Tre ottimi punti quelli ottenuti stasera dalla Juventus a San Pietroburgo grazie all’1-0 nella terza giornata del Gruppo H di Champions League. Quella contro lo Zenit si è confermata ancora una volta una sfida difficile e avara di gol così com’era già successo nel doppio confronto della stagione 2008-2009 quando i bianconeri vinsero in casa per 1-0 ma non andarono oltre lo 0-0 in Russia. La gara della Gazprom Arena ci ha detto anche di una Juve cinica che sembra aver definitivamente registrato la difesa mantenendo la porta inviolata per la quarta gara di fila (quarto 1-0 consecutivo tra campionato e coppa). Prima frazione con la Juventus maggiormente attiva nel controllo di palla ma mai veramente pericolosa dalle parti del portiere Kritsyuk. Imprecisione in prossimità dell’area di porta e mancanza di soluzioni hanno caratterizzato la prova dei bianconeri. Il tiro più pericoloso è stato invece quello di Claudinho che con un destro dal limite ha chiamato alla respinta Szczesny. Juve più intraprendente nella ripresa e subito grande occasione sui piedi di McKennie che al 6′, su un filtrante in verticale di Morata, si è visto negare il gol da Kritsyuk in uscita. Al 19′ l’altra bella occasione per la Juve confezionata dal neo entrato Arthur che ha trovato in area Cuadrado, altro giocatore da qualche minuto sul terreno di gioco. Il colombiano ha scavalcato un non perfetto Kritsyuk in uscita, ma il pallone non ha centrato lo specchio irraggiungibile anche per l’accorrente Morata. Prima della mezzora, poi, ancora McKennie protagonista sfortunato su bel traversone dalla sinistra di De Sciglio: il colpo di testa dell’americano verso il palo lungo non ha preso il giro giusto ed è finito fuori di poco. In un finale concitato con possesso palla passato allo Zenit, la Juve l’ha risolta a quattro minuti dalla fine quando ancora un cross di De Sciglio, come per il gol vittoria con la Roma, stavolta ha trovato la testa di Kulusevski che, lasciato solo dai difensori dello Zenit, ha indirizzato la palla verso il palo più lontano mettendo la parola fine alla sfida.