Salvatore Savino*
Siamo davanti alla quarta finale. Anche il difficile ostacolo rappresentato dall’Atalanta è stato brillantemente superato dagli azzurri. Ci attende ora la Fiorentina, squadra ben organizzata e allenata da Italiano, che ci ha anche eliminato di recente dalla Coppa Italia, violando il Maradona con una umiliante cinquina che da sola darebbe la voglia di prendersi una giusta rivincita. Subito dopo la sconfitta interna con il Milan, il Napoli era ad un bivio: abbandonare le velleità di vittoria finale o continuare a crederci. Spalletti ha dato dimostrazione ai suoi ragazzi di crederci, e da buon condottiero lo ha fatto nella pratica, con il lavoro, studiando ed applicandosi alle partite che stavano arrivando, preparando la squadra alle vittorie. La campagna di Nord Est (Verona, Udinese e Atalanta ) ha portato tre vittorie, ed ora ci aspettano i gigliati di Toscana.
La marcia verso il tricolore non può conoscere ostacoli, non può avere titubanze, non può consentirsi battute d’arresto. C’e anche un riferimento storico: Oggi ricorre l’anniversario della resa del generale Lee a Grant nella guerra di secessione americana: il Napoli deve fare il percorso inverso, deve far sì che la bandiera del Sud esca trionfatrice dal percorso del campionato. È, ancora più di prima, il momento di stare uniti, compatti con la squadra: e’ il momento di non pensare al mercato, ai prossimi acquisti, alle cose passate. Ora è solo il momento di vincere le sette finali che restano da disputare. Calciatori in campo e tifosi devono essere un unico corpo, granitico ed impermeabile dall’esterno ad ogni critica o provocazione: una cosa sola , e per spiegarlo uso un testo di Patty Pravo, di cui ricorre il compleanno : ” La vita è qui, fra i tuoi occhi e il cielo, siamo così, noi siamo così , e siamo vivi adesso, noi in un solo battito, che ci fa più grandi, noi così eterni e fragili…”
Crederci stando uniti, questo è Il segreto.
Purtroppo nel frattempo, la guerra in Ucraina non si è ancora fermata.
Negli ultimi giorni, le immagini di orrore che arrivano dalle zone di guerra non possono lasciarci indifferenti, perché fermano il respiro, costringono gli occhi alle lacrime , davanti a quello di cui è capace l’uomo, se può chiamarsi uomo chi compie queste atrocità . Immagini di dolore fotografate da un Premio Nobel della letteratura, Salvatore Quasimodo , nella sua poesia dolente e meravigliosa,
” Alle fronde dei salici “
E come potevamo noi cantare, con il piede straniero sopra il cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze sull’erba dura di ghiaccio, al lamento d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso al palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento.”
Basta guerra, il mondo chiede pace.
I bambini non devono vivere di paura, loro hanno il diritto di giocare e correre tra le braccia delle madri quando il cielo si fa scuro, per farsi cantare la ninna nanna e sognare un mondo migliore.
Ce la faremo, tutti insieme.
Forza Napoli Sempre.
*Scrittore, tifoso del Napoli