Che fortuna, sono napoletano

Salvatore Savino *

Il calcio giocato, a livello di club, è fermo, mentre la piccola Nazionale di Mancini raccoglie le sue ultime brutte figure in giro per l’Europa. I tifosi del Napoli, non riuscendo a stare più di una settimana senza discutere tra di loro, adesso litigano sul mercato. La numerosa fascia antisocietaria, come ogni santo anno, ci allieta con il giornaliero florilegio anti Adl, che, a calciomercato ancora chiuso, nonostante abbia già definito gli acquisti di Kvaratskhelia e Olivera, viene incolpato di aver già venduto mezza squadra e depauperato il patrimonio tecnico. A tutt’oggi, abbiamo “perso” solo Ghoulam, di cui serberemo un grande ed affettuoso ricordo, ma che purtroppo non poteva più rendere ai suoi livelli, ed Insigne, su cui vorrei smettere di sentire un continuo cantico di lacrime di disperazione. Insigne ha scelto di andare via, davanti ad una offerta economica irrinunciabile, che mai il Napoli avrebbe potuto offrirgli.
Ora il Napoli deve spiegarci di che panni veste. Quest’anno ci siamo fatti partecipi del progetto che vedeva il suo traguardo nella qualificazione Champions e abbiamo ottenuto lo scopo. L’anno calcistico che va a cominciare però, non ci può vedere accontentarci del posto Champions. La qualificazione, infatti, visto che difficilmente lotteremo per vincerla, serve solo a dare serenità economica alla societa, ma al tifoso non porta nulla. Proviamo a fare una valutazione scevra da posizioni personali.
Quasi sempre il Napoli ha attraversato le sessioni di mercato partendo dalla sfiducia dei tifosi e degli organi di stampa, che ogni anno preannunciano, come uccelli di malaugurio, cessioni sanguinose dei migliori calciatori, rivoluzioni al ribasso, tetto degli ingaggi limitato ecc ecc. A settembre poi, dopo le prime partite, come la stagione appena trascorsa, la squadra comincia alla grande, e miracolosamente, partono, dalle stesse voci, i cori di…amma vencere! Simm’ o Napule! Ed ecco che Lobotka si doveva buttare ed oggi è imprescindibile, Osimhen aveva i piedi da educare però se Adl volesse venderlo deve chiedere cento milioni, Jorginho nell’ultima stagione in azzurro era stato vituperato e non poco poi, siccome Adl lo aveva venduto (a peso d’oro), ora meritava il pallone d’oro. Sono canzoni già ascoltate a Napoli, e nemmeno bisogna dargli peso.
Se a Napoli due righe su un sito danno a qualche tifoso sognante o che vive sulla luna, la possibilità di dire che Adl dovrebbe prendere Dybala a dieci milioni l’anno o far tornare Cavani che quando ha voluto andare a guadagnare cifre folli non mi ricordo avesse avuto voglia di restare a Napoli nonostante la mozione degli affetti, deve far riflettere. Ormai in questa città si è arrivati ad un punto tale della lotta tra una parte del tifo e la società, che si è perso di vista quello che dovrebbe essere lo scopo dei tifosi: amare la propria squadra e starle vicino. Questo però non significa che la fiducia verso la società sia illimitata, anche perché le delusioni degli ultimi campionati autorizzano i tifosi ad andare con i piedi di piombo.
Oltre l’aspetto tecnico però occorre, a mio parere, chiarire altri aspetti: io tifo per il Napoli e lo seguo da cinquanta anni non perché devo sfogarmi dei problemi di casa. Io vivo a Napoli con amore ed orgoglio, ma non posso imporlo a chi, professionista, ritenga che in questa città non voglia mettere radici. Del resto, non mi sembra che il Napoli abbia la sua sede in città. Siamo una capitale della cultura e della storia, e non si può accettare da nessuno critiche preconcette. Basta fare due passi nella storia di questa città per rendersi conto che siamo in un posto che Dio ha creato probabilmente per far capire agli uomini cosa potrà essere un domani il Paradiso…
Napoli deve vincere, e non sul campo di calcio o, quanto meno, non solo. La città di Napoli è un sogno da vivere ad occhi aperti, una madre che abbraccia i suoi figli e adotta, senza fare differenze, chiunque, per amore, voglia essere con lei. Chi non vuole, chi fa una scelta diversa, guadagnerà forse tanti soldi in più, ma perderà la sensazione di vivere in questo meraviglioso sogno. Come in un famoso film si diceva, chi viene a Napoli piange due volte, quando arriva, e quando se ne va. Basta guerra! Basta! Forza Napoli Sempre.

*Scrittore, tifoso Napoli