Salvatore Savino *
Siamo alle solite: quando si presenta l’occasione importante, il Napoli viene meno. La partita di Venezia, prima delle dieci finali, si è conclusa con uno sterile pareggio senza reti, e a poco serve rammaricarsi per il palo di Raspadori o per le parate di Radu, perché se il Venezia avesse avuto un attaccante di buon valore, nel finale l’avrebbe vinta quasi con facilità, né più né meno di quanto fatto dal Como pochi giorni prima. Si può discutere su tante cose e su vari aspetti di questa squadra che lascia un sapore amaro, e credo sia giusto farlo, anche se mantenendo la serenità di chi sta comunque disputando un grandissimo campionato, superiore a quello che potevano essere le più rosee aspettative dei tifosi. Nelle ultime sette giornate precedenti, Il Napoli ha preso solo 8 dei 21 punti possibili, e qualcuno dovrebbe fornire qualche spiegazione di questo dato. Ci si pone tante domande, si ipotizzano vari scenari per capire i motivi di questo calo di punti, ma non si riesce a trovare un dato univoco. Come era semplice attendersi per chi conosce la realtà napoletana, sono riemersi subito dai rifugi in cui si erano dovuti nascondere visti i risultati, i detrattori della società. Non si potevano più contenere: quanto livore hanno dovuto trattenere per tanti mesi, con 150 milioni spesi al mercato estivo (senza cedere ancora Osimhen), preso il tecnico più titolato e costoso, compreso lo staff di professionisti che porta con sé, una squadra che vola tra primo e secondo posto dalla seconda giornata. In effetti, gli antisocietà a cosa si potevano appigliare per criticare? Una mano tesa è arrivata da uno di quelli che, paradossalmente, dovevano essere tra i condottieri, tra i simboli di un Napoli vincente, e che si e’ invece rivelato qualcosa di ben diverso. Inquadriamo la scena ed il momento: il Napoli è primo in classifica, siamo a dicembre scorso, e non appare necessario nessun intervento nel prossimo mercato di gennaio, se non forse un centrale difensivo di supporto, ed invece, nel pieno dell’entusiasmo per la classifica, deflagra la bomba nello spogliatoio azzurro. Il 77, (d’ora in poi lo chiamerò così perché adesso per me il solo numero di maglia è sufficiente, non mi interessa ricordare nemmeno il nome) vuole andarsene, anzi, per dirla meglio, se ne va, senza porsi grandi problemi. Ed è un attimo: l’occasione è troppo ghiotta per gli anti ADL, che non esitano a cavalcarla, la cessione del 77. Mentre sei primo in classifica certo non sembra essere scelta vincente per un club, e questo è palese, ma si dovrebbe analizzare anche il perché di questa scelta. Tralasciando per motivi di spazio le modalità di questo abbandono, che pure hanno il loro enorme peso. Diciamo che comunque questo addio improvviso ha creato subito un grande scossone nello spogliatoio e nell’intero ambiente partenopeo, e qui è partito l’attacco diretto alla società e al Presidente, rei di non aver sostituito il 77 in maniera importante. A poco è servito scrivere e ripetere fino alla noia che a gennaio i campioni non si trovano, che senza averlo potuto programmare per tempo, il mercato di gennaio è quasi impossibile. Non è bastata nemmeno una apposita conferenza stampa del direttore Manna per replicare ai criticatori. Ed ecco che, dopo le vedove di Sarri e quelle di Spalletti, sono emerse le vedove del 77. Detta così, sembrano le persone che aspettavano l’autobus al capolinea, ma il 77 non arriva più. Quei tifosi che forse troppo velocemente hanno dimenticato chi ha vestito negli anni la maglia del Napoli, distrutti dal dolore, hanno attribuito all’assenza di questo 77 tutti i motivi del calo del Napoli. Io comprendo e rispetto le opinioni di tutti, ma mi piace verificarne la fondatezza E allora, come dicevo, siamo a dicembre scorso, ed Il 77, almeno sulla carta visto quel che emergerà poche settimane dopo, è ancora nel capolinea deposito del Napoli: delle cinque partite che si disputano a dicembre, ne gioca due: si vince a Torino e si perde in casa con la Lazio. Poi non c’è a Udine, e si vince 3 a 1; a Genova entra al 73esimo ma a risultato già acquisito, e con il Venezia in casa, esce al 75º sullo 0-0, e il Napoli segna e vince quando lui è uscito. A gennaio, ad addio ormai consolidato, il Napoli fa quattro vittorie, tra cui Fiorentina ed Atalanta fuori casa e Juventus al Maradona. A questo punto e con questi dati, dire che l’assenza del 77 è il problema del Napoli, viene clamorosamente smentito dai numeri. Prima che si scatenino i canti gregoriani sulla mia ingratitudine verso il 77, chiarisco: non rinnego quanto di buono ha fatto il primo anno, lo scudetto e tutto il resto. Da tifoso, da innamorato del mio Napoli, come in ogni amore tradito, di lui mi resterà solo l’addio, fatto con una scrollata di spalle, senza un saluto, egoistico e ingrato, che mi è stato riservato. Per esorcizzare rabbia e ñ, nel mio cuore si accomoda accanto al suo omologo nato in Francia, nel dimenticatoio delle cose che non meritano il mio ricordo. Quali allora possono essere i motivi del calo del Napoli? A questo, deve rispondere solo una persona, ed è Conte: solo lui conosce a menadito lo spogliatoio, le condizioni fisiche, le problematiche dei singoli come quelle tattiche. Noi possiamo chiederci il perché di alcune scelte, di alcune sostituzioni che da fuori appaiono incomprensibili, del mancato sfruttamento di condizioni in campo che apparivano da sfruttare, come l’evidente superiorità nel gioco aereo che c’era a Venezia, e non si sono visti cross, anzi, nel finale esce Lukaku e così via. Non sono critiche, sono osservazioni che vorrebbero servire ad aiutare chi ama il Napoli, e chi vi scrive può dire tranquillamente di far parte di costoro, e vuole solo il bene della squadra. Stiamo facendo un campionato fantastico, oltre ogni più roseo pronostico, siamo e saremo accanto alla squadra. Possiamo lottare per lo scudetto, lo stiamo facendo. Non è obbligatorio vincerlo, ma sarebbe delittuoso non lottare fino all’ultimo istante. Sono certo che tutto il Napoli, dal Presidente, al direttore, al mister Conte, ad ogni singolo calciatore, daranno l’anima per provarci, e noi saremo con loro, sempre. Ora c’è la sosta per le inutili partite della Nazionale, ed in queste partite inutili Politano viene convocato ovviamente, così come, anche se sono qualificazioni mondiali, Anguissa, reduce da un infortunio, forse si sarebbe potuto evitare il viaggio in Camerun, e così via, ma tanto vale per tutti, ed é superflo fare il solito discorso sulle nazionali che interrompono un campionato mettendo a rischio infortuni tutti i calciatori di tutte le squadre e, ovviamente, più forti sono le squadre e più nazionali hanno, per cui, fortunatamente, da molti anni il Napoli è tra questi Top Club nel fornire uomini alla nazionale. Che dire? Speriamo vada tutto bene. Al rientro ci aspettano i rossoneri del Milan: mai partita facile, ma come dicevamo la volta scorsa. Ora le finali sono nove, e bisogna vincerle tutte. Forza Napoli sempre
*Scrittore, tifoso Napoli