Salvatore Savino *
Tanto tuonò che piovve: la beneamata meneghina mostra le crepe di una stagione lunga ed impegnativa, cerca di salvare il salvabile, ma negli ultimi istanti di gioco è costretta alla sconfitta da un Bologna che sembra tornato quello che tremare il mondo fa. La bella rovesciata di Orsolini supera i confini della geografia classica, tanto che l’esultanza per il suo splendido gol si è propagata dagli spalti del Dall’Ara fino alle più lontane città del mondo, ovunque sventolasse una bandiera azzurra. Certo, perché quella rete ha riportato il Napoli in vetta alla classifica, in coabitazione con l’Inter, ma in testa. Questo sposta tutti gli equilibri, fa cadere tutti i discorsi polemici, le prese di posizione preconcette, tutte le chiacchiere, anche quelle orientate ad arte per cercare di distruggere il giocattolo azzurro. Le parole di Conte, prima e dopo la gara con il Monza, erano state oggetto di discussioni, approfondimenti, e fior di dibattiti si erano accesi nei salotti televisivi, per non dire degli scambi non sempre affettuosi avvenuti tra i tifosi sui social. Poi, in un tardo pomeriggio di Pasqua, arriva Orsolini: la voce del cronista sembra quasi uscire dagli altoparlanti delle radio e delle televisioni, e bussare sulla spalla di ogni tifoso azzurro, avvertendolo che il sogno poteva continuare, ed in quel momento, il tintinnio dei cucchiaini sui piattini colmi di pastiera diventa la colonna sonora della serata: fette di casatielli e pezzi di uova di cioccolato tornano a centrotavola, come se la festa potesse riprendere. Nulla di blasfemo sia chiaro, la festa per la Resurrezione di Cristo è il centro della cristianità, ma il gol di Orsolini ha fatto saltare dalle sedie e dai divani anche quelli che, proprio dopo il grande pranzo pasquale, si erano assopiti, gonfi di cibo, ma ora anche ebbri di gioia più ancora che di vino. Il Napoli il suo lo aveva fatto, con la sofferenza che è marchio indelebile e segno distintivo della squadra azzurra: era riuscito, il giorno prima, a spuntarla sul Monza che, nonostante la classifica lo costringa ad una più che probabile retrocessione, non ha deposto le armi, anzi, ha lottato con tutto quello che aveva, e questo sportivamente fa onore a Nesta e ai suoi ragazzi. Dal canto nostro, dopo un primo tempo abbastanza noioso, e che sembrava recare con sé i presagi di sventure, siamo riusciti a fare gol con, devo dirlo, la più bella sorpresa del campionato di serie A: ancora una volta infatti, a portare i tre punti è stato Scott McTominay, questo enorme calciatore che ci ha fatto amare il Manchester United, che inspiegabilmente lo ha ceduto agli azzurri. Nulla però deve cambiare: essere di nuovo a pari punti in testa alla classifica non deve smuovere di un capello la concentrazione, la rabbia agonistica, l’obiettivo da raggiungere. Domenica ci aspetta un altro ostacolo difficile: il toro di Vanoli è squadra concreta e compatta, che non teme la gara, e che ha dalla sua la serenità di non lottare per la salvezza né per le coppe europee, quindi verrà a Fuorigrotta a giocarsi la sua partita senza obblighi, e questo il Napoli deve considerarlo. Avremo i soliti problemi di formazione, ma ormai siamo abituati: fuori Buongiorno e Juan Jesus in difesa, e sembra che per JJ sia finita la stagione. In avanti, David Neres è di nuovo alle prese con un problema muscolare. Su questo aspetto, quello degli Infortuni muscolari, andrebbe fatto un lungo approfondimento, bisogna comprendere le cause, perché quando sono tanti e spesso riguardano un certo tipo di lesione specifica, lo studio è necessario, ma non adesso. Ora non c’è da studiare, né da discutere: ora ci sono solo cinque partite da giocare anzi, da vincere. Poi, ma soltanto dopo, sarà il tempo delle parole e dei dibattiti che, si sa, cambieranno di tono e di argomenti in base a come sarà andato il finale di campionato. Ed é l’errore da evitare: il lavoro, la professionalità, l’impegno profuso, non vanno valutati solo in base al risultato, ed allora io prendo posizione adesso: non so se riusciremo a vincere il sogno numero quattro, ma in ogni caso voglio ringraziare questo mio Napoli, dal Presidente, al tecnico, al suo staff, ai calciatori, fino all’ultimo dei collaboratori. Grazie per avermi fatto di nuovo emozionare, gioire, e coltivare il sogno dai tre colori. Sono sicuro che anche in queste cinque gare che restano non mi deluderete, e darete tutto quello che avete per vincerle. Non è il momento delle analisi tattiche, non è il momento di studiare i sistemi di gioco, quello è il compito di mister Conte e dei suoi collaboratori. Per noi tifosi é il tempo di amare, di essere solo compatti, tutti, al di là delle proprie convinzioni sulla società, sul tecnico, sui singoli calciatori. C’è un tempo per ogni cosa, e questo, vome direbbe Ivano Fossati, dovremo ricordarlo negli anni a venire come: “un tempo bellissimo, tutto sudato, una stagione ribelle, l’istante in cui scocca l’unica freccia che arriva alla volta celeste e trafigge le stelle. Dicono che c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare. Io dico che c’era un tempo sognato, che bisognava sognare…” Non posso chiudere il nostro appuntamento settimanale senza ricordare un uomo che ha cambiato le sorti dell’umanità, seminando amore, uguaglianza, rispetto un sant’uomo che si è avvicinato agli ultimi, ai miseri, a quelli che noi, nel nostro egoismo, a volte vergognoso dimentichiamo. Il Signore ti ha voluto accanto proprio il giorno dopo la sua Resurrezione, così da accoglierti a braccia aperte in Paradiso, e tu, fino all’ultimo, stanco e malato, non ci hai voluti abbandonare, facendoti condurre in piazza, in mezzo a noi, per regalarci il tuo ultimo immenso abbraccio amorevole di padre. Ora, da grande argentino, rivedrai il nostro Diego, e dal vostro abbraccio, sono certo che tutta questa città e questo popolo che vi ha immensamente amato, riceverà una pioggia d’amore eterno, che nessuno mai potrà e vorrà asciugarsi dall’anima. Grazie per esserci stato, Papa Francesco, e, scusami se ti appaio profano, ma è solo il mio modo di abbracciare I lettori. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli