IO TIFO NAPOLI

Vergogna o resurrezione

Salvatore Savino *

Soffermarsi sulle dimensioni della sconfitta subita in Champions ad opera del PSV Eindhoven non ritengo sia molto utile in questo momento. Quello che mi è apparso grave e, mi sia consentito il termine forte, vergognosa, è stata la maniera con cui il Napoli ha giocato in Olanda, soprattutto nel secondo tempo. Prima di approfondire gli argomenti, è necessario però mettere in chiaro una cosa: si cerca, da tifoso, di dare un contributo a superare i problemi e le difficoltà che in questo periodo appaiono evidenti, non c’è la voglia di trovare un capro espiatorio e basta. Dunque, se dopo le partite con Torino e PSV avevo delle preoccupazioni, queste sono state alimentate dalle dichiarazioni di alcuni protagonisti. A mio modo di vedere, i problemi del Napoli sono di varia natura, e sono sia tattici che atletici che comportamentali: dal punto di vista tattico, la convivenza dei quattro big del centrocampo appare problematica per Conte, e gli effetti si vedono: McTominay, spostato più sull’esterno, deve rinunciare al suo ruolo di mezzala e alle sue incursioni in area. Sarà un caso, ma in Olanda, appena tornato al suo posto, fa doppietta. De Bruyne appare come uno che a volte si trova lì più per caso che per scelta: è’ un campionissimo, ha già segnato gol decisivi e fornito assist e vederlo non toccare palla contro il PSV è stato molto triste. Sappiamo che il tecnico vuole sempre mantenere l’equilibrio, e questo ha portato alla scelta del nuovo sistema di gioco, ma a volte questa scelta sembra sfociare in un eccesso difensivo. Siamo andati a giocare in Olanda con un centravanti alto 2 metri, isolato lì in fondo senza gli esterni che potessero servirlo. Lucca non è Lukaku, non ne ha le caratteristiche tecniche, oltre che la classe, per cui non può essere quello che fa salire la squadra come il gigante belga: va servito con cross dal fondo, altrimenti diventa solo il bersaglio dei tifosi più intransigenti. Mi si dirà che la preparazione servirà per avere birra in corpo quando, a campionato inoltrato, e  ci si augura anche a Champions inoltrata, in primavera, il Napoli possa correre rispetto alle altre, ma adesso il gap rispetto agli avversari a volte è davvero visibile ad occhio nudo. Il vero problema però, è venuto fuori leggendo qualche dichiarazione del dopo partita. Questa squadra ha sempre avuto il suo punto forte, il suo cardine, il suo nodo fondamentale, nel gruppo, nell’unione, e a dire il vero, non mi sembrava essere stato scalfito all’inizio di quest’anno: gli abbracci in occasioni dei gol, il rammarico comune quando le cose non sono andate bene, mi sembravano l’immagine di un gruppo coeso, unito. Certo, inserire tanti calciatori nuovi in uno spogliatoio non è facile, ma stiamo parlando di professionisti di altissimo spessore, non di ragazzi che fanno il torneo della parrocchia e non si conoscono tra loro.

Il secondo tempo di Eindhoven è stato una ferita per i tifosi del Napoli: vedere una squadra in bambola, maltrattata da una squadra non certo di chissà quale forza, è stato molto triste. Il Napoli è dei napoletani, e tutto ciò non lo meritano. Questa vergogna però, deve servire a rinascere, deve servire a tornare sui propri passi. Deve servire a qualcuno che forse si è montato la testa a ritornare umile, e a qualcuno appena arrivato a capire che non è venuto in una squadretta di provincia, con tutto il rispetto, ma è venuto in un club campione d’Italia, per cui si desse da fare. Orbene, cosa vuol dire rinascere dalle ceneri? Non mi riferisco all’Araba Fenice, ma allo spogliatoio azzurro significa chiudersi dentro, confrontarsi, se è il caso alzare i toni e le voci, ma uscire da la’ dentro compatti, come un blocco unico che nessuno può scalfire, un blocco compatto di ragazzi che vanno in campo con la voglia di difendere l’orgoglio e l’onore della propria maglia e di una città. La Champions si può ancora recuperare, abbiamo ancora cinque partite da giocare, ma sabato vieni a trovarci l’Inter, e non poteva esserci avversaria migliore a mio modo di vedere. Arriva la squadra nostra rivale dello scorso anno, arriva una squadra, a detta di tutti, con la rosa più forte del campionato, che viene da una sonante vittoria in trasferta in Champions League a differenza nostra. Arriva una squadra che vorrà certamente rivalersi dello scudetto che le abbiamo tolto l’anno scorso, con giocatori di ben altro spessore, rispetto a quelli comunque validi del PSV Eindhoven. È  il miglior avversario possibile, per chi vuole dimostrare di voler risorgere. Tutti, e dico tutti, si chiudano nello spogliatoio si dicano quello che devono dirsi. Si affrontino i problemi, si sviscerino fino in fondo. magari un allenamento fisico in meno e una riunione di gruppo in più possono fare la differenza. Dopo il confronto, anche aspro se necessario, si venga fuori con la voglia di vincere, con la voglia di far capire all’Inter che nulla è cambiato dall’anno scorso, e che noi vogliamo tornare ad essere campione d’Italia. Lo scorso anno pareggiammo all’ultimo con Billing e avremmo meritato di più. Sabato pomeriggio, i calciatori dell’Inter dovranno avere paura, sportivamente parlando, di entrare allo stadio di Fuorigrotta: i calciatori del Napoli dovranno guardarli con gli occhi dei Campioni, con gli occhi di chi sa di avere uno scudetto sul petto e di avere milioni di persone che tifano e che soffrono, che amano. E proprio per questo non ci deve essere nessun altro risultato che la vittoria: così e solo così si potrà lenire la sofferenza per la vergogna subita ad Eindhoven. Io ci credo. Non voglio affrontare temi tattici, temi di cambiamenti, gli esterni, i moduli, i sistemi di gioco, perché  ora non contano, questo lo deve fare il tecnico nello spogliatoio con il suo staff. L’unica cosa che voglio, anzi, che pretendo, dal Napoli, è ritornare ad essere uniti, ad aiutare il compagno, a coprire la difficoltà. Non conta solo l’equilibrio, bisogna avere il coraggio nell’equilibrio, e quando è il caso attaccare, affondare, cercare di colpire, e con la stessa determinazione bloccare ogni iniziativa dell’avversario. In una parola, dalla vergogna si esce solo sollevando la testa e tornando a mostrare l’orgoglio. Non credete a chi vi dice che ora siete scarsi, che siete appagati, che magari non avete più la voglia per affrontare gli avversari solo per vincere. No, credete solo in voi stessi, e credete in chi dagli spalti, da casa, nel mondo, soffre per amarvi sempre, in qualsiasi occasione e in qualunque posto del mondo. É  di questi che non dovete dimenticarvi mai. Tornate a vincere, lo dovete a loro. Forza Napoli Sempre

* Scrittore, tifoso Napoli