Enrico Rossi
Un pranzo assai indigesto per la Roma che perde malamente all’ìOlimpico contro il Torino una partita che più brutta non si poteva immaginare. Finisce 1-0 per i granata grazie al gol nella ripresa di Simeone. La partita è tutta qui, rattristita dalle alchimie di centrocampo, con la Roma che sbaglia approccio e con discutibili scelte di formazioni. Gasperini lascia fuori un centravanti vero (Ferguson), per fare posto a due punte mobili quali Dybala e Soulè che tutto sono meno che attaccanti. Senza un punto di riferimento davanti, la Roma finiosce con l’essere spezzata in più tronconi, senza nessuno davanti a graffiare. Ringrazia il Toro, atteggiamento ultra difensivistico, ma c’era da aspettarselo, con sette giocatori a protezione della porta difesa da Israel. Nessun tiro in porta in una prima frazione giocata a ritmi blandi, con gli stessi pilastri della formazione di Gasperini a fare flanella, lenta e farraginosa nella manovra, prevedibile. Primo tempo da scampagnata e ripresa ancora peggio. La Roma ha regalato un tempo, ma nella ripresa, salvo qualche guizzo, non ha fatto meglio. Dentro Ferguson per Dybala, ma gambe e testa sono molli e fragili. Così da una palla persa da Konè, si è innescato il controgioco del Torino, con Simeone che si è fatto largo tra due giallorossi prima di piazzarla a giro. Fine dei giochi, perché il finale giallorosso ha prodotto solo un paio di occasioni e nulla più. Vince il Toro, senza rubare nulla, ma se Baroni se lo sogna di notte rischia di cadere dal letto. Il Toro ha fatto quel che doveva fare dopo un avvio stentato e i cinque gol presi dall’Inter. A mancare totalmente, è stata la Roma, indecifrabile. Per i giallorossi, evidentemente rimasti negli spogliatoi, un pranzo amarissimo e tanto su cui riflettere. Dalle tenuta, alle scelte di Gasperini. Amen.