Le undici finali azzurre

Salvatore Savino *

Il Napoli è tornato, anzi, di più, il Napoli di Antonio Conte è tornato. Sì, perché nella partita con l’Inter si è rivista quella squadra padrona, vogliosa di raggiungere il risultato, al punto che persino il vantaggio immeritato dell’Inter, ottenuto con una perla su punizione di Dimarco, non ha minimamente scalfito la voglia azzurra di giocare una grande partita. Come ipotizzavo nei giorni immediatamente precedenti, il tecnico ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, mettendo in campo un assetto tattico inedito, con la coppia di play Lobo- Gilmour, quindi sfruttando il gioco sul corto e sul lungo, come con la penetrazione di Stani ed il passaggio vincente in area, e il lancio di Billy a scavalcare la linea per invitare Romero Lukaku al tiro al volo. Tutti i calciatori azzurri hanno giocato con passione, col cuore in mano, sospinti da uno stadio fantastico, che non ha lasciato mai soli gli azzurri, nemmeno per un minuto. Nessun tifoso sarebbe riuscito a trattenere l’emozione quando Billing, (ancora una ottima prestazione del mediano danese), riprendendo un suo stesso tiro respinto dal portiere, ha raggiunto il pareggio negli ultimi minuti di partita. Non è stato tanto il risultato,  ma quello che ha entusiasmato i tifosi del Napoli è stato invece l’aver visto la voglia, la rabbia agonistica, quella che sembrava essere venuta a mancare nell’ultimo periodo. Ed ora? Ora mancano 11 partite, 11 finali senza ritorno per il Napoli, e dopo aver visto la partita con l’Inter, le possiamo affrontare con serenità, con la tranquillità di chi sa di essere forte, molto forte, e di non dover temere nessuno. Se siamo riusciti a mettere sotto la squadra campione d’Italia, costringendola a difendersi ad oltranza, come una squadretta di provincia in lotta per la salvezza, se l’allenatore avversario le ha tentate tutte per riuscire a portare a casa il punticino, alzando un muro di sei difensori, vuol dire che queste 11 finali possiamo anche vincerle tutte, e poi vedremo cosa sapranno fare gli altri. Noto una apparentemente piccola, sottile differenza, anche nella comunicazione di mister Conte, che dovrebbe far riflettere: sin dall’inizio della stagione, Conte ha fatto il pompiere, affermando e confermando a più riprese che il traguardo del Napoli era e restava il ritorno in Europa, quella prestigiosa se fosse possibile, altrimenti anche Europa e Conference League sarebbero state motivo di soddisfazione. Improvvisamente, dopo una partita nemmeno vinta, ma solo pareggiata, Conte, a petto in fuori, sostiene che  “se vogliamo, possiamo”. Non mi sembra un particolare trascurabile, conoscendo quanto il tecnico leccese si muova con i piedi di piombo, senza mai caricare i suoi calciatori di responsabilità. Se ha ritenuto di esporsi in questo modo, vuol dire che è molto sicuro di sé, forse più di qualche tifoso che preferisce vivere nel pessimismo più oscuro. Nessuno di noi ha la palla di vetro, certo, e non possiamo sapere questa corsa al titolo come finirà, ma di una cosa possiamo essere certi: non si mollerà nemmeno di un centimetro, mai. Si comincia domenica con la Fiorentina di Palladino. Pian piano stanno rientrando gli infortunati, e dopo Oliveira sarà il turno di David Neres, poi di Anguissa. Tutti, piano piano, saranno in forma e disponibili per queste 11 finali. Non sappiamo contro la Fiorentina Conte come intenderà giocare, se riproporrà il doppio play o preferirà una mediana fisica con Billing, o se sorprenderà tutti  con il ritorno al 4-3-3 e, a dire il vero, anche se può apparire superficiale, non conta nulla. I volti dei calciatori azzurri, durante dopo la partita con l’Inter, questa è l’unica cosa che serve al Napoli per vincere. 

Perdonatemi se mi allontano dal discorso Napoli per qualche attimo, ma da amante del calcio e delle sue storie, non posso fare a meno di rivolgere un pensiero a chi il calcio lo ha raccontato mirabilmente a generazioni di tifosi di ogni dove. La voce di Bruno Pizzul ci ha accompagnati per tanti anni, ci ha fatto vivere partite che sarebbero state da cardiopalma con la serenità che la sua voce inconfondibile sapeva donare. Mai una caduta di stile, sempre misurato, eppure sapeva cogliere ogni piccolo spunto per emozionare gli spettatori. In quale tifoso del Napoli non è impressa nel cuore la sera di Stoccarda, con la voce di Bruno Pizzul che dice: “Maradona…per Alemao… c’è un buco per Alemao… gooool “? Resterai nel cuore di tutti noi per sempre, e ancora grazie Bruno Pizzul, grazie per averci regalato tante emozioni con la tua infinita classe. Tornando al Napoli, domenica c’è la prima finale, e si deve vincere. Il mucchio sull’erba del Maradona che festeggia il gol di Billing, deve essere il punto di partenza per vincerle tutte. Noi ci saremo e ci crediamo. Forza Napoli Sempre

*Scrittore, tifoso Napoli