Salvatore Savino *
Ah! Che soddisfazione battere la Juventus. È sempre energia diversa, più profonda, è una vittoria di una squadra di calcio, certo, ma è anche la vittoria di un popolo, del povero che finalmente si libera dalle angherie del signorotto, ma anche quella di una città nata capitale e per troppo tempo costretta al vassallaggio. “Avimmo sta’ a guaglione, e simmo maste…” avrebbe scritto Il grande Raffaele Viviani nella sua “Campanilismo”. ” Dobbiamo vivere da garzoni mentre saremmo dei maestri” é la traduzione. Vederli esultare nel settore ospiti del Maradona, al loro gol, e inneggiare a suon di “Vesuvio lavali col fuoco” e poi leggere tra gli striscioni nomi di località ben più vicine al Vesuvio che alla Mole Antonelliana, creava in me un senso di umana comprensione. Guardiamo avanti. La via della vittoria deve essere subito messa da parte, perché bisogna immediatamente tuffarsi nel prossimo impegno, che è la difficile partita dell’Olimpico contro i giallorossi di Claudio Ranieri. Partita ostica, come tutte quelle che attendono gli azzurri fino alla fine del campionato, ma che non deve incutere più del dovuto rispetto nei confronti dell’avversario. Conoscendo il bravo tecnico di Testaccio, di certo non si lancerà scriteriatamente all’attacco alla ricerca della vittoria, ma cercherà di imbrigliare la manovra di Conte, e soprattutto cercherà di bloccare le fonti del gioco azzurro, Stani Lobotka in testa. Il mister azzurro ha dalla sua già l’ essere amatissimo dai suoi giocatori, ma ha saputo ancora coccolarli concedendo loro tre giorni di riposo, e adesso li avra’ ritrovati carichi di voglie ed entusiasmo, pronti a continuare la grande cavalcata. Sarà proprio Antonio Conte a trovare le chiavi giuste per scardinare la tana della Lupa, e continuare la serie di vittorie che stanno contraddistinguendo Il cammino della squadra azzurra. Occupiamoci per un attimo anche della situazione del calciomercato, ma con quel distacco che, a mio parere, merita l’argomento. Dobbiamo partire da un assunto che deve essere la base di ogni discorso sull’argomento: l’assunto è che oggi il calcio Napoli ha affidato la gestione tecnica ad Antonio Conte, e per gestione tecnica si intende non solo il lavoro tecnico e tattico sulla squadra e sul campo, ma anche e soprattutto la valutazione delle operazioni di mercato. In quest’ottica, dobbiamo ritenere che sia il mister a decidere sulle operazioni di mercato, sia in uscita che in entrata, e se questo lo prendiamo come dato acclarato, non comprendo la tensione che prende molti tifosi azzurri in questi giorni. Ragioniamo insieme: Kvara è andato via per sua scelta, per altro programmata e condotta per mesi dai suoi procuratori, come confermato dallo stesso allenatore salentino, che ha parlato di delusione per aver pensato che il georgiano volesse far parte del progetto, mentre sott’acqua lavoravano per andare via. Un vecchio adagio partenopeo dice che ” la camicia che non vuole stare con te… stracciala”. Dal punto di vista tecnico, mi sembra che David Neres e le vittorie inanellate dagli azzurri abbiano dimostrato che la sua partenza non ci ha distrutti, anzi, forse paradossalmente, ha rafforzato l’unione del gruppo, e poi, siamo sinceri, non era proprio il caso di rivedere un caso Osimhen, non credete? Le altre uscite sono Zerbin, Rafa Marin e Folorunsho, che forse non hanno raggiunto mezz’ora di campo complessiva. Certo, qualcuno parla di numeri, di caselle da riempire, di preoccupazione per eventuali infortuni o squalifiche. Vediamo: Conte ha sempre detto che il programma del Napoli è rientrare in Champions (sono certo che però darebbe l’inverosimile per vincere il titolo) e ad oggi il programma sembra in regola. Mancano 16 partite, e a momenti è previsto il rientro dei due infortunati, Buongiorno e Oliveira, e forse il tecnico non ha intenzione di rompere gli equilibri dello spogliatoio inserendo nuovi elementi. E sì, perché se arrivasse un nome altisonante, sarebbe complicato non farlo giocare subito, ed ecco spiegato il perché giustamente, o si punta su un uomo di esperienza e parlo di un centrale difensivo (era l’ipotesi Danilo) o si punta su un giovane di speranza ma già con una certa base (è’ l’ipotesi Comuzzo). In entrambi i casi, il loro inserimento non provocherebbe scompensi, in quanto entrambi accetterebbero, senza creare problemi, di essere impiegati, almeno inizialmente, a scartamento ridotto. Io al calciomercato non dò alcuna importanza, e ancor meno a quello di gennaio. Preferisco concentrare l’attenzione sul campo, sulle partite, una per una, che vanno affrontate come singole finali. Prima di salutarci, il solito tuffo nel passato: è il 2 maggio del 1976, quando il Napoli del leone Vinicio annienta la lupa del Barone Liedholm con un sonante 3-0. Apre le marcature, con quello che sarà il suo unico gol in maglia azzurra di stagione, Giannantonio Sperotto, cui seguì la doppietta del vero grande bomber, Beppe Savoldi. Ma torniamo al presente: si va a Roma, e si va per vincere. Noi ci crediamo, ragazzi. Siamo con lei, Mister. Forza Napoli Sempre
*Scrittore, tifoso Napoli