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“Sono carico a molla”

Il Ct Gattuso apre la settimana che porta alle sfide con Estonia e Israele: "Non siamo messi male"

Nella foto: il Ct Gennaro Gattuso

Massimo Ciccognani

COVERCIANO Si ricomincia, sul viale che porta al Mondiale. Venerdì a Bergamo contro l’Estonia, lunedì a Debrecen, in Ungheria contro Israele. C’è Gennaro Gattuso alla sua prima sulla panchina azzurra. Petto in fuori, sguardo fiero, ma le noie arrivano subito. Scamacca ha un problema al ginocchio, Donnarumma è a Manchester per le visite mediche col City, Tonali ha qualche problema. Gattuso esterna un sorriso che è tutto un programma, e non si tira indietro, come nel suo carattere. “Siamo questi, nella prima giornata di campionato di Serie A c’erano 97 giocatori di campo ma la squadra è di valore. Certo, spero in futuro di vedere più giocatori italiani ma non siamo messi così male”. 

Estonia e poi Israele, ma già la mente vola al ritorno contro gli israeliani a Udine, ipotizzando problemi di ordine pubblico. “Io sono un uomo di pace e mi fa male al cuore vedere civili e bambini colpiti, mi fa male al cuore. Noi però facciamo un mestiere, anche la FIGC sta lavorando tantissimo per trovare soluzioni e fare una gara perfetta a Udine anche dal punto di vista della sicurezza. Il nostro dovere è fare il nostro lavoro, ma spero si arrivi a una soluzione di pace non solo in Israele. E’ una cosa che colpisce al cuore e fa male al cuore”. 

E allora subito sotto con l’Estonia tra quattro giorni. Un po’ pochi. “Siamo qui da sabato con lo staff e abbiamo smontato un po’ i nostri lavori per buttare giù delle situazioni su cui lavorare. Perché poi c’è un altro aspetto importante: non si è più abituati a stare 7-8 giorni chiusi in un hotel e la cosa più importante e farli stare bene insieme, non parlare solo di tattica e calcio. Dobbiamo trovare questa tattica. Per il resto c’è poco tempo e quindi devo dire poche cose e giuste, l’importante è farsi capire in modo corretto ed essere squadra. Dobbiamo dobbiamo pensare partita dopo partita e non a fare goleade. In cento e passa anni di storia di goleade ne abbiamo fatte poche. Dobbiamo preparare bene la partita, a partire dall’Estonia, ma non si prepara una partita pensando di dover fare la goleada. Paura di nessuno ma dobbiamo prepararla al meglio”.

Gattuso dipinge subito la sua idea di gioco. “Sono tornati gli esterni, vogliamo difendere a quattro. Qualche scelta è stata fatta anche in base alla condizione fisica, qualcuno ha fatto qualcosa in meno ma l’ho voluto in gruppo perché penso sia importante. Il regista? Dipende partita dopo partita, ma le convocazioni sono state fatte per mettere in campo la squadra nel modo migliore possibile. Dipende se giochiamo a due a centrocampo o a tre”. 

C’è un clima nuovo, di collaborazione tra Italia e Club. “Oggi ringrazio l’Atalanta per Scamacca (resta nonostante l’infortunio, ndr) perché hanno dimostrato coi fatti di volerci aiutare. Per me e per chi lavora con me è fondamentale questo aiuto e oggi bisogna ringraziare l’Atalanta, credo nel futuro ci sarà questo rapporto. Non voglio mettere in difficoltà giocatori e club, capisco tutti, ma qui abbiamo tutti gli strumenti per curare e controllare i giocatori. E’ giusto siano qui. Per ora nessuna riunione, c’è poco da parlare. Bisogna far parlare il campo. Questa estate non ho trasmesso nulla ai calciatori. Magari li chiamo spesso, gli rompo le scatole anche adesso. Voglio ringraziare i club, ci hanno fatto sentire a casa loro. Hai poco da dire ai giocatori in quei momenti, si stanno allenando, è stato solo un ritiro. La cosa più importante è stato parlare di calcio e coi dirigenti. Il giro ancora non è finito, mancano ancora 10-12 squadre. Ringrazio Buffon e Bonucci che mi hanno accompagnato”. 

Basta guardarlo negli occhi per capire quanto sia carico. “Sì, sono carico a molla, nessuna preoccupazione. Metterò i punti se mi spaccherò la testa. Sento tantissimo la responsabilità, ma nessuna paura. Ma sono carico a molla e alla fine tireremo le somme. Paura assolutamente no”. 

Ecco subito l’Estonia. Gattuso sa da dove cominciare. “Ci dobbiamo aspettare senso di appartenenza, voglia di sacrificarsi. Anche a costo di dire robe scomode. Oggi la paura non può entrare dentro il nostro stato d’animo, questa è la verità. Non dobbiamo andare in panico dopo dieci minuti se siamo sullo 0-0 ma restare squadra sempre. Poi grande entusiasmo: in questo momento abbiamo bisogno di 27-28 giocatori che fanno un gruppo. La forza dell’Italia è sempre stata la squadra, il carattere e la voglia di lottare. Dobbiamo riuscire a ritrovare questo aspetto. Sull’Estonia dobbiamo aspettarci una squadra che gioca di rimessa ma è brava a costruire, è una squadra che bisogna far sbagliare quando ha la palla perché prova a costruire anche dal basso”.

Sulle convocazioni spiega tutto. “Non è stato difficile fare la lista. Abbiamo lasciato a casa Buongiorno, Ricci, Cristante ma loro fanno parte del nostro progetto. Dopo i moduli ci sono i riferimenti, si scelgono i calciatori funzionali a ciò che vogliamo fare. Si parla sempre di tattica ma oggi è difficile giocare in Serie A, si gioca sempre uomo contro uomo. Quanto a Chiesa, ho parlato con lui ed è stata una scelta che abbiamo condiviso insieme, non si sentiva pronto per tornare perché voleva sentirsi al 100%. Abbiamo deciso insieme. Anche su Raspadori il minutaggio fin qui è stato basso, ma poi ci sono anche giocatori con qualità di cui noi andiamo alla ricerca. Raspadori ha in testa qualcosa di diverso. I tre esordienti, è difficile dire se sono pronti o no, quello te lo dà l’esperienza. Li ho convocati perché penso che Fabbian sia molto simile a Frattesi, riempie bene l’area e ha fisicità. Le qualità di Pio sono indiscutibili e le vediamo, Leoni uguale: un giovane 2006 con grande personalità con picchi di velocità importanti. Non gli ho regalato nulla, li ho convocati perché penso abbiano delle caratteristiche ben precise”. 

Bergamo ha già risposto presente riempendo lo stadio. Gattuso ne è felice e al tempo stesso orgoglioso. “Bisogna ringraziare tutti coloro che hanno comprato il biglietto e verranno allo stadio, abbiamo bisogno di questo. E faccio un appello alla sfida di Udine a ottobre: abbiamo bisogno della nostra gente. Un grandissimo ringraziamento alla piazza di Bergamo e al club, ci ha messo a disposizione lo stadio. Speriamo di riuscire a fare una grande prestazione”. 

E allora, andiamo a cominciare.