Salvatore Savino *
Il messaggio lanciato dal Napoli dopo la gara dell’Artemio Franchi contro la Fiorentina, è stato chiaro ed inequivocabile: i campioni d’Italia hanno tutte le intenzioni di difendere Il Tricolore cucito sul petto, sulla maglietta, e se qualche squadra vuol provare a strapparlo, dovrà faticare, e molto. La Viola di Stefano Pioli è scesa in campo convinta di poter imbrigliare gli azzurri, di poterne ostacolare il cammino. Il mister parmense, correttissimo quando, nel dopo partita, ha ammesso la superiorità tecnica schiacciante degli azzurri, ha dato fondo a tutta la sua competenza ed esperienza per provare ad ostacolare il Napoli, ma non è riuscito nel suo intento. Per le avversarie diventa sempre estremamente difficile trovare le giuste contromisure. Nell’osservare la partita di Firenze, infatti, saltano all’occhio alcune immagini molto nitide, tra cui la straordinaria capacità dei centrocampisti azzurri di svolgere ruoli e mansioni diverse nell’arco dei novanta minuti, e sempre con risultati lusinghieri. Stani, che eravamo abituati a vedere nel ruolo di playmaker davanti alla linea difensiva, al Franchi si è esibito in una versione inedita, proponendosi persino come uomo più avanzato, addirittura in pressione su De Gea, per impedire la costruzione dal basso. La duttilità di questo ragazzo è impressionante: basta ricordare come nella partita con il Cagliari avesse invece agito come il play del basket, inserendosi in area per aprire la difesa per poi fornire la palla decisiva a Bongiorno. Nel frattempo, Scott McTominay assumeva un ruolo più centrale, alternandosi con l’altro fenomeno, Zambo Anguissa, nel ruolo di seconda punta accanto ad Hoijlund. Capitolo a parte per questo ragazzo: tre soli allenamenti hanno convinto Conte a schierarlo dall’inizio, ed il giovane danese ha risposto in maniera molto più positiva delle più rosee aspettative: il gol che ha segnato è la rappresentazione pratica del grande centravanti: movimento a mezzaluna per aggirare il marcatore, piazzamento fisico per tener lontano l’avversario, e tocco di interno col piede non preferito, a beffare non un portiere qualunque, ma un certo De Gea. Tre gol alla Fiorentina a casa sua, terza vittoria su tre partite disputate, una sola rete subita, punteggio pieno.
È finita la partita di Manchester, e purtroppo non come sognavamo. Il Napoli era partito bene, in campo non si avvertiva una differenza abissale tra le due squadre, fino al ventesimo. Di Lorenzo purtroppo legge male un pallone, giunto ad Haaland forse dopo un fallo su Beukema, (arbitraggio non di qualità), si fa sfilare il pallone davanti senza intervenire e poi, ingenuamente, anziché temporeggiare, entra in scivolata, non prende palla ma uomo, espulsione, e finisce la partita. Quello che accade dopo, i gol inglesi, la sconfitta, non conta nulla. Non c’è da temere, amici tifosi, il Napoli ha difeso stoicamente ed eroicamente finché ha potuto, e ha dimostrato qualità, tecnica, forza d’animo. Il futuro è azzurro, senza alcun dubbio. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli