500 PANCHINE IN A

Ranieri, molto più di un allenatore

Nella foto: Claudio Ranieri (foto Salvatore Fornelli)

Massimo Ciccognani

Ci sono i tifosi di calcio e poi ci sono i tifosi della Roma, amava ripetere il compianto Agostino Di Bartolomei. E poi ci sono gli allenatori di calcio e gli allenatori con il cuore romanista. Come Claudio Ranieri. Una vita pane e pallone, un gentleman che ovunque ha lasciato un segno. Leicester rimarrà la pietra miliare della sua carriera, Cagliari un traguardo impossibile raggiunto con la forza dei nervi distesi. E poi Roma e la Roma, quell’amore da bambino, la gioia e l’emozione di salire le scalette dell’Olimpico, senza le quali “non puoi dire di avere allenato”. Al cuore non si comanda e Ranieri ha sempre fatto scelte di cuore che si chiamano Cagliari e Roma. Un anno fa, aveva dato addio al calcio, poi la Roma in difficoltà lo ha chiamato e lui non poteva che rispondere presente. Storie di calcio e di vita, e la mente torna a sei anni fa quando aveva lasciato per l’ultima volta la Roma (o almeno pensava): scoppiò in lacrime mentre uno stadio intero scandiva il suoi nome, con striscioni e cori che scandivano il tempo dell’amore. Domenica contro il Milan sarà la sua partita numero 500 in serie A, anche se in carriera di tappe ne ha percorse il doppio tra Inghilterra, Spagna, Francia e Grecia. Saluterà Roma nel suo stadio bagnando un traguardo importante, probabilmente anche stavolta intriso dalle lacrime perché sarà difficile rimanere indifferenti all’affetto che la sua gente gli riserverà in questa notte speciale. La sua gente che ancora una volta piangerà insieme a lui, come fu per l’addio di Francesco Totti e Daniele De Rossi, storie di romani, romanisti e bandiere. Lacrime per l’uomo al quale la Roma deve solo tributare un enorme Grazie per aver ridato orgoglio e dignità, amore e speranza, indipendentemente da come finirà la stagione, che può ancora riservare tanto o niente. Ma l’impresa di Claudio Ranieri resta. L’ha presa a due punti dalla retrocessione, l’ha portata ad un passo dal paradiso. Solo lui poteva riuscirci, e non è ancora finita. Alla squadra il compito di fargli festeggiare nel miglior modo possibile la panchina numero 500 e continuare ad inseguire quel sogno. Ci sono gli allenatori di calcio, ci sono poi gli allenatori romani e romanisti, quelli con il cuore gonfio d’amore. Grazie di tutto mister, la sua storia è leggenda.