IO TIFO NAPOLI

Il Napoli non si discute, si ama

Salvatore Savino *

Seppur con il patema d’animo dei calci di rigore ad oltranza, il Napoli supera gli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Cagliari e questo, per quanto si tratti del traguardo “minore” della stagione, è già di per sé un motivo di soddisfazione, per il club e per la tifoseria. Mi sembra che si debba anche essere contenti dell’apporto delle cosiddette seconde linee, che si sono fatte trovare pronte, allenate, disponibili ad adattarsi anche a ruoli diversi in base alle esigenze del tecnico. La partita è stata comandata e condotta dal Napoli senza discussioni, e soltanto un rimpallo sfortunato di McTominay ha consentito ai sardi di pareggiare e trascinare gli azzurri alla sfida dagli undici metri, e su questo spero non ci siano obiezioni. Il Napoli, tralaltro, veniva dalle tre vittorie consecutive, rispettivamente con Atalanta, Qarabag in Champions, ed era andata a battere la capolista Roma a casa sua, e sinceramente non riesco a darmi spiegazioni di come si possa trovare il modo di trovare problemi, ma dimentico che Napoli è famosa anche per questo, per la sua capacità di autolesionismo. 

Ieri il motivo del contendere è stato Lucca, il giovane centravanti azzurro, acquistato con notevole esborso economico, per crescere all’ombra di Romelu Lukaku, ma che non riesce ad entrare nel cuore di una parte del pubblico. Tutti sappiamo che il calciatore, giovane, alla prima esperienza in un grande club, avrebbe potuto avere delle difficoltà iniziali, e io ritengo che il tifoso debba essere di aiuto in questa fase, debba proteggere il ragazzo ed aiutarlo a crescere, non fischiarlo o incolparlo per qualsiasi errore commetta. Non bisogna lasciarsi travolgere da chi é pronto subito a criticare, a non essere vicini alla squadra: si può avere la propria opinione, ci mancherebbe altro, ma tifare é amare.

È una mia opinione, non un dogma, ma io credo che allo stadio si debba fare il tifo per la propria squadra, sostenerla, anche e anzi, soprattutto, quando le cose non vanno bene. Fischiare un proprio calciatore,  persino dopo che aveva segnato e quindi portato la squadra a superare il turno, è per me incomprensibile. Si può esprimere un giudizio tecnico o tattico, certo, ma non fischiando sul campo, a mio modo di vedere, soprattutto quando ci si accanisce su un calciatore senza nemmeno dargli modo di riprendersi e dimostrare il suo valore. A chi fa bene tutto questo? Qual è il beneficio che il Napoli può trarre da questo atteggiamento? Chi va allo stadio dovrebbe amare, incondizionatamente, poi si critica, a bocce ferme. Veniamo ai risultati del campo: le grandi paure sorte dopo le parole di Conte nel post Bologna sono state spazzate via dal Napoli sul campo: le tre vittorie di cui parlavo prima, sono state l’ennesima dimostrazione, ove mai ce ne fosse bisogno, che la squadra Campione d’Italia resta una squadra fortissima, che è unita e solida nello spogliatoio, tra i calciatori e con il tecnico, che guida con sicurezza e carisma il gruppo.

Il gruppo: qualcuno si è reso conto di quanti infortuni ha subito il Napoli in questi primi mesi di campionato? Non discuto dei motivi, delle cause, delle ipotesi relative agli infortuni, mi limito al dato oggettivo: quale squadra avrebbe retto perdendo, in ordine sparso, calciatori come Lukaku, De Bruyne, Anguissa, Lobotka, Gilmour, Meret, Buongiorno, Rrahmani, Spinazzola, Gutierrez, Neres, Olivera, Hoijlund? Ebbene, anche se a qualcuno forse non fa piacere evidenziarlo, Conte ed il suo spogliatoio, nonostante tutte queste assenze, hanno portato finora il Napoli in testa alla classifica in serie A,  qualificato ai quarti di Coppa Italia, e, ad oggi, qualificato ai playoff della Champions League. Se questi sono i risultati, ha un senso fischiare un proprio calciatore? Non credo, ma ognuno si comporti come ritiene giusto. Il mercato si aprirà a gennaio, e sicuramente il Napoli starà pensando a quali mosse effettuare per sopperire alle problematiche strutturali dovute agli infortuni, ma prima che ciò accada e si realizzi, vorrei che i tifosi azzurri non ci diano alcun peso adesso. Rammento a tutti che, già a partire da domenica, quando verrà a Napoli l’avversario meno amato, per usare un eufemismo, senza approfondire altri aspetti che la sfida di quest’anno porta con sè’, ma di cui eventualmente parleremo in altra occasione, il Napoli avrà impegni importantissimi e fondamentali: il Benfica in trasferta Champions, Udinese, Cremonese, la Supercoppa con la semifinale col Milan, Lazio, Verona ed Inter l’undici gennaio 2026. Ritenete possibile che il Napoli, squadra e tifo, possano in questo momento dedicare le loro attenzioni al mercato o fischiare un proprio calciatore? Credo di no.

Viviamo una gara alla volta, e partiamo subito, dalla prossima: sappiamo, soprattutto quelli che come me hanno i capelli più grigi, quanto sia importante per noi battere questa squadra. Lo vogliamo per amore della nostra squadra, per amore della nostra città, per l’ identità di un popolo.n Il Napoli si ama, non a chiacchiere, e l’amore, almeno a mio parere, non si può mettere in discussione. Cerchiamo di essere uniti, lo ripeto sempre, stiamo stretti a protezione del Napoli, e riusciremo ad essere, come del resto già siamo, una grande squadra. Non fischiamo i nostri, ma applaudiamo, cantiamo, abbracciamoci e formiamo una sola anima azzurra. Se facciamo così, saranno i nostri avversari ad avere problemi, ad essere costretti ad uscire dal campo sconfitti. Salutiamoci come facciamo sempre, e stavolta credendoci ancora di più, gridandolo idealmente tutti insieme: Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso Napoli