dall’inviato
Massimo Ciccognani
TORINO Bella, convincente, capace di soffrire, si stringere i denti nei momenti di difficoltà, ma senza mai perdere di vista il suo modo di giocare, sempre propositivo. L’Italia batte in rimonta la Bosnia andata avanti nel primo tempo con Dzeko, ripresa nella seconda frazione con l’eurogol di Insigne e il sorpasso di Verratti. La Bosnia se l’è giocata e quasi sicuramente farà compagnia all’Italia all’Europeo, ma l’Italia, questa Italia di Mancini, è di un altro pianeta.
Così al via Atteggiamento specualare per Italia e Bosnia che si dispongono in campo con il 4-3-3. Tre cambi per Mancini rispetto alla gara di Atene contro la Grecia. In attacco ci sono Bernardeschi e Quagliarella al posto di Chiesa e Belotti, mentre esterno basso di difesa c’è Mancini al posto di Florenzi. Bosnia con la migliore formazione possibile, con il recupero dello juventino Pjanic che ha scontato il turno di squalifica. Con lui anche altri due “italiani”, il romanista Edin Dzeko e il genoano Zukanovic.
Pericolo Bosnia L’Italia parte come sempre bene, tiene palla e gioca i primi venti minuti con intensità. Manovra propositiva. Jorginho in mezzo fa quello che è nelle sue corde, un po’ meno Verratti che gioca troppo largo. Non va la catena di destra, Bernardeschi perde sempre l’attimo, mentre dalla parte opposta è la fotocopia di Atene. I pericoli maggiori arrivano dai centro di Emerson Palmieri, bene Insigne. Quagliarella si danna, gioca di squadra ma di occasioni vere ne ha solo una, bravo il portiere Sehic a chiudergli lo specchio smanacciando in angolo. Venti minuti intensi, con la Bosnia che pian piano cresce. La squadra balcanica è messa benissimo in campo, il recupero di Pjanic fondamentale. Dzeko e Gojak due spine nel fianco della difesa azzurra che deve cominciare ad arrotare i bulloni perché la Bosnia alza ritmo e baricentro. E comincia a far male.
Lampo Dzeko Mezz’ora di gioco, l’Italia fatica a trovare spazi e finisce in difficoltà, mentre continua a crescere la Bosnia trascinata da un tifo infermale degli ottomila sbarcati allo Stadium. Bernardeschi avrebbe sui piedi la palla del vantaggio per spezzare l’inerzia della partita, ma si fa ipnotizzare al momento della conclusione. Dzeko fa le prove generali del gol, riparte in controgioco poi apre per Visca, gran destro, salva in spaccata Bonucci. Ma che rischio per l’Italia. E il gol arriva a stretto giro, con azione tutta di prima: tacco illuminante di Besic che libera Visca, palla in mezzo che taglia in due la difesa azzurra, Dzeko anticipa Mancini e la mette dentro proprio sotto la curva bosniaca: 1-0 Bosnia, meritato. E’ il primo gol subito dall’Italia in queste qualificazioni. Italia che soffre davanti a una Bosnia partita sulla difensiva ma che ha cominciato a prendere campo trascinata dalla classe di Pjanic, dagli inseriment di Civic. Squadra stretta, volitiva, cattiva quanto basta. Italia in affanno. L’unica occasione azzurra capita, come detto prima, sui piedi di Fabio Quagliarella che calcia dal limite di prima intenzione, bravo il portiere bosniaco a salvare in angolo.
Insigne da urlo All’intervallo Mancini lascia negli spogliatoi Quagliarella, che non ha affatto demeritato, per fare spazio a Federico Chiesa, con l’intento di un attacco senza punti di riferimento e più di movimento. Il pari arriva dopo una manciata di minuti dal via. Schema dalla bandierina, Bernardeschi la mette in mezzo per l’attaccante del Napoli che si coordina e con un destro al volo fulmina sotto l’incrocio. Pazzesco gol per Insigne. E siamo 1-1. Partita che decolla perché adesso non c’è un attimo di tregua. Bosnia vicinissima al nuovo vantaggio. Salve in cattedra Sirugu che prima anticipa Dzeko, poi Chiellini salva sulla linea una conclusione di testa di Civic. Italia in difficoltà perché la Bosnia insiste e Sirugu deve esaltarsi ancora una volta per deviare una conclusione mortifera di Visca alzando sopra la traversa. Ma che partita. Dzeko manda ai pazzi Mancini, entra in area, ma la conclusione colpisce Visca. L’Italia respira, mentre Mancini, il ct, richiama l’esterno dell’Atalanta in evidente difficoltà e dentro De Sciglio. Dzeko è impressionante, regala a Visca la palla del vantaggio che il compagno divora. Insigne è spiritato, si butta di testa su un cross di Barella, salva in angolo Sehic. Partita bellissima.
Senza tregua Esce Civic, dentro Nastic nella Bosnia. Entrambe vogliono vincere e il finale è all’arma bianca. Fuori Bernardeschi, dentro Belotti. I minuti scorrono inesorabili e l’Italia non vuole perdere l’occasione per allungare in classifica, ma occhio al controgioco Bosnia. Si gioca su sottili fili di equilibrio. Emerson viene anticipato al momento della conclusione, poi ci prova Jorginho, senza fortuna. Cinque alla fine con la Bosnia paga del risultato, ma l’Italia vuole vincerla, perché l’atteggiamento voluto dal Mancio è questo. Un’altra Italia, in altyri tempi, si sarebbe accontentata, ed invece la nuova Italia ha il privilegio di non accontentarsi mai. E la vince piazzando la zampata proprio nel finale con Marco Verratti, cresciuto tantissimo nella seconda parte della gara. Il “parigino” raccoglie una giocata al bacio di Insigne e con l’interno pietrifica Sehic: 2-1, ribaltata, ma che Italia, straordinariamente bella, capace di soffrire e stringere i denti neo momenti di difficoltà, ma sempre vogliosa di giocare a calcio, di non accontentarsi mai. E vincere. Bosnia colpita al cuore, quattro di recupero, con l’Italia che continua a regalare spettacolo. E a far innamorare tutti. Di questo avevamop bisogno dopo la sVentura premondiale. Adesso è un’altra Italia, bella, vincente e convinte. Quattro su quattro, dodici punti, più tre sulla Finlandia che passa per 2-0 in Liechtenstein, mentre la Grecia fa ancora harakiri in casa contro l’Armenia e dice addio ad Euro 2020. Poco importata, l’Italia va, ed è bellissima.