Stefano Sale *
Poteva essere la fine di un tabù. La Roma del salto in alto definitivo. Ma così non è stato. Putroppo l’ennesima conferma di quella Roma che viene a mancare nei momenti decisivi. Quella che non vince mai gli scontri diretti. Per carità, stavolta non c’era nessuna aspettativa o previsione, una partita decisamente in bilico, senza fare un pronostico. Le due squadre praticamente a pari punti in vetta. La Roma del Gasp, in ascesa, sulla carta inferiore, il Napoli di Conte, in discesa, ma più forte. Alla fine è prevalsa la qualità, la solidità e l’esperienza dei partenopei. La squadra giallorossa è stata imbrigliata dal gioco di Conte, a centrocampo ma anche sulle fasce. Non si riusciva mai a costruire un’azione corale. Tanti errori tecnici banali. Mai pericolosa in attacco. Il Napoli non è che abbia brillato, anzi, ma loro sono stati più concreti. Certo, poteva anche finire in parità con una migliore attenzione difensiva. Il gol preso nasce da un fallo netto su Kone, ma non giustifica come hai subito un contropiede assurdo. Per poi sciupare il gol del pareggio nel finale. È una Roma non ancora pronta, non ancora attrezzata per competere, senza attaccanti e senza fare gol, ma ciò nonostante siamo ancora lassù in cima, ad un solo punto. Vorrà pure dire qualcosa. È un campionato folle, che aspetta tutti, anche chi ha già perso 4 partite su 13. Un campionato combattuto ma mediocre. Ma è la nostra grande chance. Dobbiamo coglierla. La parola scudetto è adesso impronunciabile. Ma arrivare almeno quarti si può. Ma non così. A gennaio deve arrivare qualcuno funzionale, non per scaldare la panchina. Non più gente alla Maitland-Niles, Camara, Silva o Spolli. Gasperini lo ha detto chiaro e tondo. Se avevi 40 milioni da spendere per Sancho in estate, quelli ancora ce li hai in tasca. Basta con la storia del FFP. Basta con i proclami ma basta pure con il braccino corto. Se dovete mandare via qualcuno delle seconde linee non più funzionale fatelo pure. Ma prendete qualcuno migliore. Basta che tutto ciò vada bene al tecnico. Non rifacciamo gli stessi errori fatti con Mourinho e De Rossi. Dobbiamo alzare subito l’asticella se vogliamo andare in Champions. La Roma non vi partecipa dal 2018-18, ultima serata infausta a Porto. In campo con noi non c’erano più Salah e Alisson, venduti al Liverpool. Che poi hanno le fortune altrui. Cosi hanno smantellato il patrimonio tecnico ma anche quello finanziario. A giocare con Olsen in porta. 100 milioni incassati che hanno poi fatto perdere alla società 7 anni di mancati incassi dalla Champions League, stimato in circa 70 milioni l’anno piu sponsorizzazioni. Fate voi due conti. Vendere uno o due pezzi l’anno funziona solo se reinvesti bene e non indebolisci la squadra. Per rimanere nel calcio che conta. Un grazie a chi ha fatto questo scempio, a distanza di anni. Meglio pensare al Cagliari. Forza Roma.
*Roma Club Dublino, tifoso Roma






