VERSO IL DERBY

De Nadai: “Fossi in Ranieri giocherei con due punte”

Nella foto: Peccenini, De Nadai e Oddi (Foto Gino Mancini)

Si avvicina il derby della Capitale, con gli interessi immancabilmente alti, da una parte e dall’altra. Tanti personaggi legati alla stracittadina, come Michele De Nadai che il derby lo ha viussuto su entrambe le sponde. Quattro anni alla Roma, dal 1977 al 1981, due alla Lazio nelle stagioni seguenti. Innamorato di Roma, al punto di rimanerci a vivere anche una volta appese le scarpe al chiodo, come De Nadai ha raccontato in esclusiva a Romanews.eu. “La città mi ha dato tanto, ho trovato naturale fermarmi qua, proseguire nella Capitale la mia esistenza dopo il termine della carriera. Sono nato a Milano da genitori friulani, quindi poi ho trascorso l’infanzia in Friuli; poi, più che a Milano sono tornato a Milanello, perché sono cresciuto nel Milan, come calciatore e in rossonero ho esordito in Serie A, tra l’altro segnando subito, poi un anno a Monza e nell’estate del ’77 arrivo a Roma, alla Roma”, le parole di De Nadai a testimonianza dell’affetto per la città.

Il più bel ricordo in maglia giallorossa?: “Tanti, non è facile scegliere. Ho vissuto il passaggio dall’era della presidenza di Anzalone a quella di Viola: ho assaggiato il clima della crescita societaria, delle ambizioni, di due presidenze che hanno dato tutto per il club e per i tifosi; la vittoria della Coppa Italia, la soddisfazione di aver preso parte alla crescita tecnica e societaria di una Roma che sarebbe di lì a poco arrivata al vertice”

Poi quell’assist a Pruzzo per il celebre gol – salvezza contro l’Atalanta all’Olimpico..: “Eh sì, un boato impressionante, venne giù l’Olimpico…però in quella stagione ’78 – ’79 ho anche un ricordo “firmato” in prima persona, il secondo gol romanista a San Siro contro l’Inter, per l’1-2 finale, con una conclusione al volo dopo la traversa colpita da Agostino…una gioia incredibile…anche quello fu un passo decisivo per la permanenza in Serie A”.

Fu facile passare alla Lazio nell’estate del 1981?: “Fu un trauma, ricordo ancora il primo giorno, al raduno. Ero il “nemico”, percepito come romanista al cento per cento, cosa che hanno vissuto Cordova un po’ prima di me e Manfredonia qualche anno dopo. Dissi sì alla Lazio, pur sapendo che non sarebbe stato facile, perché mi convinse un grande tecnico, grande uomo di calcio e grande uomo in assoluto come Ilario Castagner. Mi convinse anche a scendere di categoria. Dal secondo anno in biancoceleste cominciarono ad apprezzarmi, anche perché ho sempre dato tutto, infortunandomi anche parecchio “

Hai detto ricordi alla Roma tanti, invece il più bel ricordo da laziale?: “Sicuramente la promozione in Serie A, nel 1983”

I tuoi derby?: “Solo con la maglia della Roma, con un bilancio equo tra vittoria, pareggio, sconfitta. Con la Lazio non ne ho disputati perché eravamo in Serie B”.

Che derby ti aspetti domani?: “Impossibile fare previsioni sul derby, conta tanto la sfera emotiva; certamente avrà un vantaggio la squadra che riuscirà a tenere dritta la barra del timone per quanto riguarda la lucidità; aggiungo che bisogna anche essere bravi a far innervosire gli avversari, perché può essere decisivo. La Roma è stata protagonista di una cavalcata importante, la Lazio invece è imperscrutabile visti i suoi risultati altalenanti e il fatto che si trova a metà del guado in un turno di coppa. Però, ripeto: il derby non accetta pronostici“.

Fossi in Ranieri, come te la giocheresti?: “Con le due punte, Shomurodov – Dovbyk, per aumentare la pressione, avere più gamba in ripartenza e assistere l’ucraino, coinvolgerlo di più nella fase offensiva; magari con un centrocampista come Paredes a irrobustire la linea mediana e a coprire le spalle agli inserimenti di altri centrocampisti”

Non mi resta che chiederti per chi tiferai…: “Per…l’Udinese, che ha perso così nettamente col Milan e ha bisogno di un incoraggiamento”.