarci di essere lì e quello ci ha condizionato tanto. Probabilmente ci fu frenesia, volevamo chiudere subito la partita perché poi tre giorni dopo c’era un’altra partita contro un’altra squadra. Ci sono stati tanti fattori… non è una giustificazione ma ci sono stati tanti fattori che ci hanno condizionato e ci hanno fatto perdere la lucidità”.
Per ora si gode questa titolarità in azzurro e la candidatura al Pallone d’Oro. “L’azzurro è sempre una grande emozione. Il fatto di essere entrato in questa lista lo devo all’ultima ottima stagione, anche se non abbiamo vinto la Champions League. Sono orgoglioso di rappresentare l’Italia in questa lista e sicuramente qualche altro italiano poteva esserci… Ma posso solo dire di essere orgoglioso e ringrazio tutti coloro che quest’anno, per la seconda volta in tre anni, mi hanno permesso di essere in questa lista. Chi lo vince? Non lo so, magari quest’anno dopo tanti anni è un po’ più combattuta la questione. Ma per adesso voglio pensare alla gara di domani, che è difficile, lo sappiamo per esperienza, ma quella di domani è un’altra partita e questo è un nuovo corso”.
Non si aspettava l’addio di Mancini, ma ha parole al miele per Spalletti. “Non avevamo percepito nulla, io ho sempre pensato ad andare in campo e ho sempre pensato di fare il meglio possibile per questa Nazionale. Mancini ha creduto in me quando ero ancora a Cagliari, non posso far altro che ringraziarlo e l’Europeo ci legherà per sempre avendo per giunta giocato un bel calcio. Ora un nuovo inizio, con un allenatore altrettanto bravo ma con idee diverse… Ma non mi permetterò mai di dire chi è più bravo o meno bravo. Sicuramente c’è bisogno di tempo, ma già in questi giorni ho visto grande disponibilità da parte di tutti e cercheremo di fare il meglio da subito perché ci servono due vittorie”.
Per Spalletti parlano i numeri, anche per Barella. “Interpreta il lavoro in modo diverso rispetto a Mancini, ma non voglio parlare delle differenze tra i due. Parlo di come è Spalletti e con me è stato subito onesto, mi ha criticato e fatto i complimenti, ha parlato in maniera schietta e questa cosa l’ho apprezzata molto. Il mister ha sempre fatto giocare benissimo le sue squadre, col Napoli ha giocato il miglior calcio. Le idee non solo con la palla, ma anche nei movimenti e nella fase difensiva. Sono idee nuove anche per me, bisogna prenderle, immagazzinarle e metterle in campo. Se l”Italia fosse un vino? Siamo in Toscana, dico Brunello. Ogni allenatore ha le sue caratteristiche e Spalletti ci ha dato grandissime idee e ora sta a noi interpretarle in campo. Io continuo a fare il mio calcio fatto di inserimenti, di grinta, devo provare a fare qualche gol in più. Dobbiamo essere sempre eleganti e di carattere, un po’ come il Brunello…”
Nessun giocatore del Milan. “Le scelte le fa il mister e io non entro in merito. Meglio prendere un’altra settimana di tranquillità e poi vederci direttamente sul campo senza accendere alcun fuoco”.
E allora sotto con la Macedonia e quel conto da saldare.