PLAYOFF MONDIALI

Italia, adesso tocca a te

Nella foto: Gennaro Gattuso, Leonardo Bonucci e Gigi Buffon: una bella fetta della storia del calcio italiano (foto Salvatore Fornelli)

Massimo Ciccognani

Meglio non poteva andare. L’Irlanda del Nord da affrontare in casa non è avversario scomodo anche se va sempre rjspettato, visti i tempi. C’è da giocare la finale in trasferta, in casa di Galles o Bosnia, ma anche qui siamo davanti a formazioni che nulla hanno a che vedere con l’Italia. Un risveglio amaro contro la Norvegia, qualcosa da correggere, nella testa, nel temperamento, nella qualità, perchè non si possono concedere spazi ad avversari di qualità come Haaland, Nusa, Sorloth. Errori che l’Italia ha pagato a caro prezzo, ma la prima parte di gara, aveva fattop intravedere un volto diverso degli azzurri. La certezza di dover giocare i playoff, l’essere raggiunti  nella parte discendente del match, ha creato un pericoloso cortocircuito nella testa degli azzurri. Che sono crollati emotivamente, fisicamente non hanno dato più nulla. Ma adesso c’è da ripartire, perché c’è da portare a termine la misisone. Fine marzo, mese di playoff, quella linea sottile che divide l’inferno dal paradiso.

Irlanda del Nord e poi la vince nte di Galles-Bosnia, si può fare, si deve. Perché l’Italia, avrà pure tanti problemi, ma è decisamente superiore. Il recente passato però ci induce ad andarci piano con le valutazioni. Inferiori lo erano anche Svezia e Macedonia del Nord, e sappiamo benissimo come è andata. Stavolta dovrà andare diversamente. Marzo dovrà essere il mese del racconto, della qualificazione al mondiale che vale il futuro calcistico del paese che non può permettersi un’altra bocciatura. Sento soloni che azzannano la preda, colpiscono Gravina indicandolo come responsabile della debacle. Non ci sto. Facile fare i leoni da tastiera, sul divano di casa. L’Italia va vissuta in prima persona, da vicino, e magari in tanti non parlerebbero in questa maniera. Ser il calcio italiano è ancora in piedi, lo deve proprio a Gabriele Gravina che l’ha salvata dal fallimento più volte. Poi, ci sono i risultati sportivi, che sono anche figli delle nostre scelte. Campionato a troppe squadre, troppi stranieri, giovani mai impiegati. Gravina aveva ammonito tutti un anno e mezzo fa, ma i presidenti gli hanno voltano le spalle. Ma non è questo il momento delle polemniche. Adesso c’è da stringersi attorno a questa nazionale, a Gattuso e ad una squadra che ha voglia di andare al Mondiale. Come ne ha voglia Gravina che il calcio italiano lo ha sempre difeso, in tutte le sedi. Piuttosto, si regali una finestra alla Nazionale prima dei playoff, per non avere rimpianti. Perché la Nazionale si ama. Con i fatti.