Filippo Traini
Il veleno nella coda, con una rissa che rovina un mondiale bellissimo. Probabilmente al centro c’è qualche esultanza provocatoria da parte del Chelsea, ma anche la frustazione di chi, il Psg, questa finale pensava di averla vinta. E invece l’ha straperduta. E a fine gara sono saltati i nervi un po’ a tutti, a cominciare da Luis Enrique che non ci sta a veder festeggiare sotto i suoi occhi Joao Pedro. Quella danza dal sapore di sfida, non gli piace e lo affronta a brutto muso, allungando le mani, lo spintona e alla fine lo afferra per il collo e il brasiliano va giù come un fico caduto dall’albero. E a quel punto si scatena l’inferno, con Donnarumma che ha anch’egli qualcosa da dire al brasiliano. Accorrono altri giocatori di entrambe le squadre ed è io spingo te, tu spingi me, tutti contro tutti. Arriva anche Maresca che capisce la situazione, si coccola Donnarumma, lo placa e lo abbraccia. Maresca è uno psicologo, ma non ha bisogno del lettino per frenare Gigio. Dal labiale rivisto in tv si legge “il nervosismo a fine gara, può starci, ma voi avete vinto tutto quest’anno”. Poi Enzo Maresca, preoccupato della situazione, da condottiero navigato, va a riprendersi i suoi per evitare che la rissa degeneri ancora. Li invita a festeggiare, ma sotto il settore dei tifosi londinesi, perché non è bello rovinare una notte come questa. Finalmente torna la calma e si può iniziare con le premiazioni, ma la scena finale, non è stato certo delle più belle, senza stare a sentenziare su chi abbia cominciato. Di certo, Luis Enrique, è andato oltre, e ha “rosicato” troppo per una sconfitta che non aveva previsto. Si può capire il nervosismo, si può capire anche l’eventuale provocazione, ma stavolta, Luis Enrique è andato oltre. Ed è una pessima immagine per il Paris. E adesso Luis Enrique rischia tre giornate di squalifica. E’ successo, ma non doveva accadere.