CHAMPIONS LEAGUE

Trionfo Paris: manita ad una piccola Inter

Hakimi, Kvarakhshelia, Mayulu e un doppio Douè condannano i nerazzurri in una finale senza storia

Nella foto: l'esultanza del Paris Saint Germain (foto Matteo Gribaudi/Image Sport)

Massimo Ciccognani

La prima volta di Parigi, la seconda personale di Luis Enrique che che le finali non le ha mai perse e la Champions League prende l’aereo per Parigi imbarcandosi con la formazione campione di Francia. Notte amara per l’Inter che non è mai entrata in partita, dominata dall’alto da una imbarazzante superiorità tecnico-tattico dei parigini. Alla Football Arena di Monaco finisce 5-0 per effetto del gol in apertura dell’ex Hakimi, della doppietta di Desirè Douè e dei gol di Kvarakhshelia e Mayulu. Vittoria schiacciante, persino umiliante, ma l’Inter ha fatto nulla per meritarsi una serata di gloria. Quella, spetta solo al Psg campione d’Europa.

Le scelte di Luis Enrique e Inzaghi Il tecnico spagnolo ha sciolto l’ultimo dubbio, affidando una maglia a Douè (Barcola in panchina), nel tridente offensivo (4-3-3) completato da Dembélé e Kvaratskhelia. Per il resto Donnarumma tra i pali, Marquinhos e Pachio centrali, Hakimi e Nuno Mendes esterni. In mezzo Joao Neves, Vitinha e Fabian Ruiz. Nell’Inter (3-5-2), Inzaghi si affida ai titolarissimi, con Lautaro e Thuram in primna linea, in mezzo Barcella, Calhanoglu e Mkhitaryan, con Dumfries e Dimarco esterni. Dietro Pavard, Acerbi e Bastoni davanti a Sommer. Alla Football Arena di Monaco, fischia il rumeno Kovacs. Inter con il lutto al braccio per la scomparsa dello storico presidente Ernesto Pellegrini.

Troppo Psg, Inter disarmante Un primo tempo senza storia che si chiude con il Paris avanti di due gol, meritati. Una sola squadra in campo ed è quella di Luis Enrique che parte subito forte. Pressing alto, gioco fluido sugli esterni dove Kvara e Doué si sono spesso scambiati la fascia. In mezzo la classe di Vitinha, l’esuberanza di un mostruoso Fabian Ruiz, Hakimi che sfonda con regolarità a destra. Inter impacciata, non la prende mai. Francesi sempre primi sul pallone, con i nerazzurri incapaci di uscire dal primo pressing dei campioni di Francia. Sul piano tattico un primo tempo dominato dalle scelte di Luis Enrique, che tengono costantemente il pallone in attesa dell’imbucata. Che arriva dopo una percussione di Vitinha che innesca Douè, palla in mezzo per Hakimi che tutto solo tocca e mette dentro con una facilità disarmante. Pessima la lettura difensiva dell’Inter. Il Paris capisce il disagio nerazzurro e continua ad affondare e trova il raddoppio: Dembelè innesca Doué, a sinistra l’Inter fa flanella e il gioiellino che calcia di prima intenzione, Dimarco, girato di spalle, può solo vedere la palla schizzare alle spalle di Sommer: 2-0 dopo venti minuti, mai successo in una finale. L’Inter non decolla, prova a mordere su palla inattiva con l’incornata di Thuram, fuori. Ma è sempre il Paris a fare la partita e sfiorare anche il terzo gol, che Dembelè si divora e nel finale Doué prova la conclusione da fuori, ma senza graffiare. Solo Psg, Inter in chiara ed evidente difficoltà, persino inaccettabile. Undici tiri a due per i parigini, possesso palla non ne parliamo. Tutto dice Paris, meritato.

Altroo tris Paris L’Inter deve cercare subito il guizzo, c on Inzaghi che inserisce i centimetri di Bisseck e Zalewski per Pavard e Dimarco, ma il tedesco si infortuna subito e allora Inzaghi è costretto al doppio cambio: Carlo Augusto e Darmian per Bisseck e Mkhitaryan. Ma non è aria per andare in Paradiso. Il Paris è sempre padrone del campo, un dominio netto, tecnico e fisico. La scelta di Doué premia Luis Enrique: Dembelé libera di tacco Vitinha che mettre nello spazio per il gioiellino francese che con un rasoterra sul primo palo fulmina Sommer: 3-0. Il Paris non è sazio, gioca sul velluto e lo fa bene e trova il quarto gol con l’ex Napoli Kvarakhtshelia che di mancino, raccoglie l’invito di Dembelé, e firma il poker, prima della manita piazzata nel finale da Mayulu. Lezione severa, sconfitta pesantissima per l’Inter, ma risultato ineccepibile. L’ha dominata Parigi dall’inizio alla fine, quando il cielo sopra Monaco sio colora di rossobiancoblu. Inter a testa bassa, Parigi in Paradiso, con lo sguardo di Luis Enrique verso il cielo, il pensiero alla piccola Xana che lo ha lasciato troppo presto, ma che non l’ha mai abbandonato. E anche stasera, era al suo fianco. E Luis ha gioito anche con lei oltre che con tutto il popolo parigino per la conquista della seconda Champions da allenatore e la prima per Parigi. Che notte. La festa parigina può avere inizio.