Paolo Dani
Euforia da Supercoppa per il Milan che dopo la vittoria di Riyadh si tuffa di nuovo sul campionato. A San Siro arriva il Cagliari, ed è innegabile che i tre punti non debbano sfuggire ai rossoneri. Sergio Conceiçao non ha dubbi e idee chiarissime. “Una delle cose che non sono andate secondo me nel derby è che abbiamo commesso degli errori sul pressing. Ci sono tante cose che vanno migliorate, senza dubbio. Il modo giusto di vivere un successo è pensare che ce n’è un altro davanti a noi che è molto più importante. Io ho goduto, ho anche ballato, ma già in aereo al ritorno pensavo alla partita di domani. Penso che non possa lavorare al Milan chi pensa che basti conquistare una Supercoppa. È vero, abbiamo goduto e meritato, ma siamo a 17 punti dalla testa della classifica. Un club che ha vinto 19 titoli e 7 Champions non può avere la pancia piena con la Supercoppa. Quindi testa al Cagliari: dobbiamo vincere e convincere. La Supercoppa è il passato”.
Per il portoghese, sarà la prima a San Siro, ma guai a parlare di emozioni. “Chiedo scusa, ma le emozioni non ci sono. C’è l’adrenalina normale di una partita con un club storico, ma durante la preparazione ho troppe cose in testa, non penso a cosa vivrò. Sicuramente prima del fischio dell’arbitro qualcosa sentirò, non sono una pietra, ma il mio pensiero principale è preparare al massimo i ragazzi”.
E i tifosi già lo esaltano. “Ogni allenatore ha le sue idee e i suoi metodi di lavoro, poi è il risultato che comanda. Non è che io ho la formula magica, perché se poi i risultati non vengono, quello che paga è l’allenatore. Proverò a far sì che ciò non accada. Qua abbiamo un grande staff, quando un giocatore alza la mano accorrono in tre e magari stava solo salutando. Siamo troppo coccolati. Dallo spogliagtoio ho avuto una risposta fantastica. C’era anche l’orgoglio dei giocatori in ballo. Anche se le regole sono cambiate, c’è stata accettazione, umiltà, anche se alcune di queste vanno contro le abitudini dei giocatori”.
Il mercato è ripartito, ma Conceiçao pensa ad altro. “Devo dire la verità: la dirigenza ha provato a parlarmi di questo tema, ma il momento era sbagliato perché avevamo partite importanti. Non è il momento giusto, so che è importante e dobbiamo parlarne, ma in questo momento la cosa più importante per me è la partita col Cagliari, il giorno dopo forse avremo tempo di parlare anche di questa cosa, che sicuramente è importante. Il modulo? Quello che conta è avere un buon equilibrio per la squadra, sia con la palla che senza palla. Oggi col centrocampo a 3 la squadra può sembrare un po’ più sicura. Ma poi, quando avremo una conoscenza maggiore, mi piacerebbe giocare anche con due punte. Si deve lavorare però, serve un po’ più di tempo. Poi durante la partita io cambio eh, sono qua per quello e mi pagano per quello. Quanto a Leao, deve correre: esterno o davanti deve correre. Deve imparare ad aiutare anche senza palla: il processo è collettivo, non individuale”.