Meno tre alla seconda gara dell’Italia a Euro2020, in programma mercoledì sera allo stadio Olimpico. Oggi a Coverciano, in conferenza, è stata la volta del campione d’Europa con il Chelsea Jorginho. E si comincia subito dal prossimo avversario, la Svizzera che alla prima ha pareggiato contro il Galles. “Abbiamo guardato la partita: abbiamo visto un’ottima squadra che sa giocare, organizzata, con lo stesso tecnico da anni. Dobbiamo stare attenti ai meccanismi che hanno da anni. Hanno giocatori che hanno fatto più di due competizioni o tre insieme, ci sono giocatori esperti”.
Poi, un passo indietro, alla vittoria della Champions. “E’ stato veramente molto bello. E’ difficile trovare parole per descriverlo, è vero. Devi vivere quelle emozioni per capirle. Porto ancora più fame di vincere qui, è stato bello e vorrei sentire quelle emozioni con la Nazionale. Questo gruppo somiglia al Chelsea: è meraviglioso, hanno tanta fame, hanno tanta voglia di dimostrare, dai più esperti ai più giovani. Tutti hanno voglia di fare qualcosa di importante. La somiglianza è il gruppo e la voglia di vincere. Il mio percorso è merito di tutti quelli che ho incontrato, di tante persone che ho incontrato. Di tutti gli allenatori, dalla Berretti, quando sono arrivato in Italia, poi in C2, poi Mandorlini, poi al Napoli con Benitez, poi Maurizio Sarri. Poi al Chelsea con Tuchel. E’ merito di tutti che ho incontrato: ho sempre cercato di imparare da tutti”.
E sulle gerarchie in Nazionale, non ha dubbi. “Tutti hanno imparato la filosofia, quel che vuole il mister è nelle nostre teste. Tutti hanno le caratteristiche per giocare in questa filosofia di calcio, più importante di chi gioca è la filosofia: vogliamo la palla, trovare gli spazi, andare avanti. Chi è in campo cerca di continuare con quella filosofia di gioco”.
Grande personalità e visione di gioco, ma il vero leader è la squadra. “Sono un ragazzo e un giocatore che cerca di aiutare tutti. Ci sono tanti grandi giocatori qui, con grande personalità in questa squadra. Serve l’aiuto di tutti. Dal mio aiuto a quello di Chiellini, di Bonucci, di Insigne, di Verratti, di Immobile, di Donnarumma. Tutti possiamo aggiungere e aiutare. Chi è sul campo rappresenta sempre questa nazione, abbiamo tanti ragazzi di qualità, possiamo sempre fare bene. Il mio modello? Da piccolo guardavo Ronaldo, Ronaldinho, Kakà. A 13 anni ho incontrato un allenatore che mi ha messo più dietro, davanti alla difesa. Ho iniziato a guardare più Pirlo e Xavi. Guardandoli giocare mi sono ispirato a loro: sul mio ruolo devo dire loro come modelli”.
Inevitabile parlare della vicenda Eriksen che ha scosso tutto il mondo del calcio, ma soprattutto il grande gesto di Simon Kjaer. “Siamo al centro dello spettacolo ma il calcio va oltre a quello. La passione dei tifosi, il lavoro dietro le quinte di chi ci aiuta tanto, di quello non si parla molto. Il calcio è bello anche per questo, non solo per quello che avviene in campo. Quel che è successo ieri è veramente forte. L’ho sentita molto: in quel momento pensavo ai compagni, ai tifosi, a sua moglie che stava lì. A nome di tutti noi, faccio un grande in bocca al lupo a Eriksen, alla sua famiglia. Gli dico di essere forte”.
Tante partite ravvicinate, il rischio infortuni c’è. “Sono tante, tantissime partite, una dietro l’altra. Fai fatica anche ad allenarti. Avendo tante partite ravvicinate così, non riesci neanche ad allenarti: recuperi e giochi, recuperi e giochi. Tanti infortuni arrivano da quello. Se potessero darci una mano non sarebbe male”.
L’Italia è partita col turbo, ma resta con i piedi per terra. “Vincere è bello, dobbiamo essere felici delle vittorie. Festeggiamo quando si vince, è giusto, sempre, farlo. E’ una competizione difficile, non ho visto niente di eccessivo sulle celebrazioni della prima vittoria. Questa squadra non perderà mai l’umiltà e la fame di vincere. Gioire è giusto, vincere è sempre bello. Lavoriamo tanto per quello, quando si vince è giusto festeggiare. Hai raggiunto i tuoi obiettivi ma la prossima è sempre più difficile e poi ancora e ancora e ancora”.
Su Verratti e Barella, ha la sua idea. “Barella e Kantè si assomigliano come caratteristiche. Hanno potenza fisica, corrono per tutti, per 120′, coprono tanto il campo. Devo dire che mi danno una grossa mano a centrocampo sul recuperare palloni. Credo che Nico assomigli molto a Kanté. Quanto a Verratti spero di riaverlo presto, può darci tantissimo come qualità e personalità. Non vediamo l’ora di riaverlo perché può aiutarci tantissimo”.
Tra poco Inghilterra-Croazia. “Sarà una bella partita, sono due grandi squadre, due grandi Nazionali con grandi giocatori. Credo che divertirà: la guarderemo anche noi, speriamo in una bella gara”.