Serve Ranieri al centro del progetto

Stefano Sale *

Un pareggio che non serve a nessuno per le ambizioni di classifica ma che tiene gli animi tranquilli sulle due sponde del Tevere. Non perdere il derby è sempre una mezza vittoria, evitando così gli sfottò del giorno dopo in città. Sul campo la Roma mantiene il primato cittadino vista la vittoria dell’andata, mentre la Lazio rimane davanti in quinta posizione con due punti di vantaggio sui giallorossi. È stato il solito derby nervoso con tante interruzioni, non certo una partita per palati fini. Guendouzi apre le danze con proteste ridicole dopo soli 34 secondi, sbraitante durante tutta la partita. Paredes assurdo che rischia il rosso per una manata dopo 3 minuti. Tanti fallacci e proteste plateali da ambo le parti, mancano diversi gialli, soprattutto sponda laziale. 

Una Roma timida, non pervenuta nel primo tempo. La stanca Lazio di Bodo invece è più pimpante e vogliosa. Svilar paratutto è la nostra vera salvezza. Nella ripresa arriva subito la solita dormita, cross con Romagnoli che stacca di testa tutto solo. Finalmente si vede una reazione. Il pareggio di Soulè è un gioiello salva-capra e cavoli. Ma il grande rammarico è quello che succede dopo. La Lazio accusa il colpo, ci sono le condizioni per andare a vincerla, ma noi non ne apprifittiamo, con un forcing che è piu un giropalla sterile continuo all’indietro, invece di verticalizzare e cercare cross ed imbucate. Ranieri lo ha detto, non era quello il piano. Un vero peccato non provarci anche perchè poi la Lazio ha ripreso coraggio. E solo per un miracolo non abbiamo subito la beffa nel finale. Alla fine, è un pareggio che a loro sta pure stretto.  

Promossi e bocciati. Svilar eroe assoluto. Soulè per il gol, unico a creare superiorità nell’uno contro uno. Faccio fatica a dare altre sufficienze. Forse non era il piano di Ranieri giocare cosi, ma i cambi sono stati tardivi. Altre note negative. Difesa in bambola. Centrocampo lento.  Salaemakers, un funambulo che si piace un po’ troppo, rotolante a terra. Pellegrini fragile e poco incisivo, Dovbyk mai in partita. Nonostante tutto, è una Roma che senza le scelte scellerate dei Friedkin ora sarebbe in piena corsa almeno per il terzo posto. Pensare che siano loro a scegliere il prossimo allenatore sarebbe l’ennesima follia. La gestione Juric ci ha affossato la stagione. Due mesi buttati. Alla faccia dei fantomatici trofei, che solo la loro miopia ed incompetenza calcistica poteva prevedere. Southampton ringrazia. 

La gestione salva-vita di Ranieri ha portato 11 vittorie e 5 pareggi. Imbattuto da 16 partite. Un vero miracolo. A novembre eravamo a due punti dalla B. Ora a ridosso dell’Europa. Se la Champions è ora quasi un miraggio, l’Europa League è un obiettivo concreto. Certo, senza Dybala è un altra squadra. Manca il trascinatore, la classe, il guizzo. Un peccato averlo perso sul più bello. Mancano 6 partite, 18 punti. Stringere i denti e lottare fino all’ultimo. Poi tiriamo le somme. Spero che il nuovo allenatore, scelto da Ranieri, sia già operativo. Se cosi non fosse sarebbe un grave deja-vù. Senza ancora una dirigenza, senza ancora una programmazione. Se le priorità sono lo stadio a Pietralata, l’Everton ed i miliardi della Premier, allora non ci siamo proprio Mr Dan.