Salvatore Savino *
Diceva La Rochefocauld nel 1600: ” l’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle più grandi “. Non credo che il grande pensatore francese potesse, già ai suoi tempi, immaginare la passione dei tifosi azzurri, ma di certo questo venerdì, giorno di passione per antonomasia, sia detto senza blasfemia, avrebbe avvalorato il suo aforisma. Milioni di cuori azzurri battono all’unisono, come fossero uno soltanto, immenso e pulsante di vita, di passione, di amore. Napoli non è una città come tutte le altre, è un mondo che vive la sua realtà astratta e concreta al tempo stesso; e’ il luogo naturale dell’immaginazione, dove nulla e tutto può considerarsi normale, dove convivono, leggere come piume, realtà opposte. C’è attesa, ed è un’attesa che sembra coinvolgere tutti. La vita scorre apparentemente uguale agli altri giorni, ma non è così: la gente va a lavorare, a fare la spesa, cammina per strada con una normalità che è solo apparente; si percepisce nell’aria un senso di ansia, di voglia di gioire mista alla grande paura di ritrovarsi davanti ad una realtà diversa. Siamo sempre stati additati come il popolo pronto a festeggiare, che non sa attendere il momento giusto per ogni cosa, che si lancia in avanti come un acrobata senza rete, incurante dei rischi che si assume. Eppure, contrariamente a quanto tutto il resto d’Italia si aspettava, Napoli non ha accontentato quelli che già si preparavano a scrivere e raccontare di tarantelle per strada, di vicoli imbandierati e coretti folcloristici, di omini forniti di cornicielli portafortuna e rituali apotropaici. Questa volta rimarrete delusi. Le hanno provate e ancora le stanno tentando tutte per impedire a Napoli e ai i tifosi napoletani di gioire: nelle ultime settimane siamo stati costretti a leggere ed ascoltare ogni sorta di tentativo di rovinare la festa, di creare zizzania, nel gruppo squadra come nella mente dei tifosi: fatevene una ragione, questa volta non funziona. Napoli e i suoi tifosi sono cresciuti, sono maturati, siamo tutti uniti e vicini alla nostra squadra, pronti a fare un tifo incredibile, a non lasciarli soli nemmeno per un attimo. Non ci interessa sapere adesso se Conte resterà o andrà via, non ci interessa parlare di presunti torti arbitrali che avrebbero penalizzato il nostro avversario, e nemmeno se il nostro gioco sia spettacolare o meno, sono argomenti che non ci toccano. Siamo un popolo che aspetta, innamorato, di ricongiungersi al suo amore. Non percepiamo nessuna distrazione, non abbocchiamo a nessuna esca che voglia danneggiarci. Conosciamo la sofferenza, sappiamo cosa vuol dire versare lacrime amare, ma sappiamo anche di essere forti, di avere dentro di noia grandezza di una capitale mondiale, di un centro di storia e cultura unico al mondo, di essere una città che da sogno e’ divenuto realtà, e del resto non è un caso se il più grande di ogni tempo abbia voluto giocare e vivere a Napoli: le meraviglie, i tesori,per loro stessa natura, sono destinati a stare insieme.
Venivamo da un anno orribile calcisticamente parlando: dopo essere stati Campioni d’Italia, ci siamo visti trascinati in un limbo a cui ormai non eravamo e non avremmo voluto abituarci mai più: la sconfitta bruciante ed amarissima a Verona ci aveva aperto le porte dello sconforto, della disperazione sportiva, ed invece, proprio da quella sconfitta umiliante, si è cementato un gruppo solido, ferreo nei rapporti interni, fatto di ragazzi che si vogliono bene, si aiutano reciprocamente, sono pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Venerdì sera sarà l’ultimo appuntamento di quest’anno: abbiamo davanti un sogno, il coronamento di un viaggio meraviglioso iniziato quasi un anno fa, quando la società presentò Antonio Conte come nuovo tecnico. In pochi avrebbero creduto che, a distanza di soli dieci mesi, ci saremmo ritrovati ad un passo dal sogno, eppure è proprio ciò che è accaduto. Siamo sulla prua della nave, tutti, non più solo il capitano e il suo equipaggio; ora ci siamo davvero tutti là davanti, pronti a gridare: “Terra”! Abbiamo solcato mari calmi e altri più agitati, abbiamo stravinto partite difficili e perso punti che sembravano gia conquistati, siamo stati in vantaggio e ci siamo fatti raggiungere all’ultimo minuto, ma sempre a testa alta, con orgoglio e passione. L’ ultimo ostacolo e’ il Cagliari, in teoria tranquillo e senza assilli di classifica, ma noi siamo uomini di mare, siamo figli di Masaniello, dei pescatori di Santa Lucia, dei barcaioli di Mergellina: conosciamo il pericolo del mare, anche quando è calmo. Saremo attentissimi: il nostro Capitano sapra’ scegliere i marinai dell’ultima navigazione, saprà come disporli sul campo affinché i sardi siano costretti alla resa. Sarà difesa a tre o a quattro, con due punte o con il tridente, non cambierà nulla.
Il nostro avversario giocherà sul lago, una dimensione è rispettabilissima, ma certamente non paragonabile allo splendore del Golfo più bello del mondo. Noi non ci baseremo su quello che ci arriverà da quel ramo del lago di Como, no. Saremo concentrati sul nostro viaggio, la nostra rotta. Capitano Conte, prepara il tuo equipaggio alla navigazione: la rotta la conosce, la metà è unica. Non tema la tempesta, non si curi di chi soffierà contro le nostre vele, perché con lei e i suoi ragazzi battono milioni di cuori: regalateci un sogno, ragazzi in maglia azzurra. Fatelo per chi vi ama senza limiti, e che spende tutto quello che ha per seguirvi in trasferta, per chi trova nella vostra vittoria il riscatto della propria vita, per chi vive lontano e sente, grazie alla nostra maglia, di essere qui con noi, fatelo per chi non c’è più e per anni ha sognato e sperato di vincere insieme a voi. Questo è il tempo dell’attesa, questo è il tempo dell’incertezza e del dubbio, ma solo per chi non ama davvero. Noi amiamo il Napoli, e chi ama non ha incertezze: siamo tutti uniti e abbracciati a te. Napoli, amore mio, non avere paura di nulla, perché se le cose più belle del Creato, il cielo ed il mare, sono azzurre, un motivo ci sarà. Regalateci un sogno, vi amiamo smisuratamente. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli






